Metro Bank e il guaio contabile: titolo -95% da 2018. Salvagente da Fondo Elliott?

Giornate a dir poco concitate, quelle della banca britannica Metro Bank, che continua a pagare lo scotto dell’errore contabile annunciato a fine gennaio. Errore contabile responsabile di un buco di bilancio pari a 900 milioni di sterline.
Da quel 22 gennaio del 2019, in cui i titoli sono crollati di quasi -40% – soffrendo il calo giornaliero più forte mai accusato da nessuna banca britannica dai tempi della crisi finanziaria globale – per Metro Bank è stato un calvario continuo.
Basti pensare che le quotazioni hanno bruciato il 95% del loro valore dal marzo del 2018 e -90% circa da inizio anno: un sell off che ha portato l’azione a valere quasi niente, da 288 a 192 pence, a fronte di una capitalizzazione di mercato di appena 332 milioni di sterline.
La situazione ha continuato a precipitare la scorsa settimana: lunedì il titolo ha perso -5%, martedì ha fatto -25%, mercoledì -5%, giovedì -4,5%, prima di recuperare terreno nelle ultime ore della seduta di venerdì. L’esito settimanale è stato comunque un disastro: -25%.
Entro la mattinata di venerdì, inoltre, Metro Bank si confermava il secondo titolo più shortato dell’indice Ftse di Londra, dietro a Thomas Cook, l’operatore di viaggio andato in bancarotta. A scatenare l’ennesima ondata di smobilizzi è stata la decisione dell’istituto di credito retail di ritirare l’emissione di bond da 250 milioni di sterline.
Lunedì scorso Metro Bank ha emesso infatti obbligazioni con un’asta che è andata praticamente deserta, nonostante i tassi offerti, pari al 7,5%, il doppio rispetto ai rendimenti che di norma accompagnano queste emissioni.
Metro è riuscita ad attrarre ordini per appena 175 milioni di sterline, e a quel punto ha deciso di dire stop all’operazione di vendite di bond. Una speranza per le sorti della banca è arrivata nellle ultime ore dal fondo Elliott di Paul Singer.
Il Sunday Times ha riportato infatti che Elliott starebbe valutando di acquistare una partecipazione nella banca o i rilevare nuovi debiti nell’ambito di un collocamento privato. Immediata la reazione del titolo Metro Bank, balzato di oltre +8%.
Così ha intanto commentato il disastro dell’emissione di bond Russ Mould, direttore degli investimenti presso AJ Bell:
“L’incapacità di ottenere un sostegno sufficiente a fronte di un rendimento pari al 7,5% è un fattore straordinario, se si considera quanto gli investitori stiano facendo fatica a trovare livelli generosi di rendimenti nel mercato attuale (in un contesto di tassi sempre più bassi) – ha detto Mould – Questo fallimento fa pensare che gli investitori non si fidino della banca o credano che un rendimento del 7,5% non sia semplicemente sufficiente per compensare i rischi di possedere un prodotto del genere”.
Nello spiegare l’accaduto, Metro Bank ha addotto motivi che, in realtà, non sono del tutto campati in aria. Non è certo l’ideale, infatti, collocare sul mercato bond bancari non garantiti a un mese dalla scadenza della Brexit.
E, di fatto, la banca retail non è l’unica ad aver pagato i timori su un no-deal Brexit.
All’inizio di settembre, Bank of Ireland è stata costretta a cancellare una emissione di 300 milioni di sterline, a causa, sempre, del basso livello della domanda. Mentre il produttore di automobili di lusso Aston Martin — il cui rating sul debito è stato affossato al livello junk, ovvero a CCC+ – ha dovuto offrire rendimenti pari a ben il 12% per convincere gli investitori ad acquistare i bond con scadenza nel 2022, del valore di $150 milioni.
Tra l’altro la banca, lo scorso maggio, ha fatto i conti con una corsa agli sportelli che ha colpito le sue filiali londinesi: alcuni suoi grandi clienti hanno ritirato qualcosa come 2 miliardi di sterline di depositi (il prospetto della scorsa settimana ha rivelato tuttavia che l’istituto ha recuperato, durante l’estate, gran parte di quella somma).
A luglio Metro Bank ha poi informato i mercati di aver assistito, nel primo semestre del 2019, a un tonfo dei profitti al netto delle tasse pari a -80%.
Ciliegina sulla torta, la scorsa settimana ha reso noto che l’autorità di mercato FCA (Financial Conduct Authority” ha lanciato una indagine sull’errore contabile rivelato a inizio anno.