Pil Usa rivisto al ribasso a -0,5%. Giù dollaro e rendimenti bond con aspettative tagli tassi

Fonte immagine: iStock
Doccia fredda per l’economia statunitense dai dati sul Pil. La terza lettura sul prodotto interno lordo a stelle e strisce ha segnalato una contrazione dello 0,5% nel primo trimestre dell’anno, molto più marcata rispetto al -0,2% della stima precedente e al di sotto di tutte le stime raccolte da Bloomberg. Diffusi anche i dati su spesa per consumi, richieste di sussidi di disoccupazione e ordini di beni durevoli
Pil annualizzato 1Q rivisto a -0,5% t/t
Carrellata di dati Usa in questo pomeriggio. Spicca la contrazione del Pil, che ha registrato un -0,5% su base trimestrale annualizzata, a fronte del -0,2% previsto dagli analisti (in linea con la seconda lettura).
Brusca revisione al ribasso anche per i consumi personali, dal +1,2% della stima precedente al +0,5%. L’indice dei prezzi spesa per consumi mostra un’accelerazione al 3,5%, dal 3,4% della lettura antecedente.
Gli altri dati macro Usa
Per quanto riguarda gli altri dati, gli ordini di beni durevoli a maggio (stima flash) hanno segnato un incremento del 16,4%, ben superiore all’8,5% previsto dagli analisti, dopo il -6,6% del mese di aprile (rivisto da -6,3%). Al netto dei trasporti emerge una crescita dello 0,5%, contro lo 0,0% atteso.
Infine, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono risultate pari a 236 migliaia, contro le 243 mila del consensus e le 246 mila della settimana precedente. Le richieste continue si attestano a 1,974 milioni, più degli 1,95 milioni attesi e in aumento da 1,937 milioni.
I movimenti di futures azionari, Treasury e dollaro dopo il Pil
Reazione composta dei mercati, con i futures sull’S&P 500 in rialzo dello 0,3% mentre l’indice viaggia ormai in prossimità dei massimi storici.
Sul forex, il dollaro resta debole (EUR/USD a 1,17 e Dollar Index ai minimi dal 2022), in scia alle scommesse di tagli più rapidi dei tassi di interesse alimentate dai rumors secondo Donald Trump potrebbe accelerare la nomina del sostituto di Powell alla guida della Federal Reserve, scegliendo un governatore più accomodante.
I rendimenti dei titoli del Tesoro rimangono in calo lungo tutta la curva, con il tasso a 10 anni (-2 bp) al 4,27%. I mercati scontano 64 punti base di allentamento da parte della Fed entro la fine dell’anno, rispetto ai 51 bp alla fine della scorsa settimana, con una probabilità del 20% di un taglio dello 0,25% nella riunione di luglio (pressoché certa invece una mossa a settembre).
A sostenere l’azionario sono soprattutto i tecnologici, con Nvidia reduce dal record e dopo i risultati solidi di Micron Technology che mostrano una robusta domanda di chip per l’intelligenza artificiale.