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Magnifiche Sette in ripresa a un mese dai dazi, il picco è stato raggiunto?

9 Maggio 2025 15:50

Dopo la paura legata ai dazi, che ha provocato ribassi generalizzati a Wall Street, le Magnifiche Sette sono tornate a correre. A partire dall’8 aprile, data in cui hanno toccato il punto più basso, i titoli tecnologici hanno registrato un guadagno di quasi il 14%, con un’accelerazione cominciata già il giorno precedente all’annuncio di Trump circa una sospensione di 90 giorni per molte delle nuove tariffe, stando ai dati di Morningstar.

Prima di questo recupero, il settore tech aveva registrato un primo trimestre sottotono rispetto al mercato nel suo complesso, penalizzato da una decisa rotazione dei portafogli: gli investitori hanno preferito titoli value e settori tradizionali come farmaceutico e servizi finanziari, a scapito delle Big Tech e delle aziende legate all’intelligenza artificiale.

L’andamento delle Magnifiche Sette

Quando parliamo di Magnifiche Sette intendiamo Meta, Tesla, Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e Nvidia, società tecnologiche note per il loro forte impatto sul mercato azionario e per aver guidato gran parte dei rendimenti negli ultimi anni.

Nel mese successivo all’8 aprile 2025, questi titoli hanno mostrato un andamento nettamente positivo, con alcuni nomi protagonisti di un vero e proprio rally. Tra questi, Tesla si è distinta come il titolo più performante, con un balzo del 26,3%, seguita da Apple, che ha guadagnato il 23,0%. Anche Microsoft e Alphabet hanno registrato progressi significativi, rispettivamente del 18,2% e del 17,4%.

Nvidia, pur non in vetta, ha comunque messo a segno un solido +15,4%, a dimostrazione del costante interesse per il settore dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale. Meta Platforms, con un +13,5%, ha recuperato terreno dopo un inizio mese sottotono, mentre Amazon ha chiuso il periodo con il rialzo più contenuto, pari al 9,2%.

 © Morning Star

Le ragioni del rimbalzo

Il recente rimbalzo dei titoli tecnologici trova solide motivazioni. Da un lato, colossi come Microsoft e Apple hanno presentato risultati trimestrali robusti e fornito indicazioni incoraggianti per l’anno in corso, nonostante il contesto commerciale resti incerto. Dall’altro, come osserva Todd Ahlsten, Chief Investment Officer di Parnassus Investments, i principali player del tech godono di vantaggi strutturali che li rendono particolarmente attrattivi in fasi di mercato instabili.

“Non sorprende che, in una fase di ripresa dei mercati, gli investitori si orientino verso aziende ben posizionate, con utili in crescita, bassa leva finanziaria e inserite in trend secolari come quello dell’intelligenza artificiale”, afferma Ahlsten. A suo giudizio, se non fosse stato per le recenti tensioni legate ai dazi, questi fattori avrebbero potuto spingere ancora più in alto le performance delle Magnifiche Sette.

Inoltre la recente traiettoria di queste aziende è segnata da una sovraperformance significativa. Questi titoli tecnologici a mega capitalizzazione non solo hanno trainato il mercato verso nuovi massimi nel 2023 e nel 2024, ma hanno anche dimostrato una notevole capacità di recupero, rimbalzando in modo consistente dopo le fasi di correzione.

T. Rowe Price: “le Magnifiche Sette? Oggi sono un tema a sé”

I Magnifiche Sette rappresentano una notevole concentrazione di valore nel mercato azionario, con alcuni studi che le attribuiscono oltre il 30% del rendimento totale dell’S&P 500. Tanto che infatti una delle principali sfide per i gestori attivi è quella di costruire un portafoglio, vista l’elevata concentrazione nella parte alta del mercato azionario statunitense di queste aziende. “Costruire un portafoglio è molto più difficile quando oltre il 30% del budget di rischio è assorbito da poche azioni”, osserva Peter Stournaras, co-head of Global Equity Portfolio Management di T. Rowe Price.

Secondo Stournaras, infatti, ormai bisogna considerare queste società come un tema a parte; come l’intelligenza artificiale o del Bitcoin. “Trattarle come un paniere di rischio separato ci consente di evitare posizioni eccessive su un unico tema e di riservare una quota del budget ad altre opportunità”.

Il picco è stato raggiunto?

A rendere il tutto ancora più complesso c’è il fatto che i fondamentali di queste aziende, come ricavi, margini e rendimento del capitale investito, sono oggi su livelli storicamente inediti. “Non stiamo osservando un ritorno verso la media storica. Un’anomalia simile si è vista solo con l’ascesa delle ferrovie e delle utility. Solo l’intervento del governo ha allora ristabilito un equilibrio smantellando monopoli dominanti”, sottolinea Stournaras.

E sebbene le valutazioni siano elevate, i fondamentali continuano a rafforzarsi. “Stanno capitalizzando il loro accesso a dati di enorme valore. Prendiamo Alphabet: ogni ricerca fatta su Google alimenta il suo vantaggio competitivo. E molti ritengono che queste aziende sapranno sfruttare al meglio anche la disruption dell’intelligenza artificiale”. Tuttavia, secondo Stournaras, questa dinamica potrebbe non durare all’infinito.

“Molte strategie value e quantitative si basano storicamente sul ritorno alla media dei fondamentali. Eppure, anche negli ultimi trimestri, i margini delle Magnifiche Sette hanno continuato a salire. Ma il picco potrebbe essere stato raggiunto”.