Notizie Notizie Italia Oro a un soffio da $1.400 nel Day After Fed, hedge fund scaricano il dollaro

Oro a un soffio da $1.400 nel Day After Fed, hedge fund scaricano il dollaro

20 Giugno 2019 15:48

I tori tornano a scalpitare nell’arena dell’oro, che si conferma asset vincente all’indomani dell’annuncio della Fed sui tassi.

I tassi sono stati lasciati invariati al range compreso tra il 2,25% e il 2,5%, ma il comunicato del Fomc e le stesse dichiarazioni rilasciate da Jerome Powell hanno rafforzato le speculazioni di un taglio dei tassi a luglio. Il risultato è che i futures sul bene rifugio per eccellenza sono volati fino a +3% testando il record in quasi sei anni e avvicinandosi a un soffio da $1.400 l’oncia, esattamente a $1.390,70, valore più alto dal settembre del 2013. Al momento, le quotazioni avanzano del 2,75% a 1385,50 l’oncia.

Il rialzo è stato il più alto dallo scorso ottobre. In crescita anche i metalli industriali, con il rame balzato sul London Metal Exchange fino a +1,5% a $5.982 la tonnellata e l’alluminio, il nichel, lo zinco e lo stagno che hanno guadagnato tutti più dell’1%, in un contesto di rally per l’azionario e l’obbligazionario mondiale.

Così Ned Naylor-Leyland, gestore del fondo Merian Gold & Silver, Merian Global Investors, ha commentato il trend dell’oro:

“Il traballante calo dei rendimenti reali statunitensi iniziato lo scorso anno ha accelerato nel corso della notte, in scia al meeting da colomba della Federal Reserve. Ora un taglio il mese prossimo è pienamente prezzato. Come abbiamo ripetuto fino alla nausea nell’ultimo anno, si tratta di un autentico cambiamento strutturale nella politica monetaria. Gli ultimi sette anni di promesse da falco su tassi più alti e sulla riduzione del bilancio della banca centrale sono stati, come avevano avvertito gli investitori in oro, una deviazione all’interno di un trend di una politica monetaria che è accomodante e che lo sarà ancora di più. Man mano che i mercati del cash e delle obbligazioni si innervosiscono circa il futuro potere d’acquisto del dollaro, i prezzi di oro e argento sembrano avviati a riprendere la loro corsa rialzista secolare”.

L’analista ricorda che quando la Fed iniziò a mostrare un atteggiamento da falco, promettendo il ridimensionamento del bilancio (ovvero il Quantitative Tightening), le quotazioni dell’oro viaggiavano a “circa 1.800 dollari l’oncia”, mentre quelle dell’argento attorno ai “40 dollari l’oncia”. Ora “i bilanci delle banche centrali sono ancora più ampi e l’oro tratta sotto i 1.400 dollari l’oncia, mentre l’argento è intorno ai 15 dollari l’oncia”.

Detto questo, per “gli appassionati di metalli monetari sembra che il secondo semestre di quest’anno si prospetti nettamente migliore. Le parole di Jerome Powell sono particolarmente apprezzate da coloro che detengono titoli azionari di società di estrazione di oro e argento, che offrono un’esposizione orientata alla ripresa del trend di lungo termine rispetto alla carta e a favore del “true money” ponderato a rischio zero”.

Oro trova assist in forte calo dollaro

Il rialzo delle quotazioni dell’oro si spiega ovviamente con il trend del dollaro, che si avvia a riportare la flessione in due giorni più forte in un anno; il sito Cnbc spiega il trend del biglietto verde con la decisione di alcuni hedge fund che si erano posizionati long sulla valuta prima dell’annuncio sui tassi di procedere a forti smobilizzi.

Il Dollar Index ha ceduto così fino a -0,5%, scendendo a quota 96,64 e soffrendo le due sedute peggiori dal febbraio del 2018. Secondo alcuni strategist, d’altronde, Jerome Powell & Co. potrebbero decidere di tagliare i tassi anche di 50 punti base nella riunione di luglio. Il ribasso del dollaro ha zavorrato i rendimenti dei Treasuries, con quelli a dieci anni che sono scesi sotto la soglia del 2% per la prima volta dal 2016. Occhio, tra l’altro, alle indicazioni arrivate dal dot-plot del Fomc.

Anche Nitesh Shah, Direttore della Ricerca per WisdomTree, ha detto la sua sull’oro, commentando il balzo delle quotazioni fino al massimo in quasi sei anni:

“Dopo il rallentamento tra febbraio e maggio 2019, l’oro ha visto di recente un nuovo slancio vitale. Con l’inversione di rotta della politica della Federal Reserve – che ha indicato la probabilità di un taglio dei tassi per l’anno prossimo – i rendimenti dei Treasury sono diminuiti e il dollaro USA si è indebolito. Questo è stato un vantaggio per i prezzi dell’oro. Inoltre, le questioni geopolitiche sono state riconosciute dal mercato. Nell’ultimo mese ci sono stati pochi progressi visibili nella risoluzione della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina e permangono dubbi sul fatto che i Presidenti di entrambi i paesi possano sbloccare la situazione di stallo quando si incontreranno al G20 di Osaka il 28/29 giugno. Il rischio di uno scontro militare in Medio Oriente è in aumento, poiché l’Iran sta per violare i termini del Piano d’azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action – JCPOA). Gli attacchi alle petroliere (di cui è stata attribuita la responsabilità all’Iran) e l’abbattimento di ieri di un drone statunitense, rivendicato dalla Guardia rivoluzionaria iraniana, evidenziano chiaramente il potenziale di escalation militare. L’oro tende ad essere un porto sicuro in tempi di tensione geopolitica”.