Miracolo Tesla finito? Titolo -30% dal record, qualcuno consiglia a Musk di mollare il Bitcoin. Ma motivi crolli sono diversi
Qualcuno dà la colpa anche al Bitcoin: probabilmente, se Elon Musk non avesse avuto la poi non tanto brillante idea di investire nella criptovaluta numero uno al mondo (si vocifera), il titolo Tesla non avrebbe performato così male.
L’ex ceo Aegon Asset Management Gary Black lo dice anche chiaramente: Tesla potrebbe creare “un momentum positivo” per i suoi titoli, se vendesse la quota del valore di $1,5 miliardi che ha accumulato nel Bitcoin.
“Immaginate il momentum positivo che Tesla potrebbe creare, se annunciasse la vendita della sua posizione nel Bitcoin, e autorizzasse piuttosto un buyback azionario”, ha scritto Black su Twitter.
Ma è davvero tutta colpa del Bitcoin?
O non è invece il sell off che si è abbattuto sul Nasdaq e sui titoli delle Big Tech a causa del reflation trade, che ha coinvolto tutte le megacap, Tesla inclusa?
Un articolo dell’Observer sottolinea che “non è solo il titolo Tesla che sta soffrendo, visto che gli indici azionari principali e la maggior parte dei titoli tecnologici hanno sofferto un ribasso, di recente, a causa dell’aumento dei tassi” dei Treasuries Usa.
Tesla si sta mettendo però in evidenza per i sell off piuttosto importanti che stanno assaltando le sue azioni: ieri il titolo ha chiuso a 620 dollari, in flessione del 31% rispetto al record intraday di sempre testato a $900, quando la capitalizzazione di mercato era di circa $800 miliardi, la metà circa del valore di Amazon, nonostante il gruppo avesse consegnato soltanto mezzo milione di auto in un anno.
Praticamente, il valore di mercato è capitolato di 268 miliardi, a 596 miliardi circa.
Il ritracciamento si può spiegare anche con la crescente competizione nel mercato delle auto elettriche: giganti dell’auto come General Motors e Volkswagen si sono fatti ormai avanti.
E ci sono poi le rivali cinesi attive nel mercato EV (dei veicoli elettrici), come Nio, Li Motors e Xpeng, tutte quotate tra l’altro a Wall Street, che stanno dando a Elon Musk & Co. non poco filo da torcere in Cina, il mercato straniero più grande in cui il gruppo opera.
E’ anche vero che anche questi stessi titoli sono stati travolti dagli smobilizzi, nonostante la febbre per le auto elettriche.
Nelle ultime ore è poi arrivata anche una ciliegina sulla torta, che sicuramente non fa da assist al titolo Tesla: l’investitore miliardario Ron Baron ha smobilizzato 1,8 milioni di azioni Tesla per conto dei suoi clienti, dal mese di agosto, nonostante sia convinto del fatto che l’azione balzerà fino a 2.000 dollari nell’arco dei prossimi 10 anni.
Baron, che da tempo investe nel titolo, nel suo intervento alla trasmissione Squawk Box della Cnbc ha reso noto che la sua società omonima ha venduto le azioni, in quanto l’incidenza della quota era diventata troppo elevata in alcuni portafogli di investimento.
“E’ stato doloroso vendere ogni singola azione“, ha affermato, specificando che personalmente non ha venduto neanche uno degli 1,1 milioni di titoli che possiede. La vendita è stata necessaria per “mitigare il rischio” per i suoi clienti: circa 1,2 milioni di titoli, ha precisato Baron, sono stati venduti a un valore compreso tra $400 e $900. Su base annua, il titolo Tesla rimane in rialzo del 338%. E l’investitore è convinto che manterrà la sua esposizione “per almeno 10 anni”.