Notizie Notizie Italia Carige e l’enigma del buco da 239 milioni, la banca si infuria e spiega la natura dei contratti. Al via settimana chiave

Carige e l’enigma del buco da 239 milioni, la banca si infuria e spiega la natura dei contratti. Al via settimana chiave

15 Luglio 2019 08:23

Settimana chiave per Carige con già oggi la riunione del Fondo Interbancario per decidere la data dell’assemblea dello Schema Volontario che dovrebbe a convertire il bond da 318 milioni. Un’agenda fitta quella di Carige con l’intento di arrivare con un piano di salvataggio già ben delineato il 25 luglio, scadenza fissata dalla Bce ai commissari per l’individuazione di una soluzione che possa finalmente rilanciare la banca dei liguri.

Intanto ieri è emersa l’ipotesi di un buco di bilancio di 239  milioni per l’istituto genovese legato a contratti stipulati dalle precedenti gestioni. L’articolo di ieri di Repubblica (anticipazione di quanto contenuto in un dossier in edicola oggi su Affari & Finanza) parla infatti di alcuni contratti con diverse istituzioni finanziarie che possono esigere dalla banca una somma che può arrivare fino a 239 milioni di euro.

 

La banca genovese, in amministrazione straordinaria da inizio anno, contesta la definizione di buco contenuta nell’articolo definendola “del tutto pretestuosa e gravemente fuorviante e dannosa in quanto si tratta di clausole inserite all’interno di contratti avviati nelle precedenti gestioni pre-commissariali e approvati dagli organi amministrativi della banca”. Secondo quanto scritto da Repubblica, i contratti sono relativi a una serie di penali che in parte sono già scattate, in parte matureranno nei confronti di quattro soggetti: la compagnia di assicurazioni Amissima, la società londinese Chenavari, il Credito Fondiario e la società di pagamenti Nexi.

I chiarimenti di Carige

Carige affronta punto per punto la questione contratti e chiarisce che la possibilità di esercitare il diritto di recesso da contratti che Carige ha stipulato con provider esterni è una facoltà esclusivamente spettante a Carige e non, come affermato nell’articolo, un effetto che Carige subirebbe in modo automatico per decisione delle controparti. “Alcuni contratti citati nell’articolo sono già in avanzata fase di rinegoziazione per volere dei Commissari. Ciò rende non attuale il contenuto dell’articolo”, rimarca la nota di ieri di Carige.

 

La banca rimarca poi come l’articolo non consideri l’effetto reinternalizzazione di tali contratti: se Carige dovesse decidere di esercitare il diritto di recesso per “uscire” da questi contratti si riapproprierebbe, parallelamente, dei relativi ricavi. Detti ricavi progressivamente andrebbero a compensare il costo derivante dal recesso. Infine, tutti i contratti citati nell’articolo sono stati esaminati e valutati nell’ambito delle due diligence effettuate dai vari soggetti che hanno mostrato interesse nei confronti dell’Istituto, inclusi quelli che stanno ancora esaminando il dossier nell’ambito dell’operazione di business combination in corso.

 

I Commissari di Carige hanno dato ai propri legali mandato per valutare un’azione legale nei confronti del quotidiano e dell’autore dell’articolo per tutelare la reputazione della banca, dei suoi clienti e dei suoi azionisti.

 

A quanto ammonta il fabbisogno patrimoniale?

Il rafforzamento patrimoniale fra aumento e bond necessario per Carige dovrebbe lievitare a 900 milioni con ruolo chiave per il Fondo Interbancario così come dei vecchi azionisti a partire da Malacalza che risulta detenere oltre il 27% del capitale.

 

Carige non chiarisce quale sarà effettivamente l’entità del rafforzamento, ma rimarca che l’aumento del fabbisogno patrimoniale rispetto a quello stimato a fine 2018 e a inizio del 2019 non è dovuto a circostanze sopravvenute non note allora ma è attribuibile in larga parte all’aggiornamento degli obiettivi di derisking (target NPE ratio dal 22% originario a un obiettivo fra 0 e 5%) e di Total Capital ratio (al 15,3% al 2020 contro l’originario 13,75%) e ad altre componenti già illustrate al mercato a febbraio 2019.