Notizie Notizie Italia Piano Tria anti-infrazione: taglio deficit strutturale di 8-10 miliardi. Conte pronto a chiedere aiuto a Macron

Piano Tria anti-infrazione: taglio deficit strutturale di 8-10 miliardi. Conte pronto a chiedere aiuto a Macron

14 Giugno 2019 08:06

Una riduzione del deficit strutturale pari a 8-10 miliardi in due anni: è questo il piano del ministro dell’economia Giovanni Tria, volto a scongiurare la minaccia della procedura di infrazione contro l’Italia e  dunque ad azzerare qualsiasi eventuale tensione con Bruxelles, in vista della manovra d’autunno. Le cifre del piano di Tria sono state riportate dal Sole 24 Ore.

Il taglio di 8-10 miliardi è praticamente “il piatto che il ministro dell’Economia Tria porta sul tavolo del complicato negoziato con la Ue, con l’obiettivo di stoppare una procedura d’infrazione che renderebbe impossibile la costruzione della manovra d’autunno”.

Obiettivo assolutamente non facile, come conferma anche il quotidiano La Repubblica, sottolineando che “questa volta è diverso”, visto che l’Italia si trova a fare i conti non solo con la rigidità della Commissione europea, nella trattativa per scongiurare la procedura di infrazione, ma anche con il pugno di ferro di tutti i governi dell’Ue, stanchi dell’allieva che si ostina non voler fare i compiti.

Così la Repubblica:

“Serve una manovra correttiva subito e un piano effettivo di riduzione del debito a partire dal prossimo anno. Condizioni «questa volta» ineludibili. E che stanno modificando di nuovo le prospettive e le azioni dell’esecutivo. Amplificano le paure di Conte e del Quirinale, terrorizzano il Tesoro (il quale sa che ora deve offrire «certezze» a Bruxelles e non eventualità) e stanno riaprendo una breccia elettorale nel vicepremier leghista Salvini. «Questa volta è diverso», perché non c`è solo la Commissione a imporre rigidità alla trattativa. Sono tutti i governi dell’Ue a reclamarla”.

La situazione sarebbe così disperata che, sempre secondo il quotidiano, “anche per questo oggi Conte, a Malta per la riunione dei paei mediterranei dell’Ue, chiederà a Macron ossia al presidente francese con cui sia Salvini sia Di Maio si sono violentemente scontrati un faccia a faccia per invocare il suo aiuto. Per sensibilizzarlo sulla situazione italiana offrendogli in cambio l’appoggio per la nomina di un francese alla presidenza della Bce. Anche se, purtroppo, quella trattativa sta procedendo senza l’Italia in altre capitali. Lo snodo principale passa per Berlino”.

Ma in cosa consiste il piano anti-debito di Tria, che riuscirebbe a sventare , per lo meno a suo avviso, anche una manovra correttiva? Il Sole spiega che il piano che si articola in due fasi, e punta sulla riduzione di un deficit strutturale sia per quest’anno che per il prossimo: “3-4 miliardi arriverebbero dalla revisione dei saldi 2019, il resto da welfare, spending, sconti fiscali”.

“I 3,5-4 miliardi, cioè il pacchetto relativo ai conti 2019, arriverebbero tutti dalle entrate maggiori del previsto e dalle minori spese per reddito di cittadinanza e quota 100”. Reddito di cittadinanza e quota 100, così come si vociferava negli ultimi giorni, sarebbero dunque gli agnelli sacrificali?

Sembrerebbe di sì, almeno per quanto concerne i risparmi presenti nei finanziamenti destinati alle due misure. E’ da lì che si dovrebbe attingere, in parte, per reperire almeno un po’ di liquidità necessaria per iniziare ad aggiustare i conti.

La seconda fase del piano guarda invece ai fondi da destinare per la legge di bilancio del 2020. E qui entra in gioco la flat tax, nei confronti della quale, Tria non ha niente in contrario. Tanto da aver detto di essere stato anche favorevole alla misura promossa dalla Lega di Matteo Salvini. Ma “bisogna vedere come si fa”, e “in questo momento gli obiettivi di deficit sono quelli”.

Ovvero? Si tratta degli obiettivi che si riferiscono per l’appunto al piano di tagli del debito strutturale di 8-10 miliardi in due anni; escluse le riduzioni di 3,5-4 miliardi per i conti del 2019, rimangono altri miliardi di tagli da effettuare per sforbiciare il deficit strutturale. Si parla di 5-6 miliardi, fino allo 0,3% del Pil.

In realtà il target è già presente nel Def, ma si riferisce al deficit nominale. Tria ritiene che l’obiettivo potrebbe essere applicato anche al deficit strutturale, in questo modo evitando che il debito-Pil schizzi verso il 135%, come stimato dalla Commissione Ue.

E’ questo il piano di Tria, volto a scongiurare anche una manovra correttiva che, soltanto per il 2020, dovrebbe ammontare secondo i vincoli di bilancio Ue a ben 10-12 miliardi. Il ministro continua a negare la necessità di una correzione dei conti. Non è dello stesso avviso il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, secondo cui “servono aggiustamenti considerevoli” sui conti.