Oro aggiorna record, negli Usa scatta mania per i lingotti di Costco. Dove arriverà?
Tutti pazzi per l’oro. Le quotazioni del metallo giallo continuano a salire, spostando sempre più in alto l’asticella del record oltre quota 2.700 dollari all’oncia. Un susseguirsi di rialzi che ha fatto brillare il metallo giallo rispetto a gran parte dei mercati azionari. Nel giro di un anno infatti l’oro ha messo a segno un progresso del 37% contro un +27% del Ftse Mib e un +23% dell’Eurostoxx 50 (variazione su un anno).
Una corsa inarrestabile? Secondo alcuni analisti, questa fase rialzista potrebbe continuare, per una serie di fattori. Intanto è emblematico quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove è scattata la mania per i mini lingotti della grande catena americana di ipermercati all’ingrosso Costco.
Negli Usa vanno a ruba i lingotti d’oro di Costco
L’anno scorso Costco ha iniziato a offrire lingotti d’oro da 1 oncia agli acquirenti online, scatenando in poco tempo un boom di richieste. La catena retail di superstore avrebbe infatti registrato vendite di lingotti d’oro per 200 milioni di dollari al mese. E la domanda è stata così grande che la maggior parte dei punti vendita ha esaurito le scorte all’inizio di ottobre, stando a quanto riportato da Bloomberg, costringendo il rivenditore a iniziare offrire lingotti di platino.
La mania per i lingotti di Costco potrebbe nascondere un messaggio economico. L’interesse verso l’oro dimostrato dai consumatori e dagli investitori retail d’Oltreoceano si va infatti ad aggiungere ad altri fattori più tradizionali che sostengono i metalli preziosi, come la riduzione dei tassi di interesse, gli acquisti da parte delle banche centrali e la ricerca di un bene rifugio in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche.
Non per niente, i metalli preziosi stanno vivendo un momento di grande slancio e per diversi analisti la tendenza rialzista sull’oro è destinata a continuare, con il prezzo che potrebbe raggiungere i 2.800 dollari nei prossimi mesi.
Per Robeco vedremo il ritorno in auge dell’oro come asset class
“Nonostante la volatilità, l’oro offre un valido strumento di diversificazione, grazie alla bassa correlazione con i Treasury Usa e le azioni, e alla correlazione addirittura negativa con le altre materie prime”, ha affermato Arnout van Rijn, Portfolio Manager del team multi asset di Robeco, spiegando la ragione per cui la casa d’affari ha deciso di introdurre un’allocazione tattica in oro al fianco di un ampio paniere di materie prime.
Secondo Robeco, sono diversi i fattori per rimanere positivi sul metallo giallo, in particolare la domanda delle banche centrali e l’aumento della ricchezza in Asia.
Partiamo dal primo. La crisi finanziaria globale del 2008-2009 ha rappresentato un momento decisivo che ha riacceso l’interesse delle banche centrali per l’oro. “Il rischio di collasso di alcuni istituti finanziari, in assenza di salvataggi, e la perdita di fiducia nei depositi bancari hanno riaffermato il ruolo dell’oro come inconfutabile riserva di valore”, ricorda Robeco. Nel complesso dopo il 2009, le banche centrali hanno rivisto la loro posizione sull’oro, trasformandosi da venditrici ad acquirenti.
Secondo un sondaggio condotto nel 2024 dal World Gold Council, nei prossimi cinque anni il 69% delle banche centrali intende aumentare la quota di oro nelle proprie riserve, a scapito delle posizioni in dollari. Attualmente, solo il 17% delle riserve delle banche centrali globali è detenuto in oro.
A questo va aggiunta, secondo Robeco, la crescita della domanda di oro da parte di alcuni paesi asiatici. “La distribuzione geografica delle riserve auree mostra una forte disomogeneità: mentre nei paesi occidentali l’oro rappresenta il 60-70% delle riserve, in Cina e India la sua quota è molto più bassa (5% e 10% rispettivamente). Questo dato lascia intuire chiaramente da quali aree geografiche potrebbe provenire la domanda futura”.
UBP : oro sui 2.800 dollari nei prossimi mesi
Positivi anche gli analisti di UBP, che vedono l’oro raggiungere nuovi record, a quota 2.800 dollari nei prossimi mesi. “In vista del quarto trimestre, riteniamo che la riduzione dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, unitamente all’indebolimento del dollaro statunitense, continuerà a spingere l’oro verso l’alto. Un’ascesa verso livelli di circa 2.800 dollari per oncia entro la metà del 2025 è del tutto possibile”, sostengono.
Oltre ai fattori già citati in precedenza, a sostegno della loro tesi gli esperti di UBP citano anche l’aumento verso gli Etf incentrati sull’oro. Secondo i dati del del World Gold Council, gli Etf con sottostante oro fisico hanno segnato il loro quinto mese consecutivo di afflussi netti a settembre, attraendo 1,4 miliardi di dollari . “Prevediamo che nei prossimi mesi gli Etf continueranno a registrare afflussi significativi, in quanto gli investitori diversificano in asset non correlati come l’oro”. Una considerazione che potrebbe dunque sostenere ulteriormente la domanda di oro.