Notizie Notizie Italia Spread e cds lo dimostrano: con la Lega di Salvini fuori dal governo il Quitaly non spaventa più

Spread e cds lo dimostrano: con la Lega di Salvini fuori dal governo il Quitaly non spaventa più

24 Settembre 2019 12:21

Il Quitaly spaventa di meno, anzi, per ora non spaventa proprio più, come sta dimostrando chiaramente la performance della carta italiana. Lo conferma anche Reuters, riprendendo il termine che, insieme a Italexit, ha spaventato di più gli investitori nel corso dell’ultimo anno, prima che la politica made in Italy voltasse pagina, ovvero prima dell’insediamento del nuovo governo giallorosso, a guida M5S-PD.

E’ bene ricordare che il termine Quitaly non ha fatto riferimento in questi anni “solo” al rischio di un’uscita dell’Italia dall’euro, dunque sostanzialmente a una paura, o anche a uno spettro, comunque a qualcosa di intangibile.

Di Quitaly si è parlato infatti anche in riferimento alle Quitaly Clauses, ovvero a quelle clausole presenti nei contratti stipulati dalle banche d’affari, che contemplavano il rischio Italia.

Reuters BreakingViews raccontò in particolare il caso di alcuni legali del mondo Corporate che, poco prima delle elezioni politiche del 4 marzo del 2018, proprio mentre le loro banche stavano per concludere un accordo, rimandarono indietro la bozza del contratto chiedendo alla controparte di firmare la clausola sul Quitaly.

Basta questo a dimostrare che l’associazione Lega-rischio Quitaly non è stata frutto di un complotto, ma un timore che era ben presente nel mondo delle banche d’affari fin da prima delle elezioni politiche, quando iniziava a serpeggiare il timore di una vittoria dei populisti. Un timore così grande da essere contemplato addirittura in un contratto.

Di Quitaly ne parlò anche Dagospia. Così l’articolo del 15 giugno del 2018: “E voi, conoscete la Quitaly Clause? E’ la clausola che scatta se l’Italia esce dall’euro, e troneggia nei contratti stipulati con le più grandi banche d’affari americane che gestiscono il nostro debito. Dopo averle lette, Tria e Savona sono corsi a lodare l’euro e l’Europa: i costi e le penali per mollare la moneta unica sarebbero spaventosi”.

Quitaly? Crollato il rischio uscita Italia dall’euro

Ora Reuters riporta come la musica sia del tutto cambiata, e che il rischio di una rottura dell’euro -a dimostrarlo sono alcuni stessi parametri di mercato -è sceso al valore più basso in oltre un anno.

Facendo riferimento al trend dei tassi sui BTP decennali che sono scesi all’1% – ma erano scesi anche al di sotto della soglia – l’articolo scrive nero su bianco che “con la Lega – un partito caratterizzato da un forte elemento euroscettico – ora fuori dal governo, il rischio che l’Italia lasci l’Eurozona è crollato”.

Anche perchè, come fa notare anche Mike Riddell, responsabile della divisione di reddito fisso presso Allianz Global Investors: “Alla fine la cosa che conta i più per i titoli governativi italiani è se l’Italia lascia l’euro (o se l’euro salta)”. E ora “il governo italiano non è mai stato così market-friendly. Di conseguenza, è insignificante il rischio che l’Italia desideri uscire dall’euro (o il rischio di una rottura dall’euro), nel corso dei prossimi 12 mesi”.

Nel confermare quanto la Lega di Matteo Salvini abbia inciso negativamente sugli asset italiani, Reuters scrive che “con la Lega che non è più al potere, il rendimento di un bond italiano con scadenza nel 2023 e indicizzato all‘inflazione dell’Eurozona, codice IT532934=, è sceso di quasi 90 punti base dall’inizio di agosto. E un bond con simile scadenza indicizzato all’inflazione italiana ha visto i rendimenti crollare di 71 punti base (IT525367=)”.

Concorda sull’effetto negativo di Salvini & CO sui mercati anche Mohammed Kazmi, gestore di portafoglio presso UBP:

“Il fattore davvero chiave è il fatto che Salvini e la Lega non siano più in gioco e questo è stato un punto di svolta per la politica italiana. Ha significato che gli investitori si sono rilassati di fronte al timore di leggere notizie market-unfriendly (ovvero negative per il mercato), che potessero essere qualcosa di negativo sull’euro o qualcosa che indicasse una politica fiscale molto espansiva”.

Questo grafico è più che indicativo nel dimostrare che i BTP italiani indicizzati all’inflazione dell’Eurozona stanno beneficiando dello smorzarsi dei timori sul  Quitaly.

 

Ma c’è un altro grafico molto interessante che conferma come tali timori si siano dissolti con il nuovo governo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A tal proposito Kazmi sottolinea che il forte calo dei contratti di assicurazione (credit default swap, cds) di cui gli investitori facevano incetta per tutelarsi contro il rischio di un default sovrano e il restringimento dello spread BTP-Bund rappresentano forse la migliore prova del fatto che gli investitori siano più rilassati nei confronti dell’evento Quitaly e di una rottura dell’euro.

Basti pensare che lo spread a 10 anni è capitolato di quasi 200 punti base dai massimi al di sopra di quota 300 testati lo scorso anno, e che i credit default swap a cinque anni, all’inizio di questo mese, sono cesi al valore più basso da poco prima il forte sell off che si è abbattuto sui bond italiani alla fine di maggio del 2018.

Da segnalare che il termine Quitaly venne coniato da Larry Elliott del Guardian, che parlò di Quitaly facendo riferimento al rischio che l’Italia decidesse di uscire dall’euro, provocando così la rottura dell’Eurozona. L’articolo risale al 2016.

Di Quitaly ha parlato l’anno scorso anche JP Morgan, rilasciando un commento piuttosto singolare e  contrarian.