Notizie Notizie Italia Mps e l’effetto Lovaglio: esplode febbre sul titolo

Mps e l’effetto Lovaglio: esplode febbre sul titolo

9 Gennaio 2023 10:21

Mps: per Luigi Lovaglio, amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, la banca è pronta per il risiko bancario.

Mps pronta per il risiko: «Dopo piano e aumento (di capitale) può solo creare valore»”, è il titolo dell’articolo pubblicato sul Il Sole 24 Ore, che ha intervistato il numero uno della banca senese.

Mps non più patata bollente di Stato e dunque, come è stata spesso definita nel corso della sua travagliata storia degli ultimi anni, non più Monte di guai a caccia eterna dei soldi dei contribuenti italiani?

Nelle potenzialità dell’istituto, il ceo Luigi Lovaglio ha sempre creduto, e questa fiducia è stata ribadita dall’ad nell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore.

Mps, il ceo Lovaglio: non più problema sistemico per l’Italia

Banca Monte Paschi di Siena non è più «un problema sistemico» per l’Italia ma è anzi «padrona del suo futuro» e deve essere «un pivot del sistema bancario e del processo di consolidamento». Luigi Lovaglio, ceo della storica banca senese da febbraio 2022, è il manager che lo scorso ottobre ha condotto in porto l’aumento di capitale da 2,5 miliardi imposto dalla Bce per riportare in equilibrio gli indici patrimoniali dell’istituto”, scrive Luca Davi nell’articolo di sabato, 7 gennaio 2023.

Le dichiarazioni di Lovaglio si riflettono subito nell’andamento del titolo del Monte dei Paschi, che scatta in borsa fino a quasi +7% nelle prime ore della giornata di contrattazioni a Piazza Affari, estendendo i guadagni della scorsa settimana.

Venerdì scorso, in una sessione che ha visto fioccare a Piazza Affari i buy, le quotazioni della banca senese sono salite di oltre il 2,5%, beneficiando di un mercato che, a partire dalla prima giornata di contrattazioni del 2023, quella del 2 gennaio scorso, aveva già iniziato a scommettere sull’arrivo di tempi migliori del Mps, soprattutto sul risiko bancario, ergo su una operazione di M&A con un’altra banca che potesse siglare finalmente l’uscita del Tesoro-Mef, tuttora maggiore azionista con una quota del 64% circa, dal capitale del Monte.

La prima sessione del 2023 aveva visto il titolo Mps andare su di giri, in rally del 9% circa, dopo le rassicurazioni rilasciate dallo stesso istituto.

Mps: l’assist dai commenti di Meloni e dall’annuncio della Bce

Nell’informativa mensile richiesta dalla Consob, Montepaschi sottolineava che, sulla scia del successo dell’aumento di capitale di 2,5 mld di euro, e grazie alla realizzazione del piano industriale, i dubbi sulla continuità aziendale non avevano più motivo di esistere.

Qualche giorno prima, era stata la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad affrontare il dossier:

“È stato fatto un aumento di capitale, c’è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida, lavoriamo per assicurare un’uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari”.

Meloni aveva parlato anche di unasituazione gestita fin qui abbastanza pessimamente”.

E ancora prima, era arrivata una buona notizia dalla stessa Vigilanza della Bce, che aveva annunciato la rimozione del divieto di distribuzione dei dividendi.

Riguardo ai requisiti patrimoniali del Monte, la Bce confermava quelli per il 2022, precisando che quei criteri erano stati tra l’altro “ampiamente rispettati”.

La carrellata di notizie positive si univa alle indiscrezioni di mercato, riportate dall’agenzia di stampa Radiocor-Il Sole 24 Ore,
sul fatto che il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) avesse avviato, nelle vesti di maggiore azionista del Monte, trattative preliminari con le principali banche italiane per un’eventuale privatizzazione.

La ciliegina sulla torta è arrivata lo scorso 7 gennaio con le parole del ceo Luigi Lovaglio, che ha detto che, nelle condizioni attuali, Mps non può essere considerata più “un problema sistemico” per l’Italia, ma come una banca “padrona del suo futuro”.

Per il ceo, una banca addirittura “traino del sistema bancario e del processo di consolidamento”.

Luigi Lovaglio ha parlato anche di una “dote” della banca senese: quella relativa al fatto che il Monte potrà contare a partire già da questo anno su un calo delle spese del personale superiore ai 300 milioni:

Con questa dote iniziamo il 2023 rafforzando la credibilità del target di 700 milioni di utile pre-tax al 2024″, ha sottolineato il ceo, confermando tutta la fiducia nel futuro dell’istituto:

Adesso ci sono i presupposti per risolvere definitivamente i problemi del Monte e far emergere il grande valore della banca, che oggi presenta l’assetto ideale per intraprendere un percorso di crescita di banca commerciale ben radicata sul territorio, contando anche su azionisti che sono soci industriali e istituzionali con capitali orientati al lungo termine. Possiamo essere protagonisti del nostro futuro, continuando sulla via tracciata dal piano industriale”, ha spiegato Lovaglio a Il Sole 24 Ore.

Mps, titolo buy? Cosa dice Equita SIM

Equita SIM, nella sua nota odierna, ha messo in evidenza gli spunti emersi dall’intervista al CEO di Mps, facendo notare che l’AD Luigi Lovaglio “si è espresso in maniera fiduciosa sulle prospettive della banca dopo il successo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi e sul ruolo che Mps potrà avere all’interno del processo di consolidamento del settore bancario in Italia.

I principali spunti riassunti da Equita SIM sono i seguenti:

  • Con l’aumento di capitale e l’esecuzione del piano di uscite del personale, Mps si trova nella posizione per avviare un solido percorso di crescita di banca commerciale con forte radicazione sul territorio e non essere più considerata come un rischio sistemico.
  • Il beneficio da rialzo dei tassi darà una contribuzione significativa al margine di interesse rispetto a quanto prudentemente proiettato a piano (2023E-24E EUR 3M a 0,1% e 0,66% da piano vs attuale 2,2%)
  • Dal punto di vista dell‘asset quality, Lovaglio indica come il profilo di rischio di Mps sia comparabile con quello dei peers (3Q22 NPE Ratio pro forma al 4% vs 3,2% medio di settore)
  • Confermato quanto ribadito con la presentazione dei risultati del terzo trimestre del 2022, ovvero che l’andamento dei tassi di interesse e l’esecuzione delle iniziative di piano permetteranno di anticipare alcuni dei target inizialmente previsti, inclusa la possibilità di anticipare la distribuzione di dividendi nel 2025 (dal precedente 2026).

Equita SIM ha aggiunto che “ad oggi Mps tratta a valutazioni interessanti (P/TE 0,32x, a sconto rispetto allo 0,5x mediano di settore e alle banche più comparabili Bper-Banco BPM in area 0.4x di media) e il processo di consolidamento dovrà necessariamente coinvolgere un soggetto come Mps”.

Dunque, in conclusione, “riteniamo che le indicazioni del CEO siano supportive in merito all’esecuzione della strategia delineata a piano e  possano contribuire ad aumentare l’appeal speculativo sulla banca”.

Insomma, il ceo Luigi Lovaglio crede nella riscossa di Mps. E a crederci sembra essere anche il mercato. Almeno per ora.