Intesa Sanpaolo e UniCredit: il punto post conti
Intesa SanPaolo VS UniCredit: come sono andati i conti delle due principali banche italiane?
La Borsa ha sicuramente già parlato, premiando la pioggia di dividendi annunciata da Piazza Gae Aulenti contestualmente alla diffusione della trimestrale record: il titolo UCG, nel giorno della diffusione dei conti, 31 gennaio scorso, è volato fino a oltre il 12%.
Qualche giorno più tardi, a Intesa SanPaolo le cose sono andate meno bene: la trimestrale non ha entusiasmato i mercati, e il titolo è stato colpito dai sell.
Certo, riguardo a UniCredit, il mercato ha avuto poco da controbattere: Per quanto riguarda i dividendi, i risultati eccellenti hanno permesso all’istituto guidato dal ceo Andrea Orcel di promettere un maxi regalo relativa al 2022 pari a €5,25 miliardi, in rialzo di €1,5 miliardi rispetto all’anno precedente.
Per la precisione, in merito alla remunerazione promessa ai soci, UniCredit ha comunicato che questa si basa su “una proposta di dividendo in contanti di €1,91 miliardi e riacquisto di azioni proprie di circa €3,34 miliardi –con tanto di dettagli sui tempi e sulle tranche con cui il buyback sarà avviato – soggetta all’approvazione degli organi di vigilanza e degli azionisti”.
Nel complesso la remunerazione è stata alzata di ben il 40% rispetto all’anno precedente.
Non solo boom di utili e dividendi. La banca guidata dall’AD Orcel ha anche consegnato ai mercati un’ottima guidance.
Nessun brindisi, invece, ai conti di Intesa SanPaolo, la banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina, che pur ha confermato il target di 6,5 miliardi di utile netto al 2025.
Intesa SanPaolo, Messina sul capitale in eccesso
A caldo, nella sessione di venerdì scorso 3 febbraio, giorno in cui ha diffuso i conti, Intesa SanPaolo ha pagato anche l’outlook prudente dell’istituto e la notizia, reesa nota con la trimestrale, relativa alla riduzione sostenuta, del valore di 28,9 miliardi, degli asset ponderati per il rischio, nel corso del quarto trimestre del 2022.
Una riduzione che è stata effettutata per “rafforzare significativamente il capitale, contribuendo alla creazione di valore”.
Detto questo, la comunità degli analisti ha approvato i conti, e le dichiarazioni prima di Messina, poi del presidente Gros-Pietro, hanno fatto sì che nella giornata di oggi tornassero pronti i buy.
In particolare l’AD Carlo Messina ha presentato i conti sottolineando che, nel 2022, la banca “ha raggiunto il miglior risultato netto dal 2007 e ha superato la guidance che aveva dato dopo l’inizio della guerra”.
Aggiungendo: “Come abbiamo già dimostrato in più occasioni, sappiamo superare i nostri obiettivi”.
Ancora, Messina ha sottolineato che “remunerare gli azionisti continuando a migliorare i requisiti patrimoniali è incorporato nel nostro DNA” e che “è evidente che, se dovessimo avere un quadro di certezza sulla dinamica dei tassi di interesse sarà possibile fare riflessioni sulla prospettiva strategica dei numeri della banca”, valutando di conseguenza “una revisione dei target del Piano”.
Il ceo di Intesa SanPaolo ha affrontato anche la questione dell’eccesso di capitale:
“Noi abbiamo chiaramente un excess capital. Nel caso in cui dovessimo avere un eccesso di capitale alla fine di ogni anno faremo una valutazione sulla sua distribuzione. Il payout ratio non verrà toccato e quindi potremo far o buyback o distribuzioni di riserve”.
Per quanto riguarda il parametro a cui far ricorso per scegliere tra le due opzioni di cui sopra, Messina, stando a quanto riportato da Radicor Il Sole 24 Ore, ha spiegato che “normalmente si decide in base al rapporto price to book”.
Ovvero: “Se il valore è inferiore al patrimonio il buyback migliora questo indicatore, mentre se è sopra l’1 il buyback diventa indifferente rispetto al dare cassa, che sarebbe un dividendo straordinario. Noi siamo prossimi all’1 quindi per noi oggi è indifferente. Quindi se il titolo salirà sopra l’1 è probabile che la scelta potrà essere per la distribuzione di riserve, però è un tema che vedremo a fine anno”.
Nel fine settimana e a margine dei lavori dell’Assiom Forex, Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, si è poi così espresso:
“Ci aspettiamo un anno decisamente buono: le nostre aspettative sono state prudenti ma positive e in crescita”.
Piazza Affari oggi premia il titolo, che sale dell’1,6% circa, a 2,42 euro.
Che dire invece del fattore esposizione verso la Russia?
Nel presentare i conti del quarto trimestre dell’istituto, Messina ha sottolineato che Intesa SanPaolo continuerà a “lavorare per ridurre ulteriormente la limitata esposizione residua” nei confronti della Russia di Vladimir Putin.
Nel comunicato con cui è stata pubblicata la trimestrale, si legge che nel secondo semestre 2022, la banca ha ridotto del 68% (circa 2,5 miliardi di euro) l’esposizione verso il paese, scesa sotto lo 0,3% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo.
La banca ha precisato anche che i crediti cross-border verso la Russia “sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2”.
Trimestrale Intesa SanPaolo: il punto di Equita SIM
Così Equita SIM nella nota con cui ha riassunto e commentato la trimestrale della banca:
- Margine di interesse:: 3,064 miliardi (+28% su base trimestrale, +57% su base annua) , meglio dei 2,610 miliardi attesi.
- Utile operativo: 2,544 miliardi (+7% su base trimestrale, +28% su base annua) vs 2,316 miliardi attesi
- LLP: -1,185 miliardi (106bps) vs -1,214 miliardi (103bps) attesi
- Utile netto: 1,070 miliardi vs 837 milioni attesi
Equita SIM ha messo in evidenza che “la principale sorpresa positiva dai risultati del quarto trimestre del 2022 è rappresentata dal margine di interesse, che ha battuto le nostre stime del 17% ed ha mostrato una significativa crescita su base trimestrale, confermando una forte sensitivity al rialzo dei tassi di interesse”.
Rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce di Christine Lagarde, che sta continuando ad avere un effetto positivo sulla reddivitità delle banche, facendo da assist in particolare proprio al margine di interesse.
Equita ha sottolineato anche che gli accantonamenti per perdite eventuali futures sui crediti (LLPs) di Intesa SanPaolo sono “stati sostanzialmente in linea con le attese”.
Per quanto concerne la crescita del CoR nel trimestre, ovvero del Costo del rischio (106bps vs 42bps nel 3Q) questa è stata legata secondo la SIM da alcuni fattori. i) ulteriori overlays (+0.5 miliardi su base trimestrale a 0.9 miliardi); ii) e aumento dei coverage.
Infine, “a seguito delle azioni di ottimizzazione dei RWA, CET1 al 13.5% (+110bps QoQ). Alla luce delle attese sul 2023 e della solida posiziona patrimoniale, è stato dato il via libera alla seconda tranche del buyback da 1.7bn (4% mkt cap). E’ stato comunicato un dividendo per azione di 8.7cents (1,648 miliardi) come saldo dividendi cash (yield 3.5%)”.
Equita fa notare anche che “per il 2023 Intesa SanPaolo ha indicato di attendersi un utile ben al di sopra di 5,5 miliardi, una guidance che – alla luce delle dichiarazioni della società e della forte sensitivity ai tassi – riteniamo particolarmente conservativa.
In particolare:
- Assumendo un EUR 1M medio 2023 al 2.5%, il beneficio al margine di interesse addizionale rispetto al 2022 (9.5bn) è visto in area 2.5 miliardi, ipotizzando un deposit beta del 35-40%.
- Buona flessibilità sui costi operativi che, anche in un contesto inflattivo, sono visti flat/in leggero aumento.
- CoR (Costo del rischio) in area 40bps includendo 10bps per ulteriore derisking
- CET1 visto in area 13% o superiore in tutto arco piano, assorbendo pienamente gli impatti da oneri regolamentari (c.90bps nel 2023, incluso IFRS 17).
Sulla base della trimestrale resa nota lo scorso venerdì, Equita SIM ha annunciato anche di aver rivisto “le stime 2023 del +20% a 6,6 miliardi, principalmente per riflettere un maggiore margine di interesse e minori accantonamenti per perdite sui crediti (da 63 a 45bps)”.
Le stime sul 2024-2025 sono state riviste al rialzo del 7% in media.
La SIM ha poi alzato il target price sul titolo Intesa SanPaolo del 14% a 3,3 euro per azione, indicando un 2024E P/E pari a 8.5x, e un P/TE = 1.2x con ROTE = 15%).
Infine, Equita ha così scritto:
“Con il titolo che ha sottoperformato i peers nell’ultimo mese (+15% vs +22% medio) ed è ancora in negativo su base annua, ribadiamo buy. Intesa SanPaolo – pur trattando a premio rispetto ai peers – con un 2024 P/TE di 0.9x – offre un ritorno significativamente superiore (ROTE = 15%) e una remunerazione attraente (stimiamo 13% della mkt cap distribuita nel 2023).
Equita e il punto su UniCredit
Tornando a UniCredit, post conti Equita SIM ha diramato un commento sulla banca guidata da Andrea Orcel, mettendo in evidenza anche quelli che sono stati i principali spunti emersi dalla call dell’AD con la comunità degli analisti e annunciando un mega upgrade del target price sul titolo, che è stato portato da 15,6 a 23,5 euro.
Di seguito i principali spunti emersi dalla call:
- Il CET1 pro forma al 14,9% è atteso crescere ulteriormente nei prossimi trimestri, con UCG che non si attende significativi headwind regolamentari per il 2023.
- Livello target di CET1 in area 12,5%-13%. Entro fine piano UCG definirà come utilizzare l’eccesso di capitale (6-7.5bn), che potrà essere distribuito (17-20% della market cap) o, preferibilmente, impiegato in operazioni di M&A. Durante la call, non è stata esclusa la possibilità di internalizzare alcune fabbriche prodotto.
- Al quarto trimestre del 2022 il deposit beta medio di gruppo si è attestato su livelli contenuti, in area 20% (in Italia livello medio al 7%). In contesti di incertezza economica, UniCredit ha dimostrato una forte capacità di attrarre depositi e questo fornisce una leva nel gestire il costo della raccolta.
- La guidance sul 2023 è stata definita in modo conservativo, al fine didare visibilità sui risultati anche in caso di un`evoluzione dello scenario macro peggiore del previsto. In particolare: il target di margine di interesse assume un solo incremento di 50bps del DFR (tasso sui depositi) da parte della Bce. Un ulteriore incremento di 50bps (scontato oggi dalla curva fwd dell’EUR 3M) darebbe un ulteriore beneficio > 0,3 miliardi. La guidance del margine di interesse assume un deposit beta al 40%, ovvero il doppio del livello osservato attualmente; ii) le fee sono viste leggermente in calo YoY (incorporando impatto per c.- 200mn da rimozione delle fee sui conti correnti a seguito del rialzo dei tassi di interesse) iii) La guidance di costi assume un’inflazione del 7%; iv) il CoR (costo del rischio), in area 30-35bps, potrà beneficiare dall`utilizzo degli overlays (c.40bps).
- UniCredit ha specificato che, nei prossimi 2 anni, gli overlays accumulati o verranno utilizzati per assorbire eventuali incrementi del CoR oppure verranno rilasciati, dando ulteriore contribuzione alla bottom line.
- L’autorizzazione BCE sul buyback è attesa prima dell`assemblea di marzo.
Equita SIM ha così annunciato, “a seguito dei forti risultati 4Q22 e della guidance al 2023”, di aver alzato le stime sull’utile netto del 2023 “del 37% a 5 miliardi, leggermente al di sotto della guidance per approccio più prudente su fees, trading e costi operativi”.+
La SIM ha aggiunto di vedere spazio, “nel periodo 2023-25, per una distribuzione complessiva > 15bn (c.43% mkt cap)”.
Equita ha così alzato il target price sul titolo UniCredit, a seguito della revisione delle stime e del rolling del modello al 2024, da 15.6 a 23.5 (2023-24E P/TE = 0.69x-0.61x). Il rating su UniCredit è buy, con il titolo che tratta con un P/TE = 0.53x-0.47x, a fronte di un ROTE atteso convergere verso il 10%.
Per quanto riguarda l’esposizione di UniCredit verso la Russia, la banca guidata da Andrea Orcel ha annunciato che “l’esposizione cross-border della Russia è stata adeguatamente gestita e ridotta nel corso dell’anno, a costi minimi,complessivamente del 66 per cento circa, ovvero di circa €4,1 miliardi, grazie ad azioni proattive e disciplinate. UniCredit è impegnata a mantenere un progressivo approccio di de-risking”.