Notizie Notizie Italia Mps ansia di Stato, la perdita di quasi 1 mld e l’eterno problema capitale. E ora c’è anche una doppia bomba

Mps ansia di Stato, la perdita di quasi 1 mld e l’eterno problema capitale. E ora c’è anche una doppia bomba

7 Agosto 2020 11:31

Il capitale non è sufficiente. C’è bisogno di capitale aggiuntivo. Urge un’operazione di aumento di capitale. Sono necessarie più risorse. La parola capitale assilla Mps da anni. Ma quanto sconcerta gli italiani ora è che il problema si sta di nuovo ripresentando, nonostante la ricapitalizzazione precauzionale lanciata dallo Stato nel 2017, che ha reso il Tesoro il maggiore azionista dell’istituto senese.

Mps patata bollente per lo Stato. Oltre a perdita bilancio 1 mld c'è anche la bomba dei rischi legaliIl tutto è avvenuto sotto la regia del governo Gentiloni che, una volta ricevuto l’ok dell’Unione europea, ha visto il Mef acquistare nel 2017 una partecipazione pari al 68% della banca, con un assegno da 6,9 miliardi. Per avere un’idea di cosa sia stato l’affare Mps per lo Stato italiano, vale ricordare qualche altra cifra: il Tesoro acquistò le azioni di Mps a 4,28 euro l’una: oggi il titolo vale però 1,5 euro, il che significa che la perdita è stata di ben -65%.

Il che significa, anche, una perdita per lo Stato italiano (dunque per i contribuenti, ergo noi) calcolata in 4,5 miliardi. Se non peggio, visto che, sebbene la tabella di marcia stia andando avanti, c’è un ‘piccolo’ problema: nessuno sta facendo la fila per accollarsi la patata bollente Mps, in vista dell’uscita dello Stato dal capitale, che dovrebbe avvenire, in base agli accordi stilati con l’Ue, entro il prossimo anno.

Il peggio in tutto questo è che l’erosione del capitale di Mps rischia di peggiorare: un po’ perché in base a quanto prevede lo stesso piano, la cessione dei crediti deteriorati per un valore di ben 8,1 miliardi di euro ad Amco necessariamente andrà a pesare sui livelli di capitale, in particolare sul Cet1 ratio. Di fatto, all’indomani dei risultati di bilancio monstre che stanno ovviamente zavorrando il titolo (tonfo di quasi -7% sulla borsa di Milano), il Sole 24 Ore ricorda che la cessione del carico degli NPL è “inevitabilmente destinata a indebolire la solidità attuale: il Cet1 ratio a regime dall’attuale 11,4% è infatti destinato ad atterrare al 9,7%”. Tanto che, “dalla transazione con Amco – che potrebbe avere l’ok Bce tra fine agosto e inizio settembre – Mps si attende un impatto negativo di 130-140 punti sui ratio di capitale”.

Di questa erosione del capitale ne è ben consapevole la Bce, che secondo alcuni rumor, avrebbe già chiesto al Tesoro di intervenire con risorse a favore della banca per 700 milioni. Ne è consapevole ovviamente il governo M5S-PD, mentre circolano indiscrezioni secondo cui l’esecutivo starebbe pensando di sfornare 1,5 miliardi con il decreto agosto a favore di Mps; nell’attesa ieri il Sole 24 Ore ha riportato le indiscrezioni sul lancio di un bond subordinato garantito dal Mef, della “tipologia Tier2, per un valore di 2-300 milioni di euro circa”, per andare incontro alle richieste della banca centrale europea.

Già, insomma, la cessione dei crediti deteriorati ad Amco allarma diversi fronti riguardo al capitale della banca. A questa si aggiunge una vera e propria doppia bomba:

  • Da una parte, l’aumento dei rischi legali a dieci miliardi euro, complice le richieste stragiudizionali per un valore di 3,8 miliardi di euro avanzate dalla Fondazione Mps. Bomba confermata proprio nelle ultime ore, visto che è stata la stessa Mps, nella nota sui conti semestrali, a precisare di aver ricevuto lo scorso 31 luglio “ulteriori richieste stragiudiziali per 3,8 miliardi di euro da parte della Fondazione Mps”, aggiungendo che, dopo tale iniziativa, il petitum delle sole “richieste stragiudiziali” è salito a 4,8 miliardi di euro. Sempre Mps, per bocca dell’AD Guido Bastianini, ha ammesso nel corso della conference call con gli analisti che il totale dei rischi legali sale a questo punto a 10 miliardi: “Dovete aggiungere ai 5,2 miliardi, un miliardo e 3,8 miliardi”, ha precisato il ceo. Il Sole 24 Ore commenta la notizia, sottolineando che, “a questo punto, alla luce dell’incremento dei rischi legali, il problema che si profila per la banca è sempre più quello di un’erosione del capitale. Ad oggi l’istituto rispetta adeguatamente i requisiti prudenziali imposti dalla Bce”. Ma, per l’appunto, c’è la questione dello smobilizzo degli NPL, che diminuirà in modo notevole il Cet1. Sul possibile salvagente dell’emissione di un bond garantito dallo Stato, l’amministratore delegato Guido Bastianini ha risposto alla domanda di un analista sui tempi del lancio dello strumento limitandosi a rispondere che la banca è “in costante consultazione con la Bce”. Aggiungendo: “Non possiamo rivelare nulla di quello che viene discusso con la Bce”.
  • L’altra bomba, che vede protagonista il colosso bancario JP Morgan, è stata riportata dall’agenzia Radiocor: “Nelle slide sui conti del secondo trimestre diffuse agli analisti, la banca di Rocca Salimbeni indica, tra le componenti negative non operative, circa 30 milioni di costi di ristrutturazione “principalmente per il potenziale contratto con Amco”. Si tratta di un’operazione dove una voce di costo, salata, deriva dalle commissioni da pagare per il prestito (bridge loan) da 3,17 miliardi che Jp Morgan e Ubs si sono impegnate a sottoscrivere ed erogare a Siena prima delle assemblee straordinarie di Mps e Amco che dovranno deliberare la scissione. Mps ha precisato a tal proposito che, riguardo alle commissioni dovute per l’operazione Hydra, queste sono state “negoziate ed approvate dal cda attualmente in carica”. Ancora: “il cda precedente aveva avviato contatti con una serie di banche” ma senza “alcun impegno formale” nei confronti di Jp Morgan e Ubs. La banca ha puntualizzato che è stato il cda attualmente in carica ad approvare l’operazione “nonche’ i termini e le condizioni del coinvolgimento delle banche prescelte”.

Intanto si attendono dichiarazioni dal governo, visto che i rumor su un suo intervento a favore della banca continuano a circolare: secondo Milano Finanza, lo Stato potrebbe intervenire con una iniezione da 700 milioni/1 miliardo di euro, una volta definita in modo più puntuale e chiaro possibile l’exit strategist dall’istituto. Da due giorni, circolano altre indicrezioni secondo cui il decreto agosto prevederebbe uno stanziamento fino a 1,5 miliardi di euro a favore di Mps.