Notizie USA Tesla: dubbi su accordo con Nissan, pressioni da antitrust e hedge fund

Tesla: dubbi su accordo con Nissan, pressioni da antitrust e hedge fund

21 Febbraio 2025 12:19

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Tesla potrebbe essere interessata ad un investimento in Nissan, supportato da un primario gruppo giapponese e con il coinvolgimento di altri attori, come Foxconn. L’ipotesi ha spinto le azioni Nissan a +9,5% nella seduta di stamani a Tokyo, ma ha suscitato reazioni contrastanti tra gli analisti e gli addetti ai lavori del settore automobilistico. Alcuni, infatti, intravedono vedono potenziali sinergie mentre altri sollevano dubbi sulla compatibilità fra Tesla e Nissan. Intanto, la società di Musk deve fare i conti con crescenti pressioni dal mercato e dalle autorità antitrust.

Nissan naviga in cattive acque e cerca partner

Secondo i rumors del FT, Tesla potrebbe essere interessata ad acquisire gli stabilimenti di Nissan negli Stati Uniti, prendendo parte ad un consorzio di investitori, tra cui Hon Hai Precision Industry Co (Foxconn).

Nissan è alla ricerca di un partner strategico dopo la deriva delle trattative per una possibile fusione con Honda Motor. Il Ceo Makoto Uchida ha sottolineato la necessità di trovare un nuovo alleato per garantire la sopravvivenza della casa automobilistica giapponese, alle prese con una serie di sfide, tra cui vendite in calo, un portafoglio prodotti poco competitivo e una leadership instabile dopo l’uscita di Carlos Ghosn nel 2018.

Nissan ha tre stabilimenti negli Stati Uniti, ma ha recentemente annunciato che potrebbe ridurre la produzione di veicoli elettrici nel suo impianto di Canton, in Mississippi, a causa delle incertezze sulle politiche energetiche e commerciali negli Stati Uniti.

Oltre a Tesla, anche Foxconn avrebbe mostrato interesse per Nissan, soprattutto dopo il fallimento delle trattative con Honda. Secondo quanto riportato da Bloomberg, KKR & Co starebbe a sua volta valutando un possibile investimento nel carmaker giapponese.

Moody’s taglia il rating di Nissan

Moody’s ha recentemente declassato il rating di Nissan a Ba1 da Baa3, classificandolo come “speculative-grade” e mantenendo un outlook negativo. L’agenzia di rating ha evidenziato una redditività in calo, un flusso di cassa negativo e un’elevata esposizione ai rischi commerciali globali, tra cui potenziali dazi sulle importazioni dal Messico.

Il downgrade riflette le difficoltà strutturali di Nissan, tra cui l’incapacità di competere efficacemente nel segmento in crescita delle ibride negli Stati Uniti e i rischi di execution dell’ambizioso piano di ristrutturazione che prevede tagli ai costi per 400 miliardi di yen entro il 2026.

I contro di un investimento di Tesla in Nissan

La prospettiva di un coinvolgimento di Tesla, tuttavia, non convince del tutto il mercato e, anzi, solleva diversi dubbi. Innanzitutto, perché Tesla ha sempre evitato investimenti in case automobilistiche tradizionali, concentrandosi invece su tecnologie all’avanguardia per i veicoli elettrici.

L’azienda di Elon Musk potrebbe quindi non avere un interesse strategico nell’acquisire impianti di produzione con tecnologie e modelli di business non allineati ai propri, soprattutto ora che deve già fronteggiare una domanda di veicoli elettrici in rallentamento e ha tagliato la forza lavoro del 10%.

A tal proposito, Yasuhiko Hirakawa, responsabile investimenti di Rakuten Investment Management, ha sottolineato che Tesla non ha alcun bisogno di asset da un produttore come Nissan, come motori a combustione e catene di montaggio tradizionali.

Tesla cerca di espandersi in India

Mentre l’attenzione è puntata su un possibile interesse per Nissan, Tesla lavora per espandersi in nuovi mercati. Nei prossimi mesi l’azienda prevede di entrare in India e sta per spedire un primo lotto di auto in un porto nei pressi di Mumbai, con l’obiettivo di iniziare a vendere i propri veicoli in tre grandi città entro il terzo trimestre dell’anno.

Il successo di questa operazione dipenderà dalle trattative sui dazi doganali tra India e Stati Uniti, attualmente fissati al 110%. Inoltre, Trump si è già espresso contro l’eventuale costruzione di un impianto Tesla nel Paese asiatico.

Tesla alle prese con perplessità investitori e indagini

Nel frattempo, Tesla sta affrontando una fase di crescente pressione da parte degli investitori e delle autorità, senza dimenticare la concorrenza cinese (soprattutto di BYD). Secondo Goldman Sachs, gli hedge fund stanno riducendo le posizioni sulla società e Tesla è l’unica tra le “Magnifici 7” a non figurare più tra le principali posizioni dei fondi speculativi. Il titolo scambia poco mosso nel pre-market di Wall Street ma è in calo del 12% da inizio anno – complici i conti non convincenti – in attesa anche di capire gli effetti delle mosse commerciali di Trump.

L’azienda di Musk è inoltre coinvolta in un’indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in Italia, insieme a BYD, Stellantis e Volkswagen. L’indagine riguarda presunte pratiche commerciali scorrette legate alle informazioni fornite ai clienti sulla capacità di percorrenza dei veicoli elettrici, la perdita di efficienza delle batterie nel tempo e le limitazioni alla garanzia delle batterie. Il 20 febbraio le autorità hanno condotto ispezioni nelle sedi italiane delle case automobilistiche per verificare la correttezza delle comunicazioni ai consumatori.

Infine, Tesla sta richiamando alcune vetture Model 3 e Model Y del 2023 dopo che la National Highway Traffic Safety Administration ha segnalato il rischio di perdite di servosterzo quando il veicolo si ferma e poi accelera di nuovo.