Lagarde, tra qualche giorno neo presidente Bce: ‘tassi di interesse negativi non hanno toccato ancora il fondo’
C’è ancora spazio per abbassare i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, già al record negativo pari -0,50%. Lo ha detto, nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione ’60 minutes’ della Cbs, Christine Lagarde, prossima a prendere il posto di Mario Draghi allo scranno più alto della banca centrale. L’intervista, rilasciata a settembre, è stata mandata in onda ad appena qualche giorno prima della riunione della Bce, l’ultima di Draghi, in calendario tra tre giorni, giovedì 24 ottobre.
Sarà l’ultima volta che Mario Draghi presiederà il Consiglio direttivo della Bce, prima della scadenza del suo mandato la settimana successiva, giovedì 31 ottobre. Il primo novembre la presidenza della Banca centrale sarà ufficialmente ricoperta dall’ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale: Christine Lagarde, per l’appunto.
Per quanto abbia ribadito in diverse altre occasioni la necessità di rivedere la politica monetaria della Bce, e per quanto anche in quest’occasione abbia reiterato che lo spazio per nuove manovre di politica monetaria accomodante dell’istituto sia ormai molto limitato, visto che i tassi di interesse sono già negativi, Lagarde ha riferito alla trasmissione di Cbs News, anche, che “c’è un fondo per tutto”.
“Esiste un limite a ciò che i banchieri centrali possono fare. C’è un limite su quanto lontano e quanto ancora si può andare in territorio negativo”. Detto questo, “per ora, quel fondo non lo abbiamo ancora toccato”: dichiarazioni che lasciano supporre che non è escluso, in una Eurozona che fa fronte a continue minacce di recessione a causa della forte crisi del settore manifatturiero, che l’ex Fmi possa decidere di sforbiciare ancora i tassi. E questo, a dispetto delle polemiche. (Leggi l’opinione di Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia.
Un avvertimento proprio sui tassi di interesse negativi è stato lanciato però nelle ultime ore da un altro esponente della Bce, l’economista diventato governatore della banca centrale austriaca Oesterreichische Nationalban nel mese di settembre che, qualche giorno fa, ha suggerito, vista l’incapacità di Francoforte di centrare il target sull’inflazione poco al di sotto del 2%, di abbassare quel target.
La Bce, c’è da dire, non è riuscita a raggiungere quell’obiettivo dal 2013. Per Holzmann, intervistato lo scorso fine settimana da Reuters, in occasione delle riunioni autunnali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, a questo punto, “in un contesto di elevate aspettative fisse sull’inflazione, diventa troppo oneroso e difficile raggiungere quel target, visto che c’è bisogno di troppa liquidità per farlo”.
E comunque, ha continuato, anche “se fosse possibile raggiungerlo, sarebbe utile valutare l’idea di abbassare quel target, magari all’1,5%, come credo sia opportuno fare. Ma se qualcuno proponesse l’1,2%, non direi di no”. Secondo Holzmann, tra le new entry del Consiglio direttivo della Bce, i tassi di interesse negativi non sono, infatti, sostenibili nel lungo termine. Alcune società attive nel sistema finanziario, inoltre, non sono capaci di adattarsi al nuovo contesto (riferimento alla polemica su come i tassi di interesse negativi stiano erodendo la redditività delle banche dell’area euro).
“Le compagnie assicurative e i fondi pensione non hanno modo di neutralizzare i tassi di interesse negativi, e diventa impossibile garantire quei rendimenti che gli individui richiedono”, ha sottolineato Holzmann.