Mercati tra trimestrali e dati macro. Gli eventi clou

Gabriel Debach, market analyst di eToro, fa il punto sui mercati finanziari, presentando il calendario dei principali eventi macro e societari attesi per la settimana appena iniziata.
Debach fa notare che, “dopo il passo falso della prima settimana di aprile, i mercati azionari invertono la tendenza, sostenuti da rapporti sull’inflazione ben accolti e da un inizio relativamente buono della stagione degli utili del primo trimestre”.
I nei sui mercati, però, non mancano:
“Nonostante circa il 56% dei titoli dell’S&P 500 scambino al di sopra della propria media a 200 periodi, tuttavia, il rally di inizio anno (+7,38%) viene a mancare di un sostegno democratico, dato che solamente il 32% dei titoli componenti l’indice è stato in grado di sovraperformare la performance del paniere”.
Nasdaq: quella concentrazione sempre più alta delle Big Tech
Una “simile situazione – mette in evidenza Debach – è riscontrabile anche per il tecnologico Nasdaq 100 dove, a fronte di una performance da inizio anno del 18,49%, l’apporto delle società che risultano riportare guadagni superiori all’indice è solamente del 29%. Segno di un rally generato soprattutto dai rialzi delle proprie big, con livelli di concentrazione sempre più elevati”.
Il riferimento qui è alle Big Tech Usa, alcune delle quali esponenti del club FAANG o anche FAAMG, l’acronimo FAANG aggiornato che include sempre Meta (ex Facebook), ma che rimpiazza Netflix con Microsoft, oltre a includere i grandi colossi che fanno parte del primo acronimo, ovvero Amazon, Apple, e Google di Alphabet.
“A tal punto – si legge nell’analisi del market analyst di eToro – si pensi che nel Nasdaq 100 le sole prime 7 società a maggiore capitalizzazione (Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta e Tesla) rappresentano più della metà del peso complessivo dell’indice”.
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Una situazione “migliore viene invece ad essere raffigurata per i listini europei con il Dax che rimarca la maggiore percentuale di supporto di titoli in grado di sovraperformare l’indice, seguito dallo Stoxx 600, Ibex 35, Cac40 e per ultimo il FTSE MIB” di Piazza Affari.
Guardando a Wall Street, la settimana appena aperta per i mercati azionari Usa si presenta “decisamente più soft in termini di pubblicazioni macroeconomiche, ma ricca di pubblicazioni sugli utili di alto profilo che forniranno informazioni sulla performance delle aziende americane e alimenteranno il dibattito se la più grande economia del mondo si stia dirigendo verso una recessione o se vi sia già entrata”.
La scorsa settimana, vale la pena di ricordare, sono stati diffusi i conti di alcuni dei principali colossi bancari di Wall Street e del mondo, per la precisione di Citigroup e di JPMorgan.
Il gigante JPMorgan guidato dal ceo Jamie Dimon, in particolare, si è messo in evidenza con una crescita dell’utile di ben +52%, che ha fatto sperare bene per tutto il settore delle banche Usa, triste protagonista dei mercati nel mese di marzo, dopo il collasso di SVB (Silicon Valley Bank) e le paure sul futuro di altre banhe regionali, come First Republic.
In generale, l’analista di eToro Gabriel Debach sottolinea che le “aspettative per il primo trimestre 2023 sono basse”, precisando che “la crescita attesa degli utili dell’S&P 500 vede un calo del 4,8% (dati Refinitiv), dato che se comparato al +1,4% di inizio anno e al rally del mercato lascia un po’ perplessi”.
Questa settimana, i riflettori saranno puntati su “Bank of America, Johnson & Johnson, Goldman Sachs, Netflix, Tesla, IBM, American Express, Blackstone e Procter & Gamble” ma, dopo la crisi di fiducia che ha investito le banche Usa piccole e medie, “saranno monitorate attentamente” anche “le banche regionali con Bank OZK, Zions Bancorporation e altre che dovrebbero integrare le relazioni di banche più grandi volte a meglio comprendere gli effetti delle ultime turbolenze bancarie”.
Mercati e dati macro: il calendario della settimana in Usa
Sul fronte economico, negli Stati Uniti, “i dati sulle abitazioni saranno al centro dell’attenzione una settimana dopo l’inflazione e le vendite al dettaglio”.
In particolare, “i dati relativi all’indice NAHB Housing, agli avvii di abitazioni e alle vendite di case esistenti dovrebbero essere aggiornati nel corso della settimana, offrendo un quadro del mercato immobiliare in un contesto di tassi in aumento. Anche la Mortgage Bankers Association fornirà a metà settimana i dati sui tassi e sulle richieste di mutui. Gli investitori osserveranno con attenzione, inoltre, i dati settimanali sulla disoccupazione così come sui PMI”.
Occhio a eventi in Europa
Per quanto riguarda l’Europa, l’attenzione si focalizzerà sulla Bce, in vista della prossima riunione del Consiglio direttivo, in calendario il prossimo 4 maggio.
A tal proposito, gli economisti intervistati da Bloomberg hanno presentato nelle ultime ore il loro outlook sulla direzione dei tassi dell’Eurozona.
Prima dell’annuncio sui tassi, alla Bce presieduta da Christine Lagarde toccherà presentare le minute relative all’ultima riunione del 16 marzo scorso.
Come riassume Debach, “a marzo Francoforte ha optato per un rialzo dei tassi di 50 punti base e i mercati si aspettano ora altri due aumenti di 25 punti base entro la metà dell’anno per combattere l’inflazione”.
Sul fronte macro “la fiducia dei consumatori nell’area dell’euro, attesa per giovedì, sebbene ancora con valori negativi dovrebbe migliorare ulteriormente, raggiungendo i massimi degli ultimi 14 mesi, mentre il sentimento degli investitori nei confronti dell’economia tedesca è destinato a riprendersi con l’affievolirsi dei timori di una crisi bancaria”.
I mercati attendono anche i “dati Flash PMI”, che “dovrebbero indicare la quarta espansione mensile consecutiva dell’attività del settore privato, la più forte da maggio 2022, con una probabile lieve ripresa della produzione manifatturiera e una crescita ancora robusta del settore dei servizi. Altri dati di rilievo includono la pubblicazione dei dati sulle finanze pubbliche dell’Area Euro 2022, del tasso d’inflazione finale e dei dati sul commercio estero”.
Sul fronte dei mercati asiatici, grande attenzione sarà rivolta alla “pubblicazione cinese sulla crescita del PIL per il primo trimestre post riapertura” dell’economia dalla fase di lockdown perseguita dal governo di Pechino, nell’ambito della sua politica, abbandonata alla fine del 2022, Zero Covid.
“Le attese sono per una crescita trimestrale del +2,2% (rispetto allo 0% del trimestre scorso) con una crescita annua al 4%. Altri dati chiave (per la Cina) saranno la produzione industriale, le vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione di marzo”, conclude la nota odierna di Gabriel Debach dedicata ai mercati.