Meglio del bitcoin, ecco tre azioni cripto che a Wall Street corrono il triplo del BTC
Bitcoin protagonista indiscusso sui mercati nella settimana post-elezioni Usa. Ieri la valuta digitale ha toccato nuove vette in area 90.000 dollari sull’onda lunga delle attese di allentamento normativo favorevole al mondo cripto con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’exploit non è isolato alle sole criptovalute e ha coinvolto diversi nomi del mercato azionario legati al trading di criptovalute.
Rally in pausa dopo balzo a 90mila $
Nelle ultime 24 ore il rally sembra essersi placato. Il livello di $ 90.000 potrebbe rappresentare una barriera significativa nel breve termine. Sull’exchange di criptovalute Binance , i dati del libro degli ordini della coppia di trading più liquida BTC-USDT hanno mostrato ordini di vendita crescenti al livello di $ 90.000. Il posizionamento sul mercato delle opzioni suggerisce anche che l’aumento di Bitcoin potrebbe bloccarsi nell’intervallo di $ 90.000-$ 100.000.
Da inizio anno il bitcoin ha più che raddoppiato il proprio valore con boom di acquisti sugli Etf statunitensi approvati a inizio anno. Giovedì 7 novembre gli Etf bitcoin hanno registrato afflussi netti record per 1,38 miliardi di dollari, secondo i dati di Citigroup.
Trump durante la sua campagna elettorale non ha nascosto il suo appoggio agli asset digitali e l’affermazione netta dei repubblicani rende molto concreta la prospettiva di un Congresso con legislatori pro-crypto. Trump ha promesso di fare degli Stati Uniti la “capitale delle criptovalute del pianeta” e di creare una riserva strategica di bitcoin.
Gli investitori puntano anche su controlli meno severi rispetto a quelli visti con la Sec presieduta da Gary Gensler, che Trump intende sostituire con un esponente pro-crypto.
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Novembre d’oro, non è un caso
L’euforia sulle cripto in questo periodo dell’anno non è una novità. “I cripto asset performano molto bene nei mesi dopo le elezioni, indipendentemente da chi ha vinto”, sottolinea Adrian Fritz, responsabile della ricerca di 21Shares. In effetti, dallo storico del Bitcoin si evince che a novembre ha reso in media il 44% negli anni, con picchi registrati proprio negli anni delle elezioni statunitensi e/o dell’halving. “Quest’anno, la crescita potrebbe essere anche molto più ampia – spiega l’esperto – dato che non solo il presidente, ma anche la maggioranza al Congresso è composta da Rappresentanti e Senatori “crypto-frindly”. In particolare, BTC e anche Ethereum tendono a crescere molto nei mesi che separano l’elezione dall’insediamento del 20 gennaio, tanto che nel 2020 il primo ha guadagnato il 150% e il secondo addirittura il 250%”.
“Il bitcoin si conferma come l’asset class più remunerativa del 2024, del 2023 e dell’ultimo decennio. Decorrelato dalle altre asset class per cui migliora il profilo rischio-rendimento di un portafoglio diversificato”, rimarca Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig che non vede come fonte di preoccupazione la volatilità del bitcoin.
Non solo bitcoin, ecco chi ha fatto anche meglio a Wall Street
Come detto, la sbornia post-elezioni Usa ha contagiato tutte le principali criptovalute e anche i titoli di Wall Street legati a doppio filo al trading di criptovalute.
Coinbase, Exchange che permette il trading di criptovalute, lunedì ha segnato fino a +17% con un’impennata di circa il 70% nelle ultime cinque sedute.
Boom anche per Robinhood, piattaforma che permette anche il trading di criptovalute, ha segnato invece +15% lunedì e oltre il 38% in cinque giorni. Il responsabile legale di Robinhood Dan Gallagher è tra una lista di nomi presi in considerazione per guidare la Sec quando arriverà Donald Trump alla Casa Bianca.
C’è poi il caso MicroStrategy (+25% lunedì), che possiede una quantità enorme di bitcoin. Dal 31 ottobre al 10 novembre, MicroStrategy ha acquistato circa 27.200 bitcoin a un prezzo medio di $ 74.463, ha affermato ieri la società che ha messo sul piatto oltre 2 miliardi per incrementare il proprio portafoglio cripto da complessivi 280mila BTC. Si tratta degli acquisti più massicci dal 2020.
Il co-fondatore e presidente di MicroStrategy, Michael Saylor, proprio nel 2020 varò la svolta decidendo di investire in Bitcoin come copertura contro l’inflazione. Inizialmente, MicroStrategy ha utilizzato denaro contante per effettuare gli acquisti, e ha iniziato a utilizzare i proventi derivanti dall’emissione e dalla vendita di azioni, nonché dalle vendite di obbligazioni convertibili, per sfruttare il suo potere d’acquisto.
Il titolo di MicroStrategy è così diventato una proxy del bitcoin con un exploit di oltre il 2.300% da agosto 2020 a oggi, facendo meglio di Nvidia e oltre tre volte meglio dello stesso Bitcoin che è aumentato di circa il 630% nello stesso periodo.
Le partecipazioni in bitcoin di MicroStrategy ammontano a oltre 23 miliardi di $ ai prezzi attuali della criptovaluta.