Dilemma oro: il cortocircuito del safe haven, le margin call e il precedente (incoraggiante) del 2008
Nuovi minimi annui per l’oro che continua oggi la sua discesa scivolando sotto la soglia dei 1.500 dollari l’oncia con un calo intraday arrivato a oltre -4% (attualmente -1,8% a 1.489 $). Peggio stanno facendo oggi altri due metalli preziosi, l’argento e il platino, entrambi in calo di oltre l’11%.
Cosa sta succedendo al metallo giallo? L’oro ha infatti una reputazione di vecchia data come copertura contro l’incertezza, con le sue quotazioni che tradizionalmente si muovono controcorrente quando i titoli azionari soffrono momenti di forte incertezza. Neanche il taglio dei tassi monstre da 100 pb deciso ieri sera dalla Federal Reserve ha risollevato i prezzi dell’oro che ieri hanno sofferto la peggior settimana dal 1983 (oltre il 9% di ribasso).
Tra gli operatori si segnalava settimana scorsa la liquidazione di posizioni sull’oro per coprire richieste di margine in altre attività, in particolare azioni. “L’oro fisico negli ultimi giorni è capitolato probabilmente come conseguenza delle margin call, ovvero le chiusure automatiche delle posizioni richieste agli operatori sugli altri investimenti diversi dall’oro per le perdite registrate. L’elevato bisogno di liquidità ha spinto il mercato a recuperarla vendendo gli asset in guadagno”, rimarca Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management.
L’oro non va giudicato nel breve, l’esempio del 2008
Lo scorso il 24 febbraio l’oro aveva toccato il picco massimo degli ultimi sette anni a 1.689 dollari per oncia.
Carlo Alberto De Casa, chief analyst di ActivTrades, interpellato da FinanzaOnline, distingue tra un discorso di breve termine con la possibilità che il metallo giallo scenda ancora, e uno più di lungo periodo dove l’oro conserva il suo status di bene rifugio considerando anche l’enorme crescita della liquidità in circolazione con le ultime mosse delle banche centrali.
In tal senso non va dimenticato che anche nelle prime fasi della crisi finanziaria del 2008 abbiamo assistito a comportamenti simili, con l’oro in un primo momento invischiato nei cali generalizzati. Una volta che gli investitori hanno capito la portata dello stimolo della banca centrale hanno iniziato a comprare nuovamente oro.
Anche il Bitcoin delude i suoi fan in ottica safe haven
Negli ultimi giorni è andato in scena anche il tracollo delle quotazioni del Bitcoin, che molti avevano a ccostato all’oro come asset rifugio chiamandolo anche il nuovo ‘oro digitale’. Il prezzo del Bitcoin così come quello delle altre criptovalute è sceso repentinamente. In particolare il Bitcoin, che oggi ha fatto un’incursione sotto i 5.000 $, è arrivato a segnare -50% tra giovedì e venerdì scorso.
John Bollinger, creatore del popolare indicatore di trading “Bande di Bollinger”, si è detto sorpreso del fatto che il Bitcoin non si stia comportato come ‘bene rifugio’. “Anche il Bitcoin è caduto vittima del panico legato al COVID-19. Non me lo sarei mai aspettato, credevo che avrebbe agito da safe haven”, ha scritto su Twitter. In un’altro tweet ha detto: “Il rifugio è una questione di percezione, non di fatto. Se si ritiene che un bene sia un rifugio sicuro, lo è. La questione è interamente psicologica”.