Outlook Bitcoin dopo terzo halving della sua storia e in tempi di COVID. Importante endorsement arriva da Paul Tudor Jones
Bitcoin: il terzo halving della sua storia è avvenuto, e gli insider si interrogano sugli effetti che l’evento avrà sulla criptovaluta numero uno al mondo. L’halving è avvenuto per la precisione nella giornata di ieri, lunedì 11 maggio, accompagnato da una volatilità significativa del Bitcoin, che ha riportato oscillazioni tra il 5-7% sia al rialzo che al ribasso, nelle tre ore precedenti il momento in cui Antpol ha minato il blocco 630.000.
Sul mercato CoinMarketCap i prezzi erano balzati velocemente, ancora prima, dell’8% da $8.475 a $9.168 per poi retrocedere velocemente sotto il supporto a quota $8.750.
Oggi, alle 12.07 ora italiana, il Bitcoin sale di oltre +2%, superando quota $8.810. Ma, oscillazioni quotidiane a parte, quale sarà il trend del Bitcoin a seguito del terzo halving della sua storia?
Intanto vale la pena rispolverare il concetto di halving, come ha fatto Christian Miccoli, fondatore insieme a Vincenzo Di Nicola di Conio, primo portafoglio Bitcoin italiano che funziona su smartphone:
“L’halving prevede il dimezzamento dei bitcoin ottenuti dai miner per l’estrazione di nuovi blocchi della blockchain”.
Si tratta di un evento che è stato “messo a punto per ridurre il numero di nuovi bitcoin generati, limitando a 21 milioni il numero massimo di Bitcoin in circolazione e sostenerne conseguentemente il valore”.
Miccoli ha ricordato che, “in seguito all’halving del 2012, il valore del Bitcoin ha oltrepassato la quota di 1.000 dollari, quando un anno prima ne valeva meno di 10. Lo stesso è accaduto in seguito all’halving del 2016: il suo valore è arrivato a toccare i 20.000 dollari, quando un anno prima dell’halving valeva solo 200 dollari“. Praticamente, in entrambi i casi il meccanismo ha aumentato il valore della moneta virtuale di 100 volte.
“L’aumento dei prezzi avvenuto in queste 2 occasioni, è stato dovuto sia alla riduzione improvvisa dell’offerta di nuovi Bitcoin immessi sul mercato, che ad un aumento della domanda – ha continuato il fondatore di Conio – Si trattava rispettivamente di anni – nel 2012 – in cui iniziavano a nascere, 3 anni dopo il debutto della criptovaluta, i primi exchange per acquistare e vendere Bitcoin in modo più semplice, e in cui si iniziava ad assistere – nel 2016 – ai risultati dei massicci investimenti dei Venture Capital nel settore con conseguente avvio di un ecosistema in grado di diffondere e “democratizzare” l’utilizzo delle criptovalute rispetto ad una iniziale platea molto ristretta”.
Stavolta però il fenomeno si è verificato in un contesto decisamente diverso, per l’esattezza in un “quadro a contorno particolarmente variegato: una graduale riapertura dopo un lockdown che ha fermato il mondo per la prima volta dopo 75 anni di crescita ininterrotta e sempre più accelerata e un lockdown che ha portato allo scoperto le tante fragilità e contraddizioni di un mondo ormai eccessivamente ‘teso’ e finanziarizzato e, per questa ragione, condannato a una crescita impossibile da sostenere. Un mondo in cui per la prima volta, a memoria di trader (contemporaneo), va in negativo il prezzo del petrolio, i mercati finanziari vengono esposti ad un ottovolante di variabili geo –politico – sanitari ogni giorno; quantitative easing sempre più massicci diventano la via per cercare di uscire dalla crisi con il bene rifugio per eccellenza – l’oro – che tiene la barra dritta, e viene persino superato da bitcoin, l’altra risorsa finita”.
Detto questo, “nonostante l’effetto della pandemia possa prevalere nel breve termine, ci sono altri fenomeni di cui si vedranno gli effetti nel corso dei prossimi anni. Dalla sua, infatti, il mondo bitcoin, come nei due precedenti halving, si trova in un momento di svolta: sempre più facile da acquistare, scambiare e conservare; guardato con sempre minore diffidenza e sospetto da istituzioni bancarie che, anzi, iniziano a offrire ai propri clienti piattaforme per acquisto e vendita dell’asset (Hype lo ha annunciato nel marzo 2020) e dai gestori che iniziano a vedere nella criptovaluta un potenziale alleato in grado di migliorare l’alpha di portafoglio in un mondo che si muove sempre più a ‘rendimento zero’.
Così aveva anticipato ieri Eugenio Sartorelli, vice presidente e membro del comitato scientifico di Siat, intervenendo alla trasmissione Borsa in Diretta su FOL TV.
“A parità di energia spesa i miners producono la metà di bitcoin e questo vuol dire che questa criptovaluta è una moneta deflazionistica, in contrapposizione alle banche centrali che mettono in atto politiche inflattive. Questo vuol dire che se la domanda di bitcoin rimane costante e la produzione dei miners si dimezza, è facile capire che sempre di più in futuro ci sarà scarsità di bitcoin. Se il bitcoin non muore, a parità di domanda, ci si deve aspettare inevitabilmente un trend rialzista di lungo periodo”, ha concluso Sartorelli, specificando di prevedere una domanda di bitcoin che salirà con il tempo.
Gli analisti bullish sul Bitcoin post terzo halving non mancano, anche se c’è qualcuno che frena, come Lennard Neo, responsabile della divisione di ricerca presso Stack, società di Singapore: “Sebbene molti anticipino movimenti bullish a seguito dell’halving, noi riteniamo che lo shock dell’offerta che si verifica immediatamente dopo l’evento dell’halving avrà un impatto limitato sui prezzi, nel breve termine”.
Da segnalare che, stando ai dati riportati da CoinCorner, guardando al breve termine, il Bitcoin salì del 7% un mese dopo il primo halving del 2012, perdendo invece il 10% nel mese successivo al secondo halving del 2016. Detto questo, i prezzi volarono del 944% sei mesi dopo l’halving del 2012, per salire del 38% nei sei mesi successivi all’evento del 2016.
Così aveva commentato il creatore del Stock-to-Flow in uno dei suoi tweet:
“Il Bitcoin Halving del 2020 sarà uguale a quello del 2012 e del 2016. Seguendo il modello S2F, mi aspetto un prezzo dieci volte maggiore (approssimativamente, non è una cifra precisa) uno o due anni dopo l’halving. Il prossimo halving sarà decisivo per il modello S2F. Spero che grazie a questo halving riusciremo a comprendere meglio elementi fondamentali ed effetti network”. Il modello prevede praticamente che, dopo l’halving del Bitcoin, i prezzi in dollari della criptovaluta potrebbero balzare fino a $30.000 entro la fine di quest’anno”.
Intanto, cresce il numero dei fan del Bitcoin. La criptovaluta ha ricevuto nelle ultime ore una sorta di endorsement di tutto rispetto: quello di Paul Tudor Jones che, in un’intervista rilasciata alla Cnbc, ha rivelato di detenere appena più dell’1% dei suoi asset nella criptovaluta numero uno al mondo.
“Forse è quasi il 2% – ha precisato – Al momento, questo mi sembra il numero giusto”. Jones aveva già dichiarato di aver puntato sulla moneta digitale, senza rivelare però la portata della sua esposizione.
Per “ogni giorno in cui il Bitcoin sopravvive, la fiducia nei suoi confronti sale”, ha detto.