Basilea avverte: “L’effetto dazi deve ancora arrivare”. Faro sulla mina crypto

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L’impatto finanziario si è certamente già visto, ma l’effetto dazi non si è esaurito e prepara il colpo di coda sistemico. L’allarme arriva dal Rapporto economico annuale della Banca dei regolamenti internazionali (Bri), l’istituzione di Basilea che fa da ponte fra le banche centrali del mondo e riguarda direttamente i fondamentali: la crescita economica, il debito e il rischio crypto. Una doccia fredda per l’Ue in una fase che per quanto riguarda la trattativa commerciale appare più distensiva, almeno con Canada e Cina.
Il contesto
La Bri mette in luce che gli effetti della politica commerciale del presidente Usa Donald Trump si combinano con un mix di “vulnerabilità” di contesto che già da sole creano rischi per la stabilità finanziaria e la sostenibilità del debito.
Il documento arriva mentre sembra prendere corpo una sorta di accordo fra gli Usa e la Cina, e il Canada ha revocato la digital tax sulle aziende tecnologiche degli Stati Uniti, con cui riprende i negoziati in vista di un accordo entro il 21 luglio. L’annuncio è arrivato nella notte dal ministro delle Finanze di Ottawa, Francois-Philippe Champagne. E in una nota del governo si anticipa che il presidente americano Donald Trump e il primo ministro canadese Mark Carney “hanno concordato che le parti riprenderanno i negoziati con l’obiettivo di concordare un accordo. La Dst, che sarebbe dovuta entrare in vigore oggi, colpendo colossi come Alphabet e Amazon – e a causa della quale Trump aveva interrotto i colloqui con Ottawa venerdì scorso – avrebbe fruttato alle casse canadesi circa 3,5 miliardi di euro in cinque anni.
L’avvertimento
Tornando alla Bri, l”’economia globale – avverte – “risentirà dell’impatto dell’alta incertezza ancor prima del pieno effetto dei dazi”: le imprese – come si vede anche dai dati Istat per l’Italia – stanno ritardando gli investimenti e le famiglie aumentano il risparmio per cautelarsi.
Ma la frenata alla crescita deve ancora manifestarsi nei dati: quello che si vede fin d’ora è che “l’alta incertezza e la fiducia in calo di consumatori e imprese segnalano chiaramente un deterioramento in arrivo per l’attività economica”, con la crescita attesa in peggioramento significativo “per diversi Paesi”.
Una minaccia ulteriore in un contesto che, con due teatri di guerra ai margini d’Europa, e dopo l’uscita dalla pandemia e dallo shock inflazionistico da prezzi energetici, non arriva su economie in piena salute.
Anzi: lo shock dei dazi si innesca su un mondo già alle prese con vulnerabilità pre-esistenti – dal debito record in alcuni Paesi alla frammentazione economica già in atto, fino alle istituzioni finanziarie non bancarie meno regolamentate come hedge fund ed emittenti crypto – che “aggravano i rischi” per la stabilità finanziaria e la sostenibilità del debito.
Le “sacche di rischiosità” individuate dalla Bri per il sistema finanziario sono il debito pubblico “senza precedenti” in alcuni Paesi che richiede di costituire margini di bilancio; i mercati privati del credito che bypassano il sistema bancario con i suoi vincoli di vigilanza; le politiche relative value degli hedge fund.
Tutti – governi, istituzioni finanziarie, banche centrali – saranno “fondamentali come forza stabilizzatrice” e dovranno “agire con decisione su più fronti per garantire la stabilità dei prezzi e promuovere una crescita economica sostenibile, preservando al contempo la stabilità economica e finanziaria”, dice il direttore generale della Bri Agustín Carstens
La minaccia crypto sui Treasury
Esiste poi un rischio emergente su cui Basilea da qualche tempo sta puntando l’attenzione ed è la finanza crypto e i suoi legami sempre più intrecciati con la finanza tradizionali su impulso degli Usa. In particolare gli stablecoin ancorati ai Treasury Usa su cui sembra puntare una parte influente dell’amministrazione di Trump per finanziare il debito sono visti come un rischio. “Se continuano a crescere, possono rappresentare rischi incluso quello di una corsa a svendere asset sicuri”. Nonostante una capitalizzazione aggregata relativamente piccola, emittenti di stablecoin come Tether e Circle “hanno riserve significative in Treasury Usa e forniscono una parte sostanziale di approvvigionamento ai mercati pronti contro termine”, si legge nel documento di circa 120 pagine. “Il loro peso crescente solleva timori per la stabilità finanziaria, esponendo la finanza tradizionale agli alti e bassi dell’ecosistema crypto”. Uno shock negativo nel mercato crypto “potrebbe portare a crolli significativi che potrebbero destabilizzare il corretto funzionamento del mercato dei Treasury