Notizie Notizie Italia La nuova UniCredit dopo l’addio a Fineco. Soldi in cassa ne ha: è il momento di inglobare Commerzbank?

La nuova UniCredit dopo l’addio a Fineco. Soldi in cassa ne ha: è il momento di inglobare Commerzbank?

15 Luglio 2019 12:57

Dopo aver detto addio a Fineco, come sarà la nuova UniCredit? Del futuro della banca guidata da Jean-Pierre Mustier parla un articolo di Corriere economia, riprendendo quel dossier tornato spesso alla ribalta, poi rientrato altrettante volte, comunque mai scomparso. Il dossier UniCredit-Commerzbank.

Non c’è alcun dubbio sul fatto che, smobilizzando le ultime quote residue in Finecobank, il gruppo di piazza Gae Aulenti abbia le casse decisamente più piene. La cessione ha portato infatti due miliardi in cassa. Che sono “buoni per prendere Commerzbank“, scrive Il Corriere Economia.

C’è però un ma: l’AD Mustier per ora “pensa solo al piano industriale”.

Detto questo, l’articolo di Stefano Righi fa un po’ di calcoli, facendo notare che “oggi UniCredit vale in Borsa 25,6 miliardi di euro. Quasi il doppio rispetto a Deutsche (13,4), e più di tre volte il valore di Commerzbank (8)”.

Di conseguenza, è logico risfoderare l’ipotesi di un matrimonio con la tedesca Commerzbank, e pensare che questo potrebbe essere il momento giusto per una importante operazione paneuropea, “la prima fusione internazionale da quando la Bce ha assunto il suo nuovo e più ampio ruolo di controller continentale”.

Tra l’altro, “un dossier sulla fusione UniCredit-Commerzbank risulta ancora aperto sulla scrivania di alcuni importanti studi legali internazionali”.

Le basi per procedere ce ne sono, soprattutto dopo il flop della fusione tra Commerzbank e Deutsche Bank che, in realtà, non aveva convinto diversi analisti e che alla fine, evidentemente, non ha convinto neanche più Berlino, inizialmente tutta impegnata a creare quello che avrebbe dovuto essere un campione bancario nazionale.

Nel mezzo delle trattative, ma senza nessuna intenzione di frapporsi tra i due istituti tedeschi, UniCredit sembrava essere tornata a rivalutare l’opzione Commerzbank:  indiscrezioni riportate dal Financial Times chiamavano in causa la controllata HypoVereinsbank, la sussidiaria tedesca della banca italiana.

Fin da allora veniva ricordata la condizione sine qua non che permane tuttora: è impossibile che uno scenario UniCredit-Commerzbank possa concretizzarsi senza il benestare di Berlino, che è il principale azionista di Commerzbank, con una partecipazione pari al 15%.

Veniva sottolineato, anche, che un interesse di UniCredit nei confronti del gruppo tedesco non si era mai spento. E un advisor di UniCredit spiegava che un’alleanza tra Commezbbank e Hypovereinsbank avrebbe avuto senso, visto che i due istituti hanno “business complementari”.

In particolare, le 447 filiali di Hypovereinsbank sono situate prevalentemente in Bavieria e nel Baden-Württemberg, mentre le 1000 filiali di Commerzbank sono diffuse in tutto il territorio tedesco.

Se l’ultima parola spetta a Berlino, la prima parola per tornare a pensare a un sodalizio tra UniCredit e Commerzbank spetta sicuramente a Jean-Pierre Mustier, numero uno di UniCredit. E sembra proprio lui, al momento, l’ostacolo a una fusione tra i due istituti. Il Corriere economia ricorda le frasi che sono state proferite da Mustier, alla fine di maggio a Roma, quando disse che “una fusione bancaria, sia nazionale che crossborder, risoulta molto difficile da realizzare in un contesto come quello attuale. Tanto più che siamo nella fase finale del nostro piano e siamo pienamente concentrati sulla sua realizzazione”.

Eppure, sempre il quotidiano riporta che *”il piano di crescita per linee esterne non è stato del tutto accantonato”.