Notizie Notizie Mondo In UK arriva la manovra lacrime e sangue in tempi di recessione: tagli spesa pubblica e aumenti tasse da 55 miliardi di sterline

In UK arriva la manovra lacrime e sangue in tempi di recessione: tagli spesa pubblica e aumenti tasse da 55 miliardi di sterline

17 Novembre 2022 14:09

UK alle prese con una recessione, a fronte di una manovra fatta di tagli alle spese e di aumenti delle tasse che ammontano a un valore totale di 55 miliardi di sterline. Il sogno, o meglio chimera, miraggio di Liz Truss sembra lontano anni luce.

Il populismo sfrenato del governo di Truss, le promesse di aiuti a tutti – in particolar modo ai ricchi – a dispetto delle finanze pubbliche, hanno scatenato una tale ansia sui mercati, che ora il Regno Unito è costretto a rimettersi in riga, con misure di austerity che piombano su un paese stremato dall’inflazione e dalla recessione.

Il budget made in UK tanto atteso è stato annunciato oggi dal ministro delle Finanze e cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, in un discorso al Parlamento, la cosiddetta dichiarazione d’autunno “Autumn Statement”.

Budget UK, Hunt: ci sarà un notevole aumento delle tasse

Il ministro delle finanze del Regno Unito Jeremy Hunt non ha indorato la pillola: “il mio piano di bilancio comporta un notevole aumento delle tasse”.

Il cancelliere dello Scacchiere ha anche sottolineato che il partito dei Tory non è favorevole a una politica fiscale che lascia la zavorra dei debiti sulle spalle delle generazioni future.

Detto questo, Hunt ha precisato che la pressione fiscale complessiva salirà di appena l’1%.

La tegola sulla testa dei cittadini britannici c’è in ogni caso: oltre ai tagli alla spesa pubblica di circa 30 miliardi di sterline, le tasse a carico di milioni di cittadini saranno aumentate di ben 25 miliardi di sterline.

E’ questa la ricetta del governo del neo premier Tory Rishi Sunak. Ricetta che inizierà a far sentire subito i suoi effetti visto che l’aliquota massima sui redditi, pari al 45%, sarà applicata a partire dalla soglia di reddito annuo di 125.000 sterline, rispetto alla precedente di 150.000 sterline.

I tagli alle tasse senza copertura – ha ammonito Hunt – sono pericolosi”.

Il piano varato, ha spiegato il ministro UK, ha come obiettivo quello di “affrontare la crisi del costo della vita e di ricostruire la nostra economia”, a fronte di “ostacoli a livello globale senza precedenti”. Le priorità della manovra, ha continuato, saranno la stabilità, la crescita e la tutela dei servizi pubblici.

Hunt ha annunciato anche la fine dell’esenzione dal bollo per i possessori di auto elettriche, a partire dall’aprile del 2025.

Le soglie massime delle imposte sui redditi, dell’assicurazione sanitaria e della tassa di successione saranno inoltre congelate per altri due anni, rimanendo ingessate fino all’aprile del 2028.

La soglia di esenzione fiscale sui dividendi sarà tagliata da 2.000 a 1.000 sterline a partire dal prossimo anno, per scendere fino a 500 sterline nell’aprile del 2024.

Hunt ha confermato, tra le misure, l’estensione delle tasse sui profitti delle aziende energetiche:

A partire dal primo gennaio fino al 28 marzo, aumenteremo le tasse sugli utili dell’industria dell’energia dal 25% al 35%. La struttura del nostro mercato energetico è tale da creare extraprofitti per le aziende di generazione di elettricità a basso uso di carbone. Di conseguenza, dal primo gennaio, introdurremo una nuova tassa temporanea del 45% sui generatori di elettricità. Insieme, queste misure permetteranno di raccogliere 14 miliardi di sterline”.

UK già in recessione, le stime su deficit, debito e Pil

Jeremy Hunt ha annunciato nel suo intervento anche le nuove proiezioni economiche stilate dall’OBR, Office for Budget Responsibility:

previsto ora un deficit pari al 7,1% del Pil nell’anno finanziario corrente, ben al di sopra del 3,9% del Pil previsto lo scorso marzo.

Il deficit scenderà al 5,5% del Pil nel 2023 (oltre il +1,9% precedentemente atteso), per poi calare al 2,4% del Pil nell’anno finanziario 2027-28.

Il rapporto debito-Pil del Regno Unito inizierà a scendere dal picco del 97,6% del 2025-2026 al 97,3%, nel 2027-2028.

Hunt ha detto inoltre, citando le previsioni dell’OBR, che il Pil del Regno Unito scenderà dell’1,4% nel corso del 2023, per tornare a crescere soltanto l’anno successivo, nel corso del 2024.

Per la precisione: nel 2022, la crescita del Pil sarà del 4,2%, superiore al +3,8% stimato a marzo; nel 2023 la contrazione del prodotto interno lordo sarà per l’appunto dell’1,4%, rispetto alla crescita dell’1,8% precedentemente attesa.

Nel 2024 il Pil UK salirà dell’1,3%, meno del +2,1% atteso a marzo; nel 2025, l’espansione sarà del 2,6%, rispetto al +1,8% dell’outlook precedente, mentre nel 2026 sarà del 2,7%, rispetto al +1,7% stimato a marzo.

Per quanto concerne l’inflazione, Hunt ha riferito che le previsioni sono di un aumento del 9,1% quest’anno e del 7,4% l’anno prossimo.

Lo scorso 20 ottobre 2022, la premier britannica Liz Truss ha annunciato le proprie dimissioni , ponendo fine al governo più breve di tutta la storia UK.

Tutto quanto è nato alla fine di settembre con l’annuncio del piano shock di tagli alle tasse firmato dall’ex ministro delle Finanze del Regno Unito Kwasi Kwarteng: un piano che ha scioccato così tanto i mercati che a capitolare, oltre ai titoli di stato UK Gilt, sono stati diversi asset globali, in particolare i bond .

La reazione dei mercati, l’impennata dei tassi UK e il crollo della sterlina sono stati tali che l’ex premier Liz Truss è stata costretta a fare ergo un dietrofront a dir poco imbarazzante , tra l’altro proprio poco dopo la pubblicazione di un articolo del The Economist, che ha alimentato polemiche anche in Italia.

Con il suo articolo l’Economist era stato implacabile nei confronti del Regno Unito che aveva osato trasformarsi nel metro di paragone più imbarazzante: ovvero – come aveva scritto anche il Telegraph – , in una sorta di nuova Italia dell’Europa.

Apriti cielo: nel leggere l’articolo dell’Economist che aveva accostato gli UK all’Italia, la rabbia era esplosa sia tra i britannici che tra gli italiani.

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Così commenta la manovra del Regno Unito appena presentata dal ministro delle Finanze Jeremy Hunt Gordon Shannon, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management:

Il conservatorismo compassionevole sembra voler tergiversare con i tagli alla spesa, ma gli investitori sembrano essere d’accordo. Gli aumenti delle imposte, sia personali che sull’energia, offrono oggi al Dipartimento del Tesoro del Regno Unito guadagni rapidi sufficienti a soddisfare il mercato. I titoli di Stato e la sterlina hanno subito un leggero calo, ma niente di paragonabile al movimento che abbiamo visto dopo il mini-bilancio di Kwarteng. Dato il loro rally in previsione di un bilancio stabile e bilanciato, il mercato sembra concludere che Jeremy Hunt abbia fornito una risposta credibile”.