Notizie Notizie Italia Non solo Upb, torna spettro recessione Italia. Think tank dell’ex Mef Codogno vede Pil 2020 sotto zero

Non solo Upb, torna spettro recessione Italia. Think tank dell’ex Mef Codogno vede Pil 2020 sotto zero

11 Febbraio 2020 13:35

Non è solo l’Upb ovvero l’Ufficio parlamentare di Bilancio a tagliare le stime sulla crescita del Pil italiano: la sforbiciata all’outlook arriva anche da altri think tank. Non che i downgrade stupiscano: la prova del nove dell’ennesima crescita italiana non pervenuta è arrivata ieri, con il pessimo dato relativo alla produzione industriale, scivolata a dicembre sia su base mensile che su base annua. In particolare, quel calo su base annua è stato il primo in sei anni, ovvero dal 2014.

Crescita in stile encefalogramma piatto, economia sorretta dalla flebo della Bce, economia condizionata da fattori esterni come la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la guerra dei dazi più in generale a livello mondiale, e ora il coronavirus. Tutte variabili che, è vero, hanno condizionato e condizionano anche le altre economie, ma non come quella italiana, alle prese con problemi strutturali come, in primis, l’enorme debito pubblico. E alle prese, anche, con l’instabilità politica diventata ormai proverbiale. Lo ha ricordato Fitch nel ribadire l’outlook negativo sull’Italia venerdì scorso; lo dicono a gran voce analisti ed economisti da anni.

Lo dice, intervistato da Reuters, anche Lorenzo Codogno, ex responsabile economista del Ministero dell’Economia, ora numero uno del think tank con sede a Londra LC Macro Advisors.

Italy’s Prime Minister Giuseppe Conte (L) and Italy’s Finance and Economy Minister Roberto Gualtieri speaks as they wait while the new government’s confidence vote is being held on September 10, 2019 during at the Senate in Rome. – Italian Prime Minister Giuseppe Conte called on September 9 for the reform of European Union budget rules and cooperation on immigration as his new government won a parliamentary confidence vote at the lower house. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Codogno è ancora più pessimista dell’Ufficio parlamentare di bilancio, stimando il segno meno per il Pil del 2020: -0,1%.

In una nota ai clienti, l’economista ha spiegato di aver rivisto al ribasso il precedente outlook di crescita pari a +0,3% a causa di diversi fattori;: “la debolezza del commercio globale che sta colpendo in modo sproporzionato l’Italia, un ciclo delle scorte depresso di più lunga durata, e una base (di partenza) molto più bassa per l’intero anno (2020) a causa del trend (Pil negativo) del quarto trimestre del 2019, e gli effetti che si devono ancora vedere del coronavirus”.

Codogno prevede il segno meno per l’economia italiana già dal primo trimestre di quest’anno. L’outlook è dunque di una contrazione pari a -0,1% che, unita al -0,3% del quarto trimestre, farebbe ripiombare l’Italia in recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita economica negativa) per la quarta volta volta dalla crisi finanziaria globale.

Il pessimismo non ha risparmiato neanche gli economisti dell’Ufficio parlamentare di bilancio, per l’appunto, che hanno tagliato l’outlook sulla crescita del Pil italiano allo 0,2% e allo 0,1% al netto della correzione per i giorni lavorativi, dal precedente outlook di una espansione pari a +0,5%.

L’Upb ha citato la “brusca e inattesa” frenata sofferta dall’economia italiana a fine 2019; una frenata che, a questo punto, proietta i suoi “riflessi negativi” sulle prospettive per il 2020, rendendole più cupe. Dai dati dell’Istat è risultato infatti che, nell’ultimo trimestre dello scorso anno, il Pil italiano è sceso dello 0,3%.

Secondo la Nota sulla congiuntura di febbraio dell’Ufficio parlamentare del bilancio, la crescita “è destinata a restare modesta, compressa dalla debolezza del contesto internazionale e soggetta a una diffusa incertezza”. Si “prospettano diversi fattori di rischio, vecchi e nuovi – si legge ancora nella nota dell’Upb, che, a dispetto dell’ottimismo del ministro dell’economia di turno, in questo caso Roberto Gualtieri, ritiene in base ai suoi modelli di previsione di breve termine che nel trimestre in corso, dunque primo trimestre del 2020, il PIl italiano “non recupererebbe il netto calo del periodo precedente“. Una ripresa potrebbe avvenire nei trimestri successivi, con l’assist del recupero, comunque lento, della domanda interna. Il contributo del commercio estero alla crescita italiana sarebbe invece molto modesto.

“L’esercizio previsivo differisce da quelli svolti dall’UPB al fine di validare i quadri macroeconomici del MEF, per renderlo più direttamente confrontabile con gli scenari predisposti dalle principali organizzazioni internazionali e nazionali”. Il che implica che “la previsione di base per il 2021 non include l’incremento delle imposte indirette previsto nelle clausole di salvaguardia e non considera misure alternative di copertura finanziaria; sotto tali ipotesi l’anno prossimo il Pil aumenterebbe allo 0,7 per cento. Nel caso di attivazione delle clausole di salvaguardia si stima che la crescita del Pil dell’anno prossimo verrebbe intaccata tra uno e tre decimi di punto percentuale a seconda dell’assunzione sul grado di traslazione dell’IVA sui prezzi”.

La stima dell’Upb per quest’anno, pari a +0,2%, è inferiore all’obiettivo di crescita prefissato dal governo M5S-PD, pari a +0,6%. In tutto questo c’è anche il fattore coronavirus. Così si legge ancora nella nota:

“Nel quarto trimestre la produzione industriale si è ridotta in misura molto marcata (-1,4% rispetto ai tre mesi precedenti), in modo simile a quanto accaduto in Germania. L’incertezza di famiglie e imprese continua ad aggravarsi, soprattutto con riferimento alle componenti relative alle costruzioni e alla manifattura. Gli indicatori sintetici del ciclo economico sono coerenti nel segnalare una sostanziale stasi dell’attività produttiva”.