Notizie Notizie Mondo La Sec ha detto sì: Medallion Fund, la macchina macina soldi più grande del mondo, entra nell’arena del Bitcoin

La Sec ha detto sì: Medallion Fund, la macchina macina soldi più grande del mondo, entra nell’arena del Bitcoin

20 Aprile 2020 14:30

Per gli addetti al settore è sinonimo di successo e di money: è Medallion Fund, che un articolo di Bloomberg ha definito “forse la macchina macina soldi più grande del mondo”. E’ un hedge fund noto anche come ‘black box‘ per il suo essere circondato da un’aura di mistero, visto che si tratta di un fondo quasi segreto, a cui possono accedere soltanto i dipendenti di Renaissance, 300 circa, di cui ben 90 vantano Phd in diversi settori.

A sua volta Renaissance – fondata nel 1982 dal noto matematico James Harris Simons, – è una società di gestione attiva nei mercati finanziari globali, che si basa su metodi di investimento matematici e statistici e che punta sul trading sistemico.

Non per niente il fondo Medallion, che è anche il suo fiore all’occhiello, spesso è stato definito anche come l’hedge fund degli scienziati.

LEGGI ANCHE Bitcoin pronto ad affiancare l’oro come bene rifugio, i due asset ora si muovono all’unisono. Miccoli (Conio): 4 ragioni per dire sì

Del valore di 10 miliardi di dollari, di Medallion si sta parlando in queste ore per due motivi: 1) l’articolo del Wall Street Journal, da cui è emerso che, dall’inizio dell’anno, il fondo ha riportato un guadagno al netto delle tasse pari a +24%, battendo gli indici azionari tradizionali di mercato, come lo S&P 500 e il Dow Jones che, nello stesso periodo di tempo, hanno visto azzerare più dell’8% del loro valore.

La seconda notizia, che sta raccogliendo in queste ore l’attenzione del mondo della finanza, è che il fondo ha ricevuto l’autorizzazione per scommettere sul cripto universo.

A lady wearing a protective mask walks her dog in front of a Bitcoin exchange shop in Krakow’s city center.
On Saturday, April 18, 2020, in Krakow, Poland. (Photo by Artur Widak/NurPhoto via Getty Images)

La notizia è stata riportata da CoinTelegraph, che segnala come, in una nota che risale allo scorso 30 marzo, la Sec (Securities and Exchange Commissione, praticamente la Consob americana) abbia confermato che il fondo Medallion di Renaissance Technologies avrà accesso al mercato dei futures sui Bitcoin: per la precisione, alle transazioni sui futures sul Bitcoin che avvemgono sulla piattaforma CME Group.

La notizia non farebbe scalpore se non si trattasse del fondo di Jim Simons, praticamente l’invidia dell’industria degli hedge fund da parecchi anni.

Dal 1988 Medallion ha riportato infatti,  in media, guadagni annuali pari al 66% al lordo delle tasse: tra i suoi anni migliori compaiono perfino il 2000 e il 2008, che si sono confermati invece tra i più difficili per la maggior parte degli investitori.

Il sito Coindesk riporta anche che, in base agli ultimi dati disponibili, il CME conta contratti sui futures sul Bitcoin per un valore di $181 milioni, in rialzo del 70% rispetto ai minimi di marzo, ma ancora molto al di sotto del picco testato quest’anno, nei pressi di $338 milioni.

In realtà, a parte la notizia relativa all’ok della Sec ricevuto, Coindesk scrive che “non si sa se Medallion parteciperà o meno a quel mercato. Dalla notizia (infatti) non emerge se Medallion abbia iniziato ad acquistare contratti futures sul Bitcoin o se abbia intenzione di farlo in futuro. Inoltre Renaissance, famosa per avere le labbra ben cucite sul suo fondo migliore, non ha risposto alla richiesta di commenti”.

Si ipotizza comunque che l’interesse del fondo possa essere spiegato con il balzo della volatilità del Bitcoin che, come dimostra il grafico, è stato notevole.

Medallion viene considerata una società di trading “medium-frequency” che detiene investimenti, così come ha riferito un suo stesso dipendente, in un arco temporale che può variare “da momenti a mesi”, più che in qualche millisecondo. E tuttavia, riesce a beneficiare della volatilità presente sui mercati come se fosse una società di trading “high frequency” (HFT).

Interesse Medallion in vista Halving Bitcoin

Detto questo, l’interesse di Medallion si starebbe manifestando proprio in vista dell’imminente halving della moneta digitale numero uno al mondo che, secondo l’ideatore dello Stock-to-Flow (S2F), deciderà la vita o la morte del modello di prezzo da lui ideato.

Da segnalare che, per Halving, si intende quell’evento, prestabilito, a partire dal quale la la ricompensa che viene assicurata ai miner per l’estrazione di nuovi blocchi della blockchain Bitcoin viene dimezzata.

Così spiega Coindesk: “A un certo momento a maggio, il numero di bitcoin (BTC) che entra in circolazione ogni 10 minuti (conosciuto come block rewards) scenderà della metà, a 6,25 dai 12,5. Si tratta di una pietra miliare il cui arrivo è facile da prevedere, dal momento che si verifica ogni quattro anni e visto che, fino a oggi, è accaduto due volte.

Così il creatore del Stock-to-Flow in uno dei suoi tweet recenti:

“Il Bitcoin Halving del 2020 sarà uguale a quello del 2012 e del 2016. Seguendo il modello S2F, mi aspetto un prezzo dieci volte maggiore (approssimativamente, non è una cifra precisa) uno o due anni dopo l’halving. Il prossimo halving sarà decisivo per il modello S2F. Spero che grazie a questo halving riusciremo a comprendere meglio elementi fondamentali ed effetti network”.

Il modello prevede praticamente che, dopo l’halving del Bitcoin, i prezzi in dollari della criptovaluta potrebbero balzare fino a $30.000 entro la fine di quest’anno. Da segnalare che il Bitcoin, al momento, è scambiato attorno al supporto di 7.000 dollari.

Tornando all’autorizzazione ricevuta dal Medallion Fund, il fondo ha incassato un ritorno annuale al lordo delle tasse, pari a +66%, dal 1988: si tratta di un record che Wall Street non è riuscita ad eguagliare. Alla fine del 2019 la sua ‘holding’ Renaissance deteneva AuM (asset under management) per un valore di 166 miliardi.