L’Intelligenza Artificiale è una bolla? Per Goldman Sachs no, ecco perchè
A differenza di alcune tendenze tecnologiche emerse negli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale sta dando prova di rappresentare un megatrend potenzialmente pervasivo, in grado di cambiare radicalmente diversi settori con riscontri economici concreti. Tuttavia, molti analisti giudicano le valutazioni attuali troppo elevate e si interrogano sulla possibilità che l’AI sia invece una bolla condannata ad esplodere. Ma non tutti la pensano così.
Il parere di Goldman Sachs sull’intelligenza artificiale
Secondo gli esperti di Goldman Sachs, non c’è alcuna bolla nel settore dell’intelligenza artificiale. Rispetto alle fasi di esuberanza osservate in passato sui mercati le società attive nell’AI sembrano infatti possedere dei fondamentali insolitamente solidi e valutazioni sì elevate, ma non estreme.
“Crediamo di essere ancora nelle fasi relativamente iniziali di un nuovo ciclo tecnologico che probabilmente porterà a un’ulteriore sovraperformance”, hanno scritto gli strategist di Goldman, guidati da Peter Oppenheimer, in un report intitolato ‘Why AI Is Not a Bubble’.
I titoli azionari che guidano il rally dell’AI vengono scambiati a livelli significativamente inferiori rispetto alle più grandi aziende durante le bolle tecnologiche del passato, come emerge dalla tabella seguente che confronta la situazione attuale delle big tech con quella di fine anni ’90.
Inoltre, osservando i fondamentali degli stessi campioni di aziende, le società leader di oggi sono più redditizie e generano maggiore liquidità, come si nota dal seguente prospetto.
Il ciclo delle nuove tecnologie e i potenziali winner dell’AI
“Come abbiamo visto con il ridimensionamento e la commercializzazione di Internet e, più recentemente, con l’intelligenza artificiale, l’emergere di una nuova tecnologia significativa spesso si traduce in una crescente esuberanza degli investitori, nell’iniezione di capitali significativi e in una rapida espansione del numero di nuovi entranti nel mercato. Man mano che la comprensione e l’accettazione della tecnologia crescono, l’interesse degli investitori aumenta e la speculazione aumenta.”
Da notare, inoltre, che nel tempo la velocità di adozione delle nuove tecnologie ha la tendenza ad accelerare, come emerge dal seguente grafico.
Nel lungo periodo, aggiunge Goldman, “le aziende che investono in strumenti di intelligenza artificiale e potenza di calcolo potrebbero non essere le maggiori vincitrici delle nuove tecnologie, come abbiamo visto, ad esempio, con l’esperienza dello sviluppo di Internet.” Tra i potenziali winner potrebbero esserci le società attive nei servizi sanitari ed educativi, nel controllo dei dati o in generale aziende che possono adottare l’AI per ristrutturazioni e riduzioni dei costi.
Infine, “molti dei benefici potrebbero andare a vantaggio dei consumatori sotto forma di nuovi servizi più economici.”
Nvidia apripista del rally AI
Il simbolo della cavalcata messa a segno dai titolo dell’AI è Nvidia, in rialzo del 232% quest’anno. I risultati del secondo trimestre e le previsioni sul terzo hanno battuto nettamente le stime degli analisti, confermandone il ruolo da protagonista nel settore dell’intelligenza artificiale. L’azienda di chip, peraltro, è una delle poche in grado di monetizzare fin da subito questo trend, sfruttando la domanda di intelligenza artificiale generativa alimentata dal rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI nel novembre 2022.
Gli analisti di Citigroup prevedono che gli ampi impatti dell’intelligenza artificiale si riscontreranno in tutte le aziende nell’arco di soli due anni e definiscono la tecnologia come nuovo fattore di crescita del mercato azionario.
Goldman ha elaborato un paniere di società con il maggiore potenziale di incremento a lungo termine degli utili per azione grazie all’intelligenza artificiale, stimando una crescita dei profitti pari al 72% per il titolo mediano dell’indice, rispetto ad uno scenario di base.
Gli investitori prevedono un’ulteriore crescita
Nel 2023, il Nasdaq 100 ha guadagnato il 42%, a fronte del +18% dell’S&P 500. Per Goldman, il fatto che i titoli tecnologici abbiano sovraperformato nonostante il continuo aumento dei rendimenti obbligazionari dimostra che gli investitori si attendono tassi di crescita più elevati, in grado di compensare l’effetto frenante dei tassi di sconto più elevati.
Come si nota dal seguente grafico, il dividend yield delle società tecnologiche è nettamente inferiore ai rendimenti dei Treasury decennali, anche su base reale (ovvero sottraendo l’inflazione).
“Poiché le valutazioni delle società dominanti sono elevate ma non eccessive, riteniamo di essere ancora nella prima fase di una tipica ondata tecnologica“, scrivono gli analisti. “Se così fosse, potrebbero emergere nuovi operatori nel settore e valutazioni ancora più alte in questo segmento del mercato”.
La visione di Goldman Sachs è in controtendenza rispetto a quella di altre banche d’affari, che prediligono una maggiore cautela. Bank of America ha avvertito che l’intelligenza artificiale non salverà i titoli tecnologici dall’impatto dei tassi di interesse più alti per un periodo più lungo. Morgan Stanley ha addirittura affermato che la bolla si sta avvicinando al suo picco.