Notizie Notizie Mondo Tassi Fed: l’economista Boldrin non esclude possibili rialzi. La sua tesi

Tassi Fed: l’economista Boldrin non esclude possibili rialzi. La sua tesi

20 Marzo 2024 11:28

Dopo la Bank of Japan oggi tocca alla Federal Reserve di Jerome Powell. I mercati scontano ampiamente che la banca centrale americana manterrà il costo del denaro invariato nel range tra il 5,25%-5,50%. Gli investitori si focalizzeranno sulle proiezioni macro e sui tassi di interesse – i cosiddetti dot plot – da qui a fine anno.

I dati sull’inflazione per il mese di febbraio decisamente sopra le attese degli analisti e quelli relativi al mercato del lavoro ancora piuttosto rigido lasciano presupporre che la Fed non abbia alcuna fretta di accelerare con la fase dei tagli dei tassi, ma anzi possa ridurne il numero e l’ammontare rispetto a quanto previsto. Secondo le stime in seguito all’ultimo meeting di gennaio, i tagli dei tassi ipotizzati dalla banca centrale americana per il 2024 erano tre, per un totale di 75 punti base.

Secondo l’economista e professore di economia alla Washington University, Michele Boldrin, nessuno si aspetta delle novità dal meeting di oggi perché non è nello stile di Powell di sorprendere i mercati. Ma se l’inflazione dovesse rimanere per troppo tempo sopra il target della Fed del 2%, ha spiegato Boldrin non sarebbe esclusa l’opzione di alzare nuovamente i tassi di interesse. Boldrin ha spiegato che attualmente l’inflazione non sembra essere ancora sotto controllo visto che l’indicatore cpi core, quello depurato dai beni volatili come alimentari ed energia, resta inchiodato al 3,8% su base annuale. “L’ultimo miglio è quello più difficile, cioè il passaggio dell’inflazione dal 3% al 2%,” ha spiegato Boldrin.

Qui potete vedere l’intera intervista con Michele Boldrin, Professore alla Washington University con cui abbiamo parlato anche del mercato del lavoro e le prospettive di crescita dell’economia americana.

 

Tornando sul discorso mercato del lavoro, Boldrin ha commentato così: “Da un pò di tempo osserviamo una tendenza di medio termine di riduzione dei flussi miratori, che impattano il mercato del lavoro. Il tasso di crescita di domanda di lavoro dell’economia americana è superiore da tanto tempo al tasso di crescita naturale della forza lavoro, quello dato dalla fertilità degli americani o delle americane. Dunque c’è questa tendenza di lungo di un’offerta di lavoro superiore alla domanda di lavoro negli Stati Uniti.”