Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Usa meglio delle attese, occhi sulla Fed per tagli tassi

Inflazione Usa meglio delle attese, occhi sulla Fed per tagli tassi

12 Giugno 2024 14:59

A maggio l’inflazione degli Stati Uniti ha rallentato al 3,3%, con un dato core in frenata al 3,4%. I dati sui prezzi al consumo erano solo il primo dei due appuntamenti chiave di oggi: alle 20:00 (ore italiane), infatti, arriverà l’annuncio della Fed sui tassi di interesse, seguito dalla consueta conferenza stampa del presidente Jerome Powell. I toni del chairman, insieme alle proiezioni aggiornate del Fomc sul costo del denaro, i cosiddetti dot plot“, verranno attentamente monitorati dagli investitori per eventuali segnali sulle mosse di politica monetaria dell’istituto di Washington, con la speranza di tagli nel breve, in linea con quello effettuato la scorsa settimana dalla Bce.

Inflazione Usa in frenata al 3,3%, dato core al 3,4%

L’indice dei prezzi al consumo di maggio ha evidenziato una variazione nulla (0%) su base mensile (dopo il +0,3% di aprile). Su base annua il dato ha mostrato un rallentamento dal 3,4 al 3,3%. Gli analisti avevano previsto rispettivamente un +0,1% e una crescita stabile al 3,4%.

Il Cpi core, che esclude le componenti più volatili dell’inflazione (alimentari ed energia), è aumentato dello 0,2% su base congiunturale (rispetto al +0,3% del mese precedente e del consensus) e ha frenato dal 3,6% al 3,4% anno su anno (stima 3,5%).

Il calo dei prezzi energetici, in particolare della benzina, è stato più che compensato dai prezzi degli alloggi, la categoria più importante della componente di inflazione legata ai servizi. Escludendo l’edilizia abitativa e l’energia, i prezzi dei servizi sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto ad aprile, sui minimi da settembre 2021, secondo i calcoli di Bloomberg.

Stasera l’annuncio Fed sui tassi, focus su Powell

Nel complesso, il rapporto di maggio ravviva le speranze di un taglio dei tassi a settembre. I future sui Fed Funds prezzano un taglio dei tassi entro tale mese con una probabilità dell’80% (era inferiore al 60% prima del report Cpi) e un allentamento monetario complessivo di 49 bp nel 2024 (quindi quasi due tagli pieni da 25 bp), rispetto a 39 bp di stamani.

Per convincere la banca centrale americana, però, serviranno ulteriori conferme del processo disinflazionistico. Il prossimo appuntamento chiave sarà poi quello del 28 giugno con il deflatore core Pce, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed.

Stasera la banca centrale dovrebbe confermare il costo del denaro al 5,25-5,50%. Da seguire con attenzione le parole del presidente, Jerome Powell, e le proiezioni aggiornate dei funzionari, che potrebbero rivelare due tagli attesi entro fine anno invece dei tre di marzo.

La reazione dei mercati all’inflazione Usa, aspettando la Fed

Dopo i dati sull’inflazione e della Fed, i future sugli indici americani Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq viaggiano in rialzo tra lo 0,6% e lo 0,8%, rispetto all’andamento poco mosso che aveva caratterizzato le ore precedenti.

Acquisti sul comparto reddito fisso, con i rendimenti delle obbligazioni governative in forte calo. Il Treasury a 10 anni scende di 11 bp, sotto il 4,3% e i biennali di 14 bp al 4,69%.

Sul Forex, il biglietto verde perde terreno nei confronti delle altre principali valute. L’euro/dollaro si apprezza a 1,083 mentre il dollaro/yen scivola a 156.