Notizie Notizie Mondo Ipo: Uber sbarca in Borsa, prosegue il debutto a Wall Street degli Unicorni

Ipo: Uber sbarca in Borsa, prosegue il debutto a Wall Street degli Unicorni

10 Maggio 2019 15:44

Il giorno dello sbarco in borsa di Uber è finalmente arrivato: certo il timing non è dei migliori, se si considerano le perdite che continuano ad abbattersi su Wall Street, per i rinnovati timori per la guerra commerciale Usa-Cina.

Proprio alla mezzanotte ora di New York sono scattati i dazi doganali minacciati dal presidente americano Donald Trump domenica scorsa. In realtà, a livello globale, oggi l’azionario non ha sofferto alcun crollo.

La borsa di Shanghai, diretta interessata, ha segnato addirittura un rally del 3%. Gli esperti motivano il trend con la speranza degli operatori di mercato  che le controparti riescano a trovare ancora una intesa.

E’ in questo contesto che a Wall Street sbarca uno degli Unicorni più attesi del 2019: la società di trasporto alternativo Uber, per l’appunto, che fa il suo esordio qualche settimana dopo il debutto della sua rivale Lyft.

In un anno caratterizzato da diverse Ipo, vale la pena riprendere la recente nota di UBS Financial Services, che ha lanciato un chiaro messaggio: attenti alla trappola del primo giorno di trading.

Jason Draho, Head Asset Allocation Americas di UBS Financial Services, ha fatto  notare in particolare che, a partire dal 1980, i titoli delle società appena sbarcate a Wall Street sono balzati nel loro primo giorno di contrattazioni del 18%. Pochi i casi di performance negative. Nei sei mesi successivi al primo giorno di trading, le azioni hanno riportato trend praticamente in linea con i ritorni del mercato risk-adjusted.Tuttavia, dopo cinque anni dal giorno del collocamento, il 60% circa di tutte le Ipo ha presentato ritorni negativi, e i casi di rialzi sono stati rari. In poche parole – ha fatto notare l’esperto – le Ipo possono confermarsi un investimento appetibile se il potenziale investitore riesce a rastrellare le azioni nella fase di collocamento. I ritorni sono decisamente inferiori, invece, quando le stesse azioni vengono acquistate sul mercato secondario“.

E il caso di Lyft, anche se non in un orizzonte temporale così ampio come quello esaminato dallo strategist di Ubs,  è più che indicativo, visto che l’azione, ai livelli attuali, è in perdita del 31% rispetto al massimo intraday testato nel suo primo giorno di contrattazioni, quando si era avvicinata a quota 90 dollari.

Il titolo è inoltre in ribasso del 16% rispetto al prezzo di collocamento. Per non parlare delle perdite shock di bilancio, rese note con la prima trimestrale di Lyft da società quotata, che hanno messo in evidenza perdite in rialzo del 400%.

Cosa accadrà invece a Uber?

Intanto, il prezzo di collocamento del titolo è stato fissato nella parte bassa del range atteso, ovvero a 45 dollari, rispetto alla forchetta compresa tra $44 e $50 per azione. La notizia non indurrebbe alla cautela, se non fosse per il fatto che Uber ha ridotto il target di valutazione già due volte.

Ma è anche vero che, seppur sforbiciato, il prezzo di collocamento può essere considerato più che rispettabile, visto che valuta la società, su base non diluita, $75,46 miliardi, valore di capitalizzazione vicino a quello del colosso americano Caterpillar.

Uber ha offerto al mercato 180 milioni di azioni ordinarie: al prezzo di collocamento stabilito, il gruppo potrebbe così raccogliere con lo sbarco in Borsa fino a $8,1 miliardi. Tutto ok, dunque? Non proprio, in realtà.

La verità sui fondamentali, per esempio, non è affatto esaltante, come dimostra questa tabella che, tra l’altro, non riguarda solo Uber.

Detto questo, Uber si conferma la società che sbarca in Borsa con la perdita di bilancio più alta, tra tutte quelle che hanno presentato i conti in rosso nel giorno delle loro Ipo. La seconda della classifica è proprio la sua rivale Lyft.