I Btp diventati articolo di pregio nell’era dei tassi zero, il confronto con altri bond UE
Il nuovo Btp con scadenza 2036 ha scaldato come non mai gli investitori. Non una novità visto che già il mese scorso il titolo a 30 anni era stato assalito di ordini d’acquisto da parte di investitori alla disperata ricerca di rendimenti.
Il rendimento vicino all’1,5% del Btp 2036 rappresenta un’occasione quasi unica attualmente su un mercato governativo dell’area euro che vedere rendimenti vicini allo zero anche sulle scadenze più lunghe.
Rendimenti a confronto
Guardando infatti a durate simili sul secondario, i bond della Francia rendono lo 0,11%, quelli di Spagna e Portogallo – due nazioni che fino a pochi anni fa presentavano un livello di remunerazione superiore a quello dell’Italia – si attestano rispettivamente sullo 0,67% e lo 0,57%; per non parlare della Germania che vede praticamente tutta la curva dei tassi in territorio negativo. Gli unici bond con rendimenti assimilabili a quelli dell’Italia sono quelli della Grecia.
In questo primo mese e mezzo dell’anno la carta italiana ha fatto meglio degli altri governativi dell’area euro, recuperando soprattutto dopo l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna che hanno attenuato la percezione del rischio politico dell’Italia. Sovraperformance che però ha solo ridotto leggermente il gap verso gli altri paesi dell’area euro, con lo spread Btp-Bund che si mantiene sopra i 130 pb complici anche le prospettive di debole crescita del paese, con il concreto rischio di ricaduta recessiva dopo il segno meno del PIL nel quarto trimestre 2019.
Ieri il presidente della Bce, Christine Lagarde, ha avvertito che “più a lungo rimarranno in essere i nostri stimoli monetari, più alto sarà il rischio di incorrere in maggiori effetti collaterali”. Nel discorso pronunciato al Parlamento europeo, la Lagarde ha ricordato che la politica monetaria non può essere “only game in town”, praticamente l’unico strumento a disposizione delle autorità per fronteggiare le crisi e i momenti di debolezza.
I numeri dell’emissione dei record
Il nuovo Btp 2036 ha raccolto una domanda di 50 miliardi, superando il record precedente di quasi 48 miliardi di euro stabilito il mese scorso per una vendita del nuovo Btp a 30 anni. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato alla fine 9 miliardi del nuovo Btp con scadenza primo marzo 2036, godimento 18 febbraio 2020 e tasso annuo dell’1,45%, pagato in due cedole semestrali. Il regolamento dell’operazione è fissato per il 18 febbraio. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,513 corrispondente a un rendimento lordo annuo all’emissione dell’1,489%.
Oggi e domani nuove aste Bot e Btp
Oggi si replica con la consueta asta Bot di metà mese. Il Tesoro andrà a emettere Bot a 12 mesi per complessivi 6 miliardi di euro. Il mese scorso era stato allocato un ammontare di 7 mld a un tasso di -0,242%. Il rapporto di copertura (bid to cover) era stato di 1,51. In circolazione al 31 gennaio risultano 40,4 mld di Bot a 6 mesi e 79,3 mld di Btp a 12 mesi per un totale di 119,7 miliardi.
Domani invece toccherà ai Btp a media scadenza: Btp a 3 e 7 anni per un importo massimo di 5 miliardi. E’ stata invece annullata la vendita di Btp a lungo termine prevista giovedì alla luce proprio della vendita sindacata di ieri.