Notizie Notizie Mondo Prezzi gas al record da dicembre in Europa: lo scatto con incursione truppe ucraine in Russia

Prezzi gas al record da dicembre in Europa: lo scatto con incursione truppe ucraine in Russia

9 Agosto 2024 16:08

Sotto osservazione i prezzi europei del gas naturale scambiati ad Amsterdam, dopo il balzo della vigilia scatenato dal rischio di una interruzione dell’offerta di gas russo che raggiunge l’Europa attraverso l’Ucraina.

L’incursione delle truppe ucraine a Sudzha, dove si trova il principale punto di transito del gas russo, ha fatto balzare le quotazioni a un passo dai 40 euro al megawattora, soglia attorno alla quale i prezzi continuano a oscillare, testando i valori più alti dal mese di dicembre.

Prezzi +45% da inizio stagione stoccaggio

Continua così il balzo dei prezzi del gas, scattati di oltre il 45%, riporta l’agenzia Bloomberg, dall’inizio della stagione dello stoccaggio ad aprile, e in rialzo per la quarta settimana consecutiva.

La rimonta era in atto dunque da un po’, in concomitanza con la corsa agli approviggionamenti da parte dei trader, a caccia di  rifornimenti per la prossima stagione invernale.

Basti pensare che all’inizio di aprile i futures sul contratto TTF erano scambiati a un valore di poco superiore ai 25 euro/MWh.

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Il rialzo delle ultime ore è stato scatenato soprattutto dall’incursione dell’Ucraina nella regione russa Kursk.

Bloomberg ha reso noto che, “sebbene il gas russo stia continuando a transitare” a Sudzha, città della regione di Kursk e punto di transito più importante per i flussi che si dirigono in Europa attraverso l’Ucraina, la preoccupazione è per una possibile interruzione delle forniture, vista la battaglia ancora in corso e i combattimenti entrati al quarto giorno.

Un eventuale stop danneggerebbe le economie europee che dipendono tuttora dalle forniture della Russia.

A tal proposito la Moldavia, riporta Bloomberg, ha lanciato un primo allarme nella giornata di ieri sui rifornimenti di gas.

Chi riceve(va) gas russo attraverso l’Ucraina

Un articolo di Reuters ricorda quelli che sono i paesi europei che continuano a dipendere dal gas russo, scrivendo che “la maggior parte delle nazioni dell’Unione europea ha ridotto la dipendenza”, in risposta all’invasione dell’Ucraina” da parte di Mosca, avvenuta il 24 febbraio 2022.

“I paesi più importanti che ricevevano gas (russo) attraverso l’Ucraina includono l’Austria, la Slovacchia, l’Italia, l’Ungheria, la Croazia, la Slovenia e la Moldavia“, ha precisato Reuters, aggiungendo che “tuttora l’Austria riceve la maggior parte del gas attraverso l’Ucraina, mentre gli altri paesi hanno diversificato le loro fonti e adottato misure per ridurre la domanda“.

Alla fine di maggio, dai dati diffusi da Snam è emerso che meno del 2% del gas importato oggi in Italia è russo.

Sempre Reuters ha sottolineato che le importazioni da parte della Croazia sono ormai ridotte all’osso, così come quelle della Slovenia si sono quasi azzerate, dopo la scadenza nel 2023 del contratto tra il principale fornitore del paese, Geoplin, e il colosso russo Gazprom.

L’Ungheria continua invece a fare ancora affidamento sul gas russo attraverso il gasdotto TurkStream, mentre l’Italia riceve la maggior parte del gas dall’Algeria e dall’Azerbaijan, oltre che dal Qatar e dagli Stati Uniti.

Gazprom taglierà i flussi?

Tornando alla cronaca e all’incursione delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk, interpellato dall’agenzia Reuters James Waddell, responsabile della divisione di gas europeo e di GNL presso la società di consulenza Energy Aspects, ha parlato del rischio che Gazprom usi l’incursione delle forze armate di Kiev come una scusa per tagliare i flussi.

E’ da un po’ tuttavia che il trend dei prezzi del gas europeo si conferma volatile: almeno dall’inizio dell’estate, dunque prima ancora degli ultimi sviluppi.

A muovere i prezzi verso l’alto i timori relativi allo stoccaggio, alimentati anche dalla competizione tra le diverse economie per assicurarsi l’offerta di gas naturale liquefatto in vista della stagione invernale. Numerosi produttori di gas hanno fatto fronte, inoltre, a varie interruzioni.

Detto questo, dagli ultimi dati di S&P Global Commodity Insights è emerso che, nonostante i segnali recenti di ripresa, i consumi dell’industria europea della materia prima continuano a confermarsi inferiori alle attese: nel mese di luglio, la domanda si è attestata a un livello inferiore di oltre il 26% rispetto alla media storica.