Notizie Notizie Italia Inflazione Italia balza a ottobre con ‘stangata alimentari’. Panetta esorta Lagarde: “la Bce tagli di più”

Inflazione Italia balza a ottobre con ‘stangata alimentari’. Panetta esorta Lagarde: “la Bce tagli di più”

Pubblicato 31 Ottobre 2024 Aggiornato 31 Ottobre 2024 21:31

Dopo la sorpresa Pil di ieri, arrivano anche le nuove indicazioni sull’inflazione italiana. A ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione risale a +0,9% su base annua, dal +0,7% del mese precedente mentre su base mensile registra una variazione nulla. Alla base dell’aumento c’è la crescita dell’inflazione alimentare e, in misura lieve, la minore disinflazione dei beni energetici regolamentati, che ha superato la spinta disinflazionistica proveniente dai beni energetici non regolamentati e dai servizi ricreativi.

Nel comparto alimentare difatti, precisa l’Istat, la dinamica tendenziale dei prezzi risulta in accelerazione (+2,4% da +1,1% di settembre), con effetti che si manifestano sul “carrello della spesa” (+2,2% da +1,0%). Al contrario, i prezzi dei Beni energetici accentuano il calo su base annua (-9,1% da -8,7%), nonostante l’aumento congiunturale della componente regolamentata. In decelerazione sono infine i prezzi dei servizi ricreativi e culturali (+3,6% da +4,0%) e dei trasporti (+2,8% da +2,4%).

Una settimana densa di dati macro per l’Italia e la zona euro, arrivano anche le parole del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che intervenendo alla “Giornata Mondiale del Risparmio del 2024. 1924-2024. Cento anni di cultura del risparmio”, esorta la Bce ad agire ancora più sul fronte tassi.

UNC, stangata carrello della spesa: +256 euro per coppie con 2 figli

“Autunno caldo sul fronte dei prezzi! Dopo il miraggio di settembre, quando l’inflazione era calata per la riduzione dei prezzi legati alle vacanze, essendo finite le ferie degli italiani, ora si torna alla dura realtà con un’accelerazione del tasso di inflazione da 0,7 a 0,9”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori secondo cui è “decisamente allarmante e inquietante, poi, il raddoppio del carrello della spesa e dei prodotti alimentari, passati, rispettivamente, da +1 a +2,2 e da +1,2 a +2,6″.

Secondo i conti dell’associazione dei consumatori, “se l’inflazione tendenziale pari a +0,9% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 263 euro su base annua, 237,6 euro in più se ne vanno solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche e 256 per il carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 223 euro, ma 210 euro sono per cibo e bevande, 229 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Per una famiglia media sono ma 161 in più per mangiare e bere, 178 per il carrello” conclude Dona.

ING: stima inflazione all’1% nel 2024 e all’1,6% nel 2025

L’inflazione italiana dovrebbe aver superato il suo punto di minino. Lo sostiene Paolo Pizzoli, senior economist di ING, secondo cui “l’effetto deflattivo di base sui beni energetici dovrebbe esaurirsi nei prossimi mesi, ma a un ritmo graduale. Ciò dipenderà in larga misura dall’andamento dei prezzi del petrolio. Se i rischi peggiori sul fronte geopolitico saranno evitati, potremmo assistere a un graduale aumento della componente energetica, che potrebbe contribuire a spingere l’inflazione complessiva nell’area dell’1,5% entro fine anno”.

Il quadro economico per l’Italia non promette bene considerando da una parte i dati sul PIL del terzo trimestre, sorprendentemente deboli, anche se difficili da interpretare, che segnalano comunque una mancanza di forza della domanda interna. Dall’altra, i dati sul mercato del lavoro di settembre, diffusi sempre oggi dall’Istat, che – continuano gli esperti – mostrano la prima contrazione dell’occupazione in quattro mesi.

“Se la fase di assestamento del mercato del lavoro dovesse continuare nei prossimi mesi, la pressione sui salari, che a settembre sono cresciuti a un discreto ritmo annuo del 3,7%, sembra destinata ad attenuarsi, poiché la priorità potrebbe spostarsi dal recupero del potere d’acquisto al mantenimento della sicurezza del posto di lavoro. Ciò dovrebbe contribuire a contenere il rischio di una forte accelerazione dell’inflazione nei prossimi mesi – prosegue Pizzoli -. Un rapido sguardo a ciò che le indagini congiunturali ci dicono attualmente sull’andamento dei prezzi mostra un graduale declino delle intenzioni di aumento dei prezzi nei servizi e un loro graduale aumento nel settore manifatturiero, quindi non c’è una chiara direzione comune”.

Nel complesso, i dati sull’inflazione di ottobre suggeriscono che il minimo dell’inflazione è ormai alle spalle, ma la fase di reflazione sembra destinata a essere graduale, data l’incertezza della domanda. Confermiamo la nostra previsione per l’inflazione media italiana del 2024 all’1% e prevediamo un aumento all’1,6% nel 2025.

Panetta (Bankitalia): economia fiacca, Bce deve tagliare ancora i tassi

L’inflazione peggiora l’allocazione delle risorse ed erode il valore reale del risparmio, sottolinea Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, intervenendo alla “Giornata Mondiale del Risparmio del 2024. 1924-2024. Cento anni di cultura del risparmio”.

Nei suoi primi vent’anni di vita l’Unione monetaria ha garantito un’inflazione moderata. La pandemia e lo shock energetico hanno però alterato questa condizione e nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti del 10 per cento nell’area dell’euro, del 12 in Italia, sottolinea il governatore secondo cui “la restrizione monetaria attuata dalla Bce ha contribuito a ridurre l’inflazione in modo altrettanto rapido quanto il precedente rialzo: la dinamica dei prezzi è oggi attorno al 2 per cento per la prima volta dal 2021. La Bce ha potuto quindi ridurre il tasso di riferimento in tre riunioni consecutive a partire da giugno.

Ma secondo Panetta la banca centrale deve fare ancora di più.

Le condizioni monetarie rimangono però restrittive, e richiedono ulteriori riduzioni. Con il rientro dell’inflazione, occorre porre attenzione alla fiacchezza dell’economia reale: in assenza di una ripresa sostenuta, si correrebbe il rischio di spingere l’inflazione ben sotto l’obiettivo. Una situazione che la politica monetaria faticherebbe a contrastare e che va evitata.