Auto, arriva anche l’alert di S&P: settore perde slancio di fronte alla concorrenza di Pechino

Solo qualche giorno fa era suonato l’alert di Moody’ che ha avvertito che la ripresa è rinviata alla seconda metà del 2025. Le ultime settimane erano state poi scandite dai profit warning di alcune tra le principali società del settore, tra cui Stellantis che proprio oggi ha annunciato una vera e propria rivoluzione nel suo top management proprio per “affrontare con decisione le sfide globali che il settore si trova a fronteggiare”.
Insomma, il settore automobilistico non se la sta passando bene. E in quiesto scenario piomba il report “Global Auto Outlook: More Players, Less Profit“curato da S&P Global Ratings che mette nero su bianco lo stato dell’arte di un comparto produttivo tanto fondamentale, quanto profondamente in difficoltà.
Con alcuni temi: più concorrenza e meno profitti. Inoltre, le vendite di veicoli elettrici continuano a crescere in Cina e negli Stati Uniti, ma vacillano in Europa a causa della diminuzione del sostegno dei governi alla transizione.
Cosa dice il report: produzione globale in calo
Lo slancio nella produzione automobilistica globale sta diminuendo, in quanto i produttori di apparecchiature originali (vale a dire gli OEM, Original Equipment Manufacturer) ritengono più opportuno cercare di ottimizzare l’impronta produttiva e le scorte, all’interno di un mercato sempre più incerto.
“La maggior parte delle case automobilistiche globali avrà difficoltà ad ampliare i propri margini di profitto nei prossimi anni, poiché saranno sottoposte a una pressione crescente per ridurre i prezzi in un contesto di forte concorrenza”, afferma Vittoria Ferraris, credit analyst di S&P Global Ratings. Secondo cui, nello stesso tempo, una potenziale interruzione della produzione da parte delle case automobilistiche cinesi rappresenterebbe “una sfida straordinaria al mix di prodotti, all’efficienza dei costi e alla tecnologia degli OEM tradizionali”.
La concorrenza cinese
Tuttavia, secondo il report, la pressione competitiva della Cina si sta gradualmente estendendo al segmento premium, verso cui le case automobilistiche dipendono sempre di più.
“Gli elevati costi di manodopera e produzione rimangono una sfida sia per i produttori di auto che per i fornitori, poiché i bassi prezzi delle materie prime compensano solo in parte questi costi” prosegue il report, secondo cui il concetto è reso evidente proprio dai numerosi profit warning arrivati nelle ultime settimane in particolare da parte di OEM e fornitori europei. I quali “devono fare i conti con bilanci più indebitati, elevati costi di finanziamento e una minore conversione di cassa”.
I profit warning delle case automobilistiche europee
Sul tema, è importante notare come tutti i principali colossi produttivi europei siano piuttosto sofferenti. Tanto da condurre all’ipotesi (poi subito declassato a banale rumor) di imponenti tagli al personale dentro Volkswagen. In quegli stessi giorni di settembre, la Bmw si è trovata costretta a rivedere le stime sui profitti sul 2024 dopo il richiamo e l’interruzione delle consegne di 1,5 milioni di veicoli, per dei difetti riscontrati sul sistema frenante integrato.
Pesa anche il continuo calo della domanda cinese, un mercato di sbocco fondamentale per l’automotive tedesca. Si aggiunge poi alla lista il colosso Marcedes-Benz, con un secondo profit warning nell’arco di appena due mesi, insieme a Stellantis, che con i suoi volumi di vendita insoddisfacenti, nei primi di ottobre ha ritoccato al ribasso i conti di fine anno, sulla scia di quanto fatto dalle competitor tedesche.
Scenari futuri ancora amari
Secondo S&P, le prospettive di credito per i fornitori rimangono difficili. Le condizioni di mercato sempre più complesse “eroderanno gradualmente il forte margine di valutazione che la maggior parte dei produttori di auto ha accumulato negli ultimi anni sulla base di un potere di determinazione dei prezzi e di strategie di mix di prodotti che ora sono più difficili da sostenere”.
Motivo per cui il rialzo delle valutazioni per queste case automobilistiche rimarrà limitato, almeno “finché non avremo maggiore visibilità sulla loro flessibilità e competitività in termini di offerta di prodotti, tempi di lancio e agilità dei costi” conclude il report, “questi fattori determineranno i futuri leader e perdenti del settore”.