Grana H20 da 5,5 miliardi per Nvidia. Guerra Usa-Cina sui chip fa tremare tutta Wall Street

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Gli effetti collaterali della guerra commerciale tra Usa e Cina fanno tremare Nvidia. Il colosso dei chip AI ha annunciato che avrà un onere trimestrale di ben 5,5 miliardi di dollari relativo all’esportazione delle sue unità di elaborazione grafica H20 in Cina e in altre nazioni dopo che il governo degli Stati Uniti ha limitato le esportazioni del suo chip di intelligenza artificiale.
Non solo Nvidia e Amd, profondo rosso per i futures di Wall Street
Nvidia ha dichiarato che il governo statunitense sta limitando le vendite di H20 alla Cina a causa del rischio che i chip possano essere utilizzati in un supercomputer. Sebbene l’H20 abbia capacità di calcolo inferiori rispetto ad altri chip Nvidia, la sua capacità di connettersi ad alta velocità a chip di memoria e altri chip di elaborazione è elevata.
In scia alla notizia il titolo Nvidia è crollato di circa il 6% nelle contrattazioni after-hours e anche l’umore dell’intero mercato sembra risentirne. I futures su S&P 500 e Nasdaq 100 sono scesi rispettivamente dell′1,49% e del 2,29%. In forte affanno anche Amd, principale concorrente di Nvidia nel segmento dei chip AI, giù del 7% nelle contrattazioni after-hours.
La stretta di Washington sui chip
Le autorità statunitensi si si sono mosse per impedire che i chip più avanzati venissero venduti alla Cina nell’intento di mantenere il primato nella corsa all’intelligenza artificiale. Dopo l’implementazione di tali controlli, Nvidia ha iniziato a progettare chip che si avvicinassero il più possibile ai limiti statunitensi.
Il segretario al commercio di Trump, Howard Lutnick, si è impegnato a essere “molto duro” sulle restrizioni ai chip cinesi, in particolare dopo l’emergere della startup di intelligenza artificiale DeepSeek. Il 9 aprile, Washington ha comunicato a Nvidia che avrebbe richiesto una licenza per esportare i chip in Cina e in un gruppo di altri paesi. Un portavoce del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha dichiarato ieri sera che sarebbero stati emanati nuovi requisiti di licenza per l’esportazione di chip, tra cui l’H20 di Nvidia, l’MI308 di AMD e i loro equivalenti. “Il Dipartimento del Commercio è impegnato ad agire in base alle direttive del Presidente per salvaguardare la nostra sicurezza nazionale ed economica”, ha affermato il portavoce del dipartimento che sovrintende ai controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti.
L’Institute for Progress, un think tank apartitico di Washington, ha sostenuto la necessità di limitare i chip H2O, scrivendo che è probabile che le aziende cinesi stiano già costruendo tali sistemi.
La grana H20, ecco perché è così importante
L’H20 è il chip più avanzato di Nvidia disponibile per la vendita in Cina. Il chip H20 non è veloce nell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale come i chip Nvidia in vendita al di fuori della Cina, ma è competitivo con alcuni di questi chip in una fase nota come inferenza, in cui i modelli di IA forniscono risposte agli utenti. Il ceo di Nvidia, Jensen Huang, ha affermato il mese scorso che Nvidia è ben posizionata per dominare questo cambiamento.
La Cina è un mercato chiave per Nvidia. Tutti i principali colossi cinesi come Tencent, Alibaba e ByteDance, la società madre di TikTok, avevano incrementato gli ordini di chip H20 in scia alla forte domanda di modelli di intelligenza artificiale a basso costo della startup DeepSeek.
Analisti preoccupati
“Questa comunicazione è un chiaro segnale che Nvidia si trova ora ad affrontare enormi restrizioni e ostacoli nelle vendite in Cina (che si sono accumulati durante l’amministrazione Biden), poiché l’amministrazione Trump sa che c’è un chip e un’azienda che alimentano la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, ovvero Nvidia… e ha messo un cartello “Vietato l’ingresso” davanti alla Cina per Nvidia e Jensen con questa restrizione”, scrive Dan Ives di Wedbush. “Sebbene la notizia di Nvidia sia preoccupante, non è una sorpresa – prosegue l’esperto – dato che siamo nel mezzo di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e ci aspettiamo ulteriori colpi da entrambe le parti prima che la calma prevalga e i negoziati, in qualche modo, possano iniziare a portare questi dazi reciproci del 145% a un livello accettabile“.