Tesla, NIO e Plug Power tornano sulla terra, titoli giù fino a -40% dai top dopo sbornia 2020. La view degli analisti per i prossimi mesi
Continua la retromarcia di molti dei titoli che hanno stupito in positivo negli ultimi 12 mesi. Il titolo Tesla ha chiuso ieri a quota 653 dollari, con un calo del 4,84%. Il saldo da inizio anno è negativo del 7,5%, ma a saltare all’occhio è il consistente sboom del 27% rispetto ai massimi in area 900 $ toccati nel primo mese dell’anno. Per il colosso guidato da Elon Musk si tratta ancora di livelli ben superiori rispetto a un anno fa (+328%) e addirittura +1.000% se si guarda a quanto quotava Tesla a inizio marzo 20219. Ma tra gli investitori inizia a serpeggiare un certo timore che il magic moment, dettato anche dall’ingresso nell’S&P 500 lo scorso dicembre, sia finito.
Discesa di Tesla che settimana scorsa ha spinto Cathie Wood, founder e ceo di ARK Investment Management LLC (Ark Invest) ad acquistare massicciamente il titolo. La numero uno di Ark ha detto che si trattava di una rara opportunità d’acquisto.
Da oltreoceano arrivano notizie circa l’erosione della quota di mercato di Tesla nell’elettrico, soprattutto per mano di Ford che guadagna terreno grazie alla nuova Mustang Mach-E. In generale le case automobilistiche tradizionali stanno alzando gli obiettivi per le proprie vendite di veicoli elettrici e vanno ad aumentare la concorrenza nella fascia di prezzo dei prodotti Tesla. General Motors (GM) ha lanciato una versione SUV della sua Chevrolet Bolt una settimana fa, con un prezzo ben al di sotto della Model Y, e ha annunciato che intende vendere solo auto a emissioni zero dal 2035. Ford ha fissato un obiettivo EV ancora più ambizioso per le sue vendite europee con solo veicoli elettrici entro il 2030. In aggiunta Apple sta valutando la possibilità di collaborare con una casa automobilistica per entrare nel settore automobilistico. Questi sforzi stanno innervosendo alcuni investitori Tesla, rimarca Ives, anche se crede che ci sarà abbastanza passaggio ai veicoli elettrici per più vincitori tra le case automobilistiche globali.
Tra gli analisti si segnala come UBS ha portato il target price su Tesla a 730 dollari, più che raddoppiato dai precedenti 325 dollari con rating neutral confermato.
NIO sprofonda dopo conti e guidance, ma JPM vede rosa
A scivolare in maniera marcata sono tutti i titoli che sono rimasti in vetrina nel corso del 2020 e nelle prime settimane del 2021. Tra le EV Stock prosegue la discesa di NIO che ieri ha segnato oltre -4% a $ 41,53, allontanandosi ulteriormente dal suo massimo assoluto di $ 66,99 (a febbraio aveva segnato quasi -20%). Il calo fa seguito al crollo del -13% di martedì a seguito dei conti 2020 e della guidance sulle vendite trimestrali che non hanno convinto il mercato. Nel quarto trimestre 2020 la startup cinese delle auto elettriche ha registrato ricavi per $ 1,02 miliardi e una perdita rettificata di $ 0,14 per azione, ossia il doppio della perdita di $ 0,07 stimata dal consensus di mercato.
Gli analisti continuano però a puntare con forza su questo titolo, reduce dal sensazionale +1.170% del 2020. Secondo l’analista di JP Morgan, Nick Lai , il quarto trimestre di NIO è stato “solido” e la guidance di oltre 20.000 consegne di veicoli nel primo trimestre del 2021 lo porta a essere ottimista sulle prospettive a lungo termine. JPM dice buy sul titolo e indica per il 2021 consegne per almeno 90.500 unità. Tra i possibili catalyst futuri per NIO c’è poi l’espansione in altri mercati. NIO ha detto che entrerà nel mercato europeo e stando a quanto riferito dall’agenzia Reuters sta studiato l’ingresso nel mercato statunitense.
La reazione negativa del mercato ai dati di Nio non è condivisa neanche da Deutsche Bank che non esclude consegne addirittura oltre quota 100 mila nel 2021. DB ritiene che NIO sia sulla buona strada per diventare un leader di mercato nel segmento premium della Cina e ci sono diverse aree di crescita non sfruttata. Tra queste c’è una potenziale partnership per sviluppare un marchio diverso che si rivolge al mercato di fascia medio/bassa, ipotesi che non è stata esclusa per il futuro dal top management di NIO.
Anche Plug Power si spegne
Altro nome eccellente a pagare dazio in questi giorni è Plug Power, il titolo di maggior peso all’interno del maggiore ETF mondiale sulle energie pulite (l’iShares Global Clean Energy ETF). Plug Power, fornitore leader di motori a idrogeno e soluzioni di alimentazione per la mobilità elettrica, ieri ha segnato un sonoro -10% scivolando a 43,81$, ben lontano dai 75$ a cui si era spinto a gennaio. Il titolo Plug Power era arrivato a segnare +1.500% rispetto ai livelli di inizio 2020 e nonostante il ritracciamento delle ultime settimane, il saldo YTD è ancora di oltre +29%.
In generale, a fare dietrofront è tutto il settore tech. Ieri il Nasdaq Composite è scivolato del 2,7% sotto i 13 mila punti con colossi quali Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet che hanno perso più del 2%. L’aumento dei rendimenti obbligazionari solleva preoccupazioni circa le valutazioni azionarie e su una ripresa dell’inflazione. Nello specifico, rendimenti obbligazionari più elevati colpiscono i titoli tecnologici in modo particolarmente duro poiché sono società che fanno affidamento a finanziamenti a basso costo per dare fiato a investimenti per la crescita. Gli investitori stanno riscoprendo settori quali banche ed energetici, mentre pagano dazio i tecnologici. Sia a Wall Street che in Europa anche ieri si è confermata tale tendenza. “E’ stata un’altra giornata caratterizzata da una forte rotazione settoriale che ha visto privilegiare banche e titoli energetici a scapito principalmente (ma non solo) dei titoli tecnologici”, sottolineano gli esperti di MPS Capital Services.