Inflazione Usa: le attese degli analisti sui prezzi al consumo
Cresce l’attesa per il dato chiave sull’inflazione Usa, in programma giovedì alle 14:30 ore italiane. I numeri sui prezzi al consumo sono nel radar della Federal Reserve e degli investitori, intenti a valutare l’evoluzione dello scenario macroeconomico per aggiustare le aspettative sui tagli dei tassi nel corso del 2024. Focus venerdì anche su prezzi alla produzione e avvio della earning season.
Le stime sull’inflazione Usa
Secondo le stime raccolte da Bloomberg, a dicembre l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe evidenziare un rialzo dello 0,2% su base mensile, dopo il +0,1% fatto registrare a novembre. Su base annua, è prevista una lieve accelerazione, dal 3,1% al 3,2%.
Per quanto riguarda l’indice core, calcolato al netto delle componenti più volatili (energia e alimentari), si prevede un incremento congiunturale dello 0,3%, in linea con il mese precedente, e un rallentamento su base tendenziale, dal 4,0% al 3,8%.
Le componenti dei prezzi al consumo
Secondo Bloomberg Economics, l’aumento atteso dell’inflazione headline è legato soprattutto ai prezzi della benzina, che hanno riportato un modesto incremento su base destagionalizzata. Per i mesi a venire, la progressiva riduzione delle scorte di beni primari da parte delle aziende potrebbe attenuare la disinflazione dei prezzi core, malgrado il rallentamento della componente immobiliare.
Questo rischia di determinare una discesa più lenta nel corso del 2024, con un dato ancora superiore per molto tempo al 2%.
Le ripercussioni dell’inflazione Usa sulle mosse della Fed
Se confermato, il rallentamento del dato core rappresenterebbe un fattore positivo per la Fed, che negli ultimi due anni ha ripetutamente alzato i tassi di interesse per raffreddare l’inflazione, con l’obiettivo di riportarla verso il target del 2%.
Al momento, il costo del denaro si trova nel range 5,25-5,5%, sui massimi da 22 anni. La banca centrale americana ha lasciato invariati i tassi nelle ultime tre riunioni e con ogni probabilità li lascerà su questi livelli ancora per qualche mese. Un certo grado di inasprimento, secondo i responsabili di politica monetaria, è ancora necessario per assicurare il ritorno dell’inflazione verso il 2%.
In ogni caso, Powell e colleghi hanno aperto ad una riduzione del costo del denaro, come emerso dai più recenti dot plot, che indicano tre tagli da 25 punti base ciascuno nel corso del 2024.
Focus anche su prezzi alla produzione e trimestrali
Venerdì sono attesi anche i dati sui prezzi alla produzione, che potrebbero riflettere nuovi colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. I PPI dovrebbero evidenziare un aumento dello 0,1% mensile e un’accelerazione dallo 0,9% all’1,3% su base annua, con un dato core in crescita dello 0,2% congiunturale e del 2% tendenziale (quest’ultimo in linea con novembre).
Secondo Bloomberg Economics, le pressioni disinflazionistiche derivanti dal calo dei prezzi della benzina dei mesi scorsi si sono probabilmente allentate, mentre i le temperature miti hanno sostenuto i prezzi delle costruzioni.
Nei prossimi giorni, oltre ai dati macro, gli investitori concentreranno la propria attenzione sull’avvio della stagione di trimestrali di Wall Street (venerdì i conti delle prime banche). I risultati delle società e le prospettive per il 2024 potrebbero fornire ulteriori spunti sull’andamento dell’economia, aiutando gli investitori ad aggiustare le aspettative sulle prossime mosse di politica monetaria.
Al momento, i future sui Fed Funds scontano tra i 5 e i 6 tagli dei tassi da 25 bp nel 2024, per una riduzione media di 141 bp. Il primo intervento è atteso in primavera, ma la probabilità di una mossa già a marzo è scesa sotto il 70%, rispetto all’80% di qualche settimana fa.