Notizie Notizie Mondo Petrolio, gli hedge fund alimentano il rally con scommesse bullish

Petrolio, gli hedge fund alimentano il rally con scommesse bullish

21 Settembre 2023 13:02

Gli hedge fund stanno alimentando il rally del prezzo del petrolio scommettendo che i prezzi supereranno i 100 dollari al barile, aggiungendo slancio al rally innescato dai recenti tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita e della Russia. Il quotidiano inglese Financial Times riporta che i dati dei vari exchange suggeriscono che il posizionamento al rialzo degli hedge fund ha alimentato il rally del prezzo del greggio di quasi il 30% negli ultimi due mesi, con un’impennata degli acquisti sui futures in accelerazione soprattutto nelle ultime due settimane. Nella giornata di oggi entrambi i benchmark, il Wti e il Brent evidenziano dei cali dello 0,5% (88 dollari al barile) e dello 0,6% (92 dollari al barile) rispettivamente.

Petrolio, i fattori Arabia Saudita e Russia

La proroga fino a dicembre del taglio alla produzione di 1 milione di barili al giorno da parte di Riad, oltre agli ulteriori tagli previsti dall’Opec+, ha aggravato la decisione di Mosca di limitare le esportazioni e ha spinto i prezzi del greggio Brent, riferimento in Europa sopra i 96 dollari al barile. Mentre il benchmark USA, il Wti ha toccato nuovi massimi recenti a 95 dollari al barile.

Abdulaziz bin Salman, Ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita

Recentemente il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, ha difeso la decisione del Regno di tagliare ulteriormente la produzione, affermando che la domanda globale di petrolio potrebbe diminuire qualora la crescita economica globale dovesse rallenta nei prossimi mesi.

La preoccupazione degli analisti è che con un prezzo del petrolio così elevato, che contribuisce alle pressioni inflazionistiche a livello globale, potrebbe impattare le prossime mosse sui tassi di interesse delle banche centrali.

Le scommesse bullish scatenano il rally del greggio

Gli ultimi dati hanno mostrato che la posizione “long” netta dei fondi combinati su entrambi i benchmark Brent e Wti, sono balzate di 137.000 contratti, ovvero del 35%, raggiungendo il massimo in 18 mesi di 527.000 contratti nelle due settimane fino al 12 settembre. Secondo gli analisti l’interesse degli hedge fund è aumentato con le ultime mosse da parte dei Sauditi ovvero di limitare la produzione fino a fine anno.

“Quello è stato il fattore scatenante”, ha commentato Ole Hansen, Analista di Materie Prime, Saxo Bank. “All’improvviso tutti si sono resi conto che il mercato era destinato a continuare a salire nel breve termine.”

“Allo stato attuale, il mercato non vedrà alcun sollievo nel breve termine, dato che il contesto di deficit è destinato a persistere fino alla fine dell’anno. Il nostro saldo mostra un deficit di oltre 2 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre del 2023. Scrive in un report Warren Patterson, ING Economics. “Questa contrazione, insieme ai forti margini di raffinazione (in gran parte dovuti alla contrazione dei distillati medi), suggerisce che è probabile che i prezzi del petrolio vedano un’ulteriore forza nel breve termine.”

Il deficit sul mercato del petrolio

“La marcia verso i 100 dollari al barile sembra inarrestabile”, Dichiara Ehsan Khoman, Commodities Analyst di MUFG Bank. “La domanda è: quanto tempo resterà sui livelli attuali”

L’impatto sul mercato

L’aumento dei prezzi del petrolio sta già influenzando i mercati azionari a livello globale ed in particolar modo i settori che dipendono del greggio. L’indice Dow Jones US Airlines è sceso del 24% dall’11 luglio, con due delle principali compagnie aeree USA Delta Air Lines e American, che hanno tagliato le previsioni sugli utili del terzo trimestre a causa dell’aumento dei prezzi del carburante. Mentre l’indice S&P 500 Energy, al contrario, è cresciuto dell’11% nello stesso periodo.