Mps, Lovaglio post conti: ‘non siamo più un problema’
“Mps non e’ piu’ un problema sistemico ma un vero asset di valore per il Paese”. Così Luigi Lovaglio, l’ad di Mps Monte dei Paschi di Siena dopo la pubblicazione dei conti del quarto trimestre e dell’intero 2022.
Nel quarto trimestre dell’esercizio 2022, l’utile di pertinenza della Capogruppo è stato pari a 156 milioni di euro, a fronte di una perdita di 388 milioni di euro conseguita nel trimestre precedente.
Nel commentare i numeri della trimestrale e dei risultati di bilancio del 2022, il ceo Lovaglio ha ricordato che “oggi è esattamente un anno da quando ho avuto l’onore di assumere questo incarico”, esprimendo tutta la sua soddisfazione per i risultati:
“Mai mi sarei aspettato dopo solo sette mesi dall’avvio del nuovo piano di trovarmi oggi a presentare un utile di 156 milioni nel quarto trimestre, un Cost-income al 60%, già in linea con il target di piano al 2024, e un indice di solidità patrimoniale al 15,6%”.
Il ceo ha definito i numeri “un punto di svolta” nel percorso del piano della banca, dicendo di prevedere anche che Mps, nel corso del 2023, sarà vicina al target di utili di 700 milioni.
E ancora, nel corso della conference call con gli analisti, Lovaglio ha detto che “Mps è fondamentalmente uscita da un periodo oscuro”, fattore che “dovrebbe spianare la strada per qualsiasi operazione la banca dovesse intraprendere in futuro”.
“Adesso la banca è nelle posizione ideale da tutti i punti di vista. Io ho una visione chiara e siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi, vogliamo procedere il più rapidamente possibile. Dopo anni difficili di navigazione, oggi siamo certi di raggiungere un porto sicuro”.
Conti Mps IV trim e anno 2022: i numeri
Mps ha chiuso il 2022 con una perdita di 205 milioni di euro, a causa dei costi di ristrutturazione di 903 milioni legati alle uscite volontarie di più di 4.000 dipendenti, alla fine di novembre del 2022.
“Esclusi i costi di ristrutturazione una tantum per esodi (925 milioni di euro)” l’utile netto dell’anno è stato pari a 720 milioni di euro, “supportato da un risultato operativo lordo di 989 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 425 milioni di euro”, si legge nella nota.
Nel 2021 Monte dei Paschi di Siena aveva incassato un utile di 310 milioni di euro.
Guardando nello specifico al quarto trimestre del 2022, l’utile di pertinenza della Capogruppo è stato per l’appunto pari a 156 milioni di euro, a fronte di una perdita di 388 milioni di euro conseguita nel trimestre precedente.
I ricavi sono ammontati nell’intero anno 2022 a 3,088 miliardi di euro, in crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto al margine di interesse, che ha beneficiato del rialzo dei tassi e dell’attività commerciale.
La banca senese guidata dall’AD Luigi Lovaglio ha messo in evidenza che “il positivo andamento del margine di interesse ha più che compensato la flessione delle commissioni nette e la dinamica degli altri ricavi, condizionata da effetti una tantum“.
Per quanto concerne il quarto trimestre del 2022, i ricavi di Mps sono saliti del 15,6% rispetto al trimestre precedente, grazie all’incremento del margine di intermediazione primario (+14,3%), sulla scia della crescita del margine di interesse (+31,4%), che ha più che assorbito il calo delle commissioni nette (-5,6%).
In crescita rispetto al trimestre precedente anche gli altri ricavi della gestione finanziaria, per effetto del maggior contributo del risultato della negoziazione.
L’effetto dei rialzi dei tassi della Bce sulla redditività di Mps Monte di Stato – dossier tra quelli che più scottano sulla scrivania della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – è evidente:
Nell’intero 2022, il margine di interesse della banca senese che vede come azionista di maggioranza il Tesoro italiano, con una quota del 64%, è stato “pari a 1,539 miliardi di euro, in aumento del 26,0% rispetto al 2021. La crescita è stata generata prevalentemente dal maggior contributo del comparto commerciale, che ha beneficiato soprattutto di maggiori interessi attivi sugli impieghi generati dalla crescita dei tassi e dell’attività commerciale”.
Gli oneri operativi della banca capitanata da Luigi Lovaglio, relativi al 2022, sono stati pari a 2,099 miliardi di euro, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente.
In flessione anche i costi dell’ultimo trimestre 2022 rispetto al trimestre precedente (-3,2%).
Al 31 dicembre 2022 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi si è attestato inoltre a “circa 7,8 mld di euro, in crescita di 2,5 mld di euro rispetto al 30 settembre 2022, per effetto principalmente dell’aumento di capitale concluso positivamente nel mese di novembre 2022″.
Rispetto al 31 dicembre 2021 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi è aumentato di 1,6 miliardi di euro, sulla scia, ancora, all’operazione di rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi di euro, e per altri due fattori, ovvero per la riduzione delle riserve di valutazione e la perdita netta conseguita nell’esercizio 2022.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in di Mps è salito al 16,6% (rispetto al 12,5% di fine 2021 e al 10,0% del 30 settembre 2022), il Common Equity Tier 1 Ratio fully loaded al 15,6% (rispetto al 11,0% di fine 2021 e al 9,0% del 30 settembre 2022) e il Total Capital Ratio phased-in ha raggiunto il 20,5% (rispetto al 16,1% di fine 2021 e al 13,9% del 30 settembre 2022.
Lovaglio rimarca fiducia nel Monte
Sul tema NPL-crediti deteriorati, la banca ha annunciato che il totale dei finanziamenti alla clientela deteriorati del gruppo è stato pari a 3,3 miliardi di euro in termini di esposizione lorda, in ribasso rispetto al valore del 30 settembre 2022, dunque del terzo trimestre (pari a 4,1 mld di euro) e a quello del 31 dicembre 2021 (pari a 4,1 mld di euro).
Che Mps non fosse più un problema per l’Italia, il ceo Luigi Lovaglio lo aveva detto già all’inizio di quest’anno, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore:
Banca Monte Paschi di Siena non è più «un problema sistemico» per l’Italia ma è anzi «padrona del suo futuro» e deve essere «un pivot del sistema bancario e del processo di consolidamento».
Proprio in questi stessi giorni del 2022, Luigi Lovaglio assumeva la carica di amministratore delegato del Monte dei Paschi, banca italiana che, fino a qualche mese fa almeno, si è messa in evidenza più per essere una patata bollente per il suo maggiore azionista – lo Stato italiano – che per altro.