Banche: stop dividendi e buyback, in Europa la proposta per prolungare digiuno azionisti. Nel mirino anche cedole bond At1
Fino a che punto chiedere alle banche di sospendere i dividendi e le operazioni di buyback per liberare risorse per l’economia reale? E’ la domanda che si stanno facendo in molti, dopo la proposta di alcuni esponenti del gruppo degli europarlamentari dei Verdi e di Sinistra Unitaria Europea (Gue/Ngl) di estendere il congelamento delle cedole fino all’anno prossimo.
Se approvata, la proposta azzererebbe le cedole dei bond AT1 e i dividendi delle azioni, insieme alle operazioni di buyback, fino all’ottobre del 2021. Le indiscrezioni sono state riportate nelle ultime ore da Il Sole 24 Ore e commentate da diversi analisti del settore finanziario.
Vale la pena ricordare che, verso la fine di marzo, la Bce ha chiesto espressamente alle banche dell’Eurozona di non pagare dividendi o avviare operazioni di buyback, dunque riacquisto di azioni proprie, attraverso una nota del Supervisory Board. La raccomandazione, riferita ai dividendi del 2019 e del 2020, è stata motivata con la necessità che le risorse delle banche vengano dirottate a favore dell’economia reale, sotto forma di finanziamenti a famiglie, piccole e grandi aziende.
La richiesta è stata prontamente accolta da Bankitalia, che ha poi raccomandato a tutte le banche e gruppi bancari rientranti sotto la sua supervisione, di non pagare dividendi almeno fino al 1° ottobre 2020 e di non assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi per gli esercizi finanziari 2019 e 2020; agli istituti è stato chiesto anche di astenersi da riacquisti di titoli azionari al fine di remunerare gli azionisti.
“Le banche e i gruppi bancari che non ritengano di conformarsi alla presente raccomandazione sono tenuti a contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le loro motivazioni”, recita la nota.
Ieri, un articolo del Sole 24 Ore ha parlato del dibattito in corso, dopo che gli europarlamentari dei Verdi e di Sinistra Unitaria Europea (Gue/Ngl) hanno proposto, per l’appunto, “di estendere al 2021 il divieto alle banche di distribuire cedole sugli At1 e dividendi”.
La proposta di modifica, sottoforma di emendamenti al CRR, recita che “al fine di rafforzare la resilienza del settore finanziario e rafforzare la sua capacità di prestare all’economia reale nell’attuale situazione di crisi, gli enti creditizi sospenderanno qualsiasi tipo di distribuzione fino all’ottobre 2021». Fino a tale data, prosegue la proposta evidenziata anche dagli analisti di Bofa,«gli enti creditizi sospenderanno anche i riacquisti di azioni e pagamenti eccessivi di bonus»”.
Le indiscrezioni sono state riportate anche da Milano Finanza, che ha pubblicato anch’essa la nota di Bank of America:
“Se sarà approvata, la legge provocherà l’azzeramento delle cedole dei bond At1 e dei dividendi azionari fino a ottobre 2021. Questo aggiornamento della legislazione, noto in gergo come quick fix (ovvero correzione rapida), ha l’obiettivo di trasformare in legge le numerose misure proposte delle autorità di supervisione e di controllo europee che insieme spingono per sollecitare le banche a fare più prestiti. Ma “noi crediamo che questa particolare misura avrà l’effetto opposto”, hanno scritto gli analisti della divisione di ricerca del colosso bancario americano.
Doom loop: c’è anche la proposta per sterilizzare Mark-to-market
Il Sole oggi precisa che le date cruciali per capire se questa proposta verrà approvata o meno “sono il prossimo 9 giugno, quando il tema sarà affrontato dalla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (Econ Commettee), e poi il 18 giugno con il voto finale sulla proposta di legge” da parte della Commissione europea.
Sotto la lente due emendamenti: “L’emendamento numero 20 presentato al Parlamento Ue in sede di modifica alla Crr chiede esplicitamente «alla commissione, alla Bce e all’Eba di lavorare insieme per assicurare che le istituzioni creditizie sospendano temporaneamente la distribuzione dei dividendi almeno fino al 31 marzo 2021». Ancora più restrittivo per gli azionisti è il contenuto dell’emendamento numero 60 che propone «per aumentare la resilienza del settore finanziario e per rafforzarne la capacità di finanziare l’economia reale nell’attuale situazione di crisi, la sospensione di ogni tipo di distribuzione fino a ottobre 2021. Fino alla stessa data dovranno essere sospese anche le operazioni di buy back e gli eccessivi pagamenti di bonus»”.
Le fonti segnalano come gli emendamenti si riferirebbero non solo alle cedole dei titoli azionari ma anche a quelle da pagare alle obbligazioni At1 che sono emesse dalle banche e che finora sono state esentate dalle restrizioni lanciate in tempi di Covid.
Oltre all’emendamento, l’Ue si dovrà esprimere però su un’altra proposta, che propone la sterilizzazione dell’impatto sul capitale delle banche derivante dal cambiamento del valore dei bond sovrani – quindi la sterilizzazione del Mark to Market. L’eliminazione della sterilizzazione sarebbe graduale, passando da una sterilizzazione del 100% nel 2020, all’80% nel 2021, al 60% nel 2022, al 40% del 2023 e al 20% nel 2024.
In questo modo, visto che iul problema del doom loop è presente soprattutto in Italia – si parla da anni del cosiddetto abbraccio mortale tra banche e BTP presenti nei loro portafogli – il congelamento dell’impatto negativo che le banche soffrirebbero per adeguare il valore dei BTP che hanno nei propri portafogli ai prezzi di mercato darebbe ulteriore respiro al settore finanziario italiano.
Tornando alla proposta di prorogare lo stop alle cedole, il Sole riporta il commento degli analisti di Citibank, che hanno avvertito che l’estensione del divieto di distribuzione dei dividendi fino all’ottobre dell’anno prossimo sarebbe controproducente, poiché potrebbe limitare il sostegno degli investitori alle banche e ottenere l’effetto opposto a quello desiderato, ovvero finire con il ridurre la capacità di fare prestiti.
Per non parlare del fatto che le banche europee si troverebbero in una posizione chiaramente svantaggiosa in termini di competitività nei confronti di quelle americane, i cui azionisti non sono affatto a digiuno. Tanto che è di qualche ora fa l’ennesimo appello affinché la la Federal Reserve si dia una mossa per ordinare alle banche con asset di un valore superiore ai $100 miliardi di preservare capitali sospendendo le cedole e dicendo stop a tutti i payout, che siano dividendi, riacquisti di azioni, bonus ai dirigenti.
E’ vero che, come ha detto la Fed, otto tra le banche più grandi degli Stati Uniti hanno congelato temporaneamente le operazioni di buyback. Detto questo, ci si inizia a chiedere anche negli Usa per quanto tempo ancora quelle tante altre banche americane potranno continuare a distribuire dividendi e acquistare azioni proprie, e per quanto tempo dunque la Federal Reserve di Jerome Powell continuerà a distinguersi da quanto disposto dalla Bce e dalla Bank of England in tempi di COVID-19.