Elezioni a settembre e BTP, rottura di Salvini renderebbe incandescente il rally
L’Italia è ancora a rischio di tornare alle urne per le elezioni politiche nel mese di settembre. Nel weekend sulla stampa è tornata in auge questa possibilità con il vice premier Matteo Salvini che avrebbe detto ai suoi ministri più insofferenti sull’alleanza con il M5S, che la porta per le elezioni di settembre è ancora aperta. Uno scenario che appare al momento di difficile realizzazione anche se le tensioni all’interno della maggioranza di governo rimangono alte. Sul mercato si valutano però i possibili effetti soprattutto sul fronte Btp e spread dopo il prepotente rally dell’ultimo mese dettato soprattutto dall’effetto Draghi e dallo scampato pericolo di una procedura d’infrazione.
Spread scende fino a 190 pb, ma ancora ben sopra i livelli pre-governo populista
Oggi si assiste a una nuova discesa dello spread tra BTP e Bund, arrivato questa mattina fino a 190 punti base, sui minimi da maggio 2018. Una sponda arriva dall’agenzia di rating Dbrs che ha confermato la propria valutazione sull’Italia a ‘BBB (High)’, con trend stabile. Dbrs ritiene che i progressi delle banche italiane nel miglioramento della qualità del credito e l’impegno del governo italiano a una strategia fiscale più prudente, attenuano i rischi per la sostenibilità del debito, nonostante l’elevata incertezza politica del Paese e una crescita economica inferiore alle attese.
Il livello dello spread rimane comunque ben sopra quello precedente al materializzarsi della possibilità di una coalizione di governo M5S-Lega.
Dove andrebbe in caso di rottura Lega-M5S
Gli analisti si interrogano quindi sullo spazio per un nuovo restringimento dello spread nel caso di caduta del governo con la prospettiva di una nuova coalizione più solida.
Dopo essere sceso sotto i 200 pb, lo spread è in cerca di un ‘nuovo alleato’ per l’ulteriore restringimento e una svolta politica potrebbe invogliare gli investitori a puntare ancora con più forza sull’Italia. Richard Jones, FX e Rates Strategist di Bloomberg ipotizza che se da nuove elezioni in autunno uscisse un nuovo governo più focalizzato sul migliorare le finanze pubbliche dell’Italia, lo spread non potrebbe che beneficiarne tornando al livello di circa 115 pb a cui viaggiava prima dell’entrata in gioco della coalizione populista nel maggio 2018. “Nuove elezioni potrebbero portare a una coalizione più ortodossa (forse un raggruppamento di centro-destra guidato da Salvini) senza le costose promesse del M5S da mantenere – rimarca l’esperto – e con meno compromessi, la disciplina di bilancio sarebbe più facile da trovare, dando fiato al rally dei BTP”.
Pressing dei legisti su Salvini per forzare voto a settembre, la data ultima del 20 luglio
Matteo Salvini, stando a quanto riportato sabato da Il Messaggero, starebbe subendo pressioni dei membri del suo partito per rovesciare il governo prima della pausa estiva. “Il gioco non è finito” in termini di elezioni a settembre, avrebbe confidato Salvini stando a quanto riporta il quotidiano romano. A detta di Salvini la finestra per un voto anticipato a settembre non si chiude il 20 luglio ma si potrebbe arrivare a fine mese.
Il leader leghista, forte dei sondaggi che vedono la Lega avvicinare la soglia del 40 per cento nei sondaggi (38% secondo l’ultimo sondaggio SWG), settimana scorsa ha minacciato la crisi sul decreto sicurezza bis e convocato Pontida per il 15 settembre. Tra i dubbi c’è però quello che farebbe il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel caso si aprisse la crisi di governo. Non è infatti detto che si andrebbe al voto e sempre Il Messaggero evoca la possibilità di un governo tecnico se non uno politico con un’intesa tra 5Stelle, Pd e Forza Italia. Separatamente, il quotidiano La Repubblica, sempre sabato, ha riferito che un gruppo di dissidenti pentastellati sostenuti dal fondatore Beppe Grillo starebbe prendendo di mira le elezioni in primavera 2020.