Rischio politico più basso, BTP più appetibili. ‘Profezia’ Messina su spread si sta per avverare?

Rischio politico più basso, bond italiani più appetibili. Il momento sembra perfetto per continuare a scommettere sui BTP, tanto che un articolo di Bloomberg parla di “stelle allineate per i bond italiani”, citando diversi titani del mondo della finanza che continuano ad avere fiducia nell’Italia.
Il rischio politico è diminuito, mentre il continuo contesto di tassi di interesse negativi scatena la caccia ai rendimenti, a beneficio della carta made in Italy. Tanto che JP Morgan Chase e Société Générale credono che lo spread BTP-Bund a 10 anni possa scendere al minimo dal 2016 entro la fine dell’anno. Dunque verso o addirittura sotto quota 100, come aveva pronosticato Carlo Messina, AD di Intesa SanPaolo.
La sua profezia è destinata ad avverarsi?
D’altronde per Messina, se lo spread è salito, è stata tutta colpa del rischio politico, per l’appunto. Nel commentare i risultati di Intesa SanPaolo, il dirigente ha sottolineato che, “nonostante solidi fondamentali economici, l’Italia sconta uno spread più alto rispetto ad altre nazioni europee”, aggiungendo che, con una stabilità politica la situazione dello spread non può che migliorare”.
Amundi SA e UBS Global Wealth Management, tra i principali money manager europei, continuano intanto a investire nel debito italiano, che ha fatto già meglio, dall’inizio dell’anno, rispetto alla maggior parte di altri titoli di stato dell’area euro. E il trend, almeno nel breve, dovrebbe continuare.
Così Isabelle Vic-Philippe, gestore di Amundi a Parigi: “Per i prossimi tre mesi non vedo quale evento potrebbe deragliare la fase di rally attuale o scatenare un forte allargamento dello spread”.
L’importanza del rischio politico nel trend dei BTP è stata messa in evidenza anche da Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo che, nel commentare i risultati di bilancio della banca, ha sottolineato che, “nonostante solidi fondamentali economici, l’Italia sconta uno spread più alto rispetto ad altre nazioni europee”, aggiungendo che, con una stabilità politica la situazione dello spread non può che migliorare”.
Rischio politico più basso, cresce interesse stranieri
Tutto questo, mentre il Tesoro pensa in grande, puntando a raccogliere 400 miliardi attraverso il collocamento di titoli in dollari e retail.
Come sottolinea il Sole 24 Ore, “il Tesoro quest’anno ha intenzione di tornare a collocare titoli di Stato in dollari, per completare la curva delle scadenze e dare liquidità a un mercato considerato strategico”.
“Stiamo valutando se effettuare un’emissione multitranche o collocamenti singoli”, ha detto ieri il direttore del debito pubblico Davide Iacovoni. L’idea è quella di proseguire sul lavoro avviato in autunno con i titoli a 5, 10 e 30 anni per proporre altre scadenze intermedie; e le dimensioni di queste operazioni non saranno irrilevanti, perché prassi vuole che ogni bond in dollari ammonti ad almeno due miliardi.
Il Corriere della Sera mette in evidenza anche l’interesse degli investitori stranieri per i bond italiani, riportando le dichiarazioni di Iacovoni:
“Quest’anno andranno in scadenza titoli di Stato per circa 200 miliardi di euro. Ci sarà inoltre da coprire un fabbisogno di cassa tra i 40 e i 45 miliardi. In tutto, quindi, sono previste emissioni a media-lunga scadenza per 245-250 miliardi ai quali si sommeranno Bot in scadenza per circa 120 miliardi che saliranno a 140-150 miliardi di euro considerando i semestrali che verranno emessi nel 2020. La vita media del debito pubblico italiano, pari a oltre 2.400 miliardi di euro, si è attestata nel 2019 a 6,87 anni e l’obiettivo per il 2020, ha spiegato Iacovoni, è di «consolidare» questo valore «con piccoli incrementi». Intanto al Mef si guarda con favore al ritorno degli acquisti dall’estero. «Lo stock del debito pubblico nelle loro mani è tornato sopra ai livelli del maggio 2018, siamo sul 32-33%».
Bond italiani, anche Pimco vede spread verso 100
E in uno spread a 100 punti, oltre a Carlo Messina, crede anche Pimco. A fine gennaio Pimco, che è sovrappeso sui titoli di Stato Italiani, ha detto di non escludere la possibilità che lo spread Btp-Bund scenda a 100 punti, livello che non viene violato al ribasso dal lontano gennaio 2016.
“E’ ancora l’unico spread che può essere ridotto – ha detto Nicola Mai, responsabile della ricerca sul credito sovrano di Pimco, in una presentazione a Milano. “Dal 2018, quando abbiamo avuto una visione negativa, le cose sono cambiate: la posizione anti-Europa è cambiata, il governo è cambiato, la BCE è tornata sul mercato, i rendimenti globali sono inferiori, il che rende il debito italiano un po’ più sostenibile”.
Ma non tutti condividono un tale ottimismo. Sempre intervistati da Bloomberg Michael Riddell e Kacper Brzezniak, gestori di Allianz Global Investors ritengono che la fiducia riposta nei BTP sia eccessiva, e sono “underweight” sulla carta italiana.
“E’ solo questione di tempo, prima o poi Salvini tornerà al potere – ha detto Riddell – E questo causerà volatilità. Dal 1945 in Italia c’è stato un nuovo governo in Italia, in media, quasi ogni 15 mesi”.