Tassi Usa: la profezia del Re dei bond Gundlach si è avverata. E ora?
La profezia di Jeff Gundlach si avvera. Fondatore e AD di DoubleLine Capital, noto anche come Re dei Bond, in un’intervista alla Cnn Gundlach ha detto che i tassi sui Treasuries Usa sono destinati a salire, e che gli investitori dovranno trarne le dovute conclusioni, effettuando aggiustamenti nei loro portafogli.
A suo avviso i tassi sui Treasuries a 10 anni potrebbero salire al 3,5% mentre quelli a 30 anni fino al 4%: un rialzo del genere metterebbe in pericolo tutte quelle aziende che sono sensibili ai rendimenti più elevati, come le compagnie automobilistiche.
Per il guru dei mercati, cruciale è soprattutto quanto è accaduto ai Treasuries a 30 anni nelle ultime sessioni: proprio il loro trend ha concretizzato la ‘profezia’ che Gundlach aveva già fatto nel 2016 e che è stata ricordata lo scorso mese con un post su Twitter:
“Così come dico da un po’, due chiusure consecutive dei Treasuries a 30 anni con tassi superiori al 3,25% significano che la dichiarazione che ho fatto nel luglio del 2016, ovvero quella secondo cui avremmo assistito ai minimi (dei titoli di stato Usa in corrispondenza di questi livelli) è pienamente avallata, se guardiamo ai grafici“, ha detto Gundlach, stando a quanto riportato anche da Reuters.
Two consecutive closes above 3.25% = a breakout from multiyear head&shoulders base. Last man standing is down. 7/16 was indeed the rate low.
— Jeffrey Gundlach (@TruthGundlach) October 4, 2018
La profezia si è avverata, se si considera che i tassi sui Treasuries a 30 anni hanno terminato la sessione di giovedì al 3,357%, dopo essere saliti al 3,316% nella seduta di mercoledì, stando a quanto riporta FactSet (dunque al di sopra della soglia del 3,25% per due sedute consecutive)“.
Gundlach ha aggiunto che “la curva dei rendimenti sta diventando più ripida – anche a causa del breakout dei tassi trentennali – e questo fattore è un altro segnale che indica che la situazione è cambiata“.
Sull’impatto che i tassi più alti potrebbero avere sui fondamentali delle aziende americane, Gundlach ha citato nel settore automobilistico sia General Motors e Ford – facendo notare che i due colossi stanno già iniziando ad assistere a un forte calo delle vendite – sia alcune multinazionali.
Visto infatti che l’effetto di un rialzo dei tassi Usa è positivo per il dollaro, conseguenze negative potrebbero essere scontate da giganti del calibro di Apple, Boeing e Caterpillar, che vedrebbero tutte erosi gli utili conseguiti all’estero.
Secondo il Re dei Bond, il boom dei rendimenti potrebbe essere pagato in generale dall’azionario, soprattutto nel caso in cui la velocità a cui i rendimenti stanno volando dovesse diventare eccessiva e, dunque, allarmante.
Tra l’altro, ha aggiunto quella che è una delle voci del mondo dell’alta finanza più ascoltate dalla platea degli investitori, l’azionario globale ex Usa è già sceso in modo significativo dal record sincronizzato del 26 gennaio di quest’anno, “che sarà ricordato nella storia come il picco dell’azionario mondiale in questo ciclo”.