L’euro può diventare centrale: la lezione di Lagarde. Si avvicina il Bce day

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Sono tutti in attesa della riunione del 5 giugno, quando la Banca centrale europea si riunirà per continuare la politica dei tagli ai tassi di interesse oppure fermarsi. Ma mentre si attende, la presidente della Bce Christine Lagarde ha parlato a Berlino, in un discorso incentrato sull’euro e su come potrebbe diventare centrale nell’economia mondiale, in un periodo in cui il dollaro sta vivendo il suo momento peggiore.
“L’euro potrebbe diventare una valida alternativa al dollaro, portando immensi benefici alla zona euro se i governi riuscissero a rafforzare l’architettura finanziaria e di sicurezza del blocco”, ha spiegato proprio Lagarde.
L’euro come alternativa al dollaro?
Negli ultimi mesi molti investitori globali hanno ridotto la loro esposizione agli asset denominati in dollari. Ma in assenza di un’alternativa valida, gran parte di essi ha preferito rifugiarsi nell’oro o addirittura nei Bitcoin, che in questo periodo hanno visto una forte crescita.
Questo scenario potrebbe anche favorire un rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro, con effetti positivi per l’Europa. Una moneta più centrale nel sistema finanziario globale permetterebbe infatti a governi e imprese dell’Ue di accedere ai mercati a costi più contenuti, sostenendo così la domanda interna in un contesto di crescente incertezza sulla domanda esterna. “Si tratta di un’opportunità fondamentale per l’Europa di avere maggiore controllo del proprio destino – ha sottolineato Lagarde -. Ma non è un privilegio che ci verrà semplicemente dato. Dobbiamo guadagnarcelo”.
Riunione Bce del 5 giugno, cosa aspettarsi
Nessuna parola invece su quello che avverrà nel prossimo meeting del 5 giugno del consiglio direttivo della Bce, ma il mercato continua a scommettere su un taglio di 0,25 punti percentuali. Dunque si continua a ridurre, ma a ritmo contenuto e all’insegna della prudenza. A influenzare questa linea ci sono anche le incertezze legate al rischio di guerre commerciali e ai dazi statunitensi, che continuano a preoccupare l’istituzione di Francoforte.
L’idea quindi è di un solo altro taglio dei tassi da parte della Bce a giugno, portando il tasso di deposito al 2%. “Ci aspettiamo che la Bce rimanga in attesa per tutto il nostro orizzonte di previsione. Le voci di un rialzo dei tassi nel 2026 sembrano premature, visto il rallentamento dell’inflazione e l’approccio fortemente dipendente dai dati della banca in un contesto di incertezza”, spiega Irene Lauro, Eurozone Economist per Schroders.
Taglio anche alle previsioni di crescita per il 2025 dall’1,1% all’1% visto il pericolo rappresentato dai dazi, sempre dietro l’angolo, e l’incertezza delle dinamiche commerciali globali. “Abbiamo però rivisto al rialzo la crescita dell’Eurozona dall’1,5% al 2% sulla scia del significativo cambiamento della politica fiscale in Germania”, spiega Lauro.