Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Ue risale a giugno al target Bce del 2%. Pausa a luglio e porta aperta per taglio in autunno

Inflazione Ue risale a giugno al target Bce del 2%. Pausa a luglio e porta aperta per taglio in autunno

1 Luglio 2025 12:15

Mentre è in corso il Forum annuale della Bce a Sintra, non arrivano sorprese di rilievo dall’inflazione della zona euro che si è attestata sul target della Banca centrale europea (Bce) a giugno. Si rafforzano così le argomentazioni a favore di una pausa nella lunga campagna taglio tassi iniziata nel giugno del 2024.

Secondo il dato preliminare di giugno diffuso poco dopo le 11 dall’Eurostat, i prezzi al consumo nella zona euro sono aumentati del 2% su base annua rispetto all’1,9% di maggio. Una lettura flash in linea con le indicazioni raccolte da Bloomberg. L’inflazione core, ossia al netto delle componenti più volatili come alimentari ed energia, è rimasta ancorata al 2,3%, come previsto, mentre l’indicatore dei servizi, attentamente monitorato dalla Bce, è salito al 3,3%.

In particolare, un mix di euro più forte e costi energetici più bassi contribuiscono a tenere sotto controllo le pressioni sui prezzi.

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Il mese di giugno appena mandato in archivio ha registrato un inaspettato rallentamento dell’inflazione in Germania, lievi rialzi in Francia e Spagna e un valore invariato in Italia.

Secondo la stima flash dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, l‘inflazione nell’area dell’euro si è attestata su base annua al 2% a giugno, in aumento rispetto all’1,9% di maggio. Nel dettaglio, considerando le principali componenti del CPI dell’eurozona, i servizi registrano il tasso annuo del 3,3% a giugno, rispetto al 3,2% di maggio), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (3,1%, rispetto al 3,2% di maggio), beni industriali non energetici (0,5%, vs 0,6% di maggio) ed energia (-2,7%, rispetto al -3,6% di maggio).

Il motivo principale è stato un minore effetto disinflazionistico dai prezzi dell’energia, aumentati per ragioni geopolitiche nell’ultimo mese. Tuttavia, l’inflazione di fondo è rimasta stabile al 2,3% su base annua, poiché l’aumento dell’inflazione dei servizi è stato compensato dal calo dell’inflazione dei beni”, commenta Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, spiegando che in generale, al di là dei dati odierni, indicatori chiave come la crescita salariale, pensiamo che l’inflazione di fondo si possa stabilizzare in modo duraturo su un percorso coerente con l’obiettivo del 2% della Bce.

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“Il leggero aumento dell’inflazione a giugno non susciterà grande entusiasmo in nessuno. È strano dirlo, in un’economia globale che attraversa un’enorme incertezza, ma l’inflazione nell’eurozona è tornata piacevolmente fiacca“. Inizia così il commento di Bert Colijn, chief economist Netherlands di ING, secondo il quale “nel complesso, si prevede che il contesto inflazionistico rimanga favorevole”. La crescita salariale è diminuita notevolmente negli ultimi trimestri e ING si attende che si attesterà intorno al 3% alla fine dell’anno, il che è coerente con l’obiettivo di inflazione del 2%, ora che la produttività sta riprendendo.

L’esperto della banca olandese ammette, tttavia, che ci sono i “rischi di picchi di inflazione da individuare nell’attuale situazione economica globale”. Si pensi, ad esempio, al recente aumento del prezzo del petrolio o ai possibili dazi di ritorsione da parte della Commissione Europea qualora i negoziati con gli Stati Uniti fallissero la prossima settimana. “Ma il quadro di fondo mostra un’inflazione intorno all’obiettivo, grazie a una minore crescita salariale e alla lenta crescita economica nel prossimo futuro“, conclude.

Guardando alle prossime della Bce, Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, sottolinea che con l’inflazione vicina al livello target e in mancanza di particolari sorprese dai dati core, gli analisti di aspettano che la Bce mantenga i tassi d’interesse invariati nel corso della riunione di luglio. L’attenzione dei mercati è già rivolta a settembre, quando l’andamento dell’inflazione potrebbe portare a una svolta nella politica monetaria.