HSBC in calo (-7%) nel premarket dopo i conti. Pesa la Cina
La più grande banca europea, HSBC, ha registrato un aumento di quasi l’80% dell’utile ante imposte, che è salito a 30,3 miliardi di dollari nel 2023, grazie all’aumento dei tassi di interesse. Ma il rallentamento dell’economia cinese e la svalutazione della Banca cinese delle comunicazioni (Bank of Communications) di cui detiene il 19% hanno pesato sui conti del quarto trimestre dell’anno. Il titolo sta perdendo il 7% nel pre-market di New York a 37 dollari per azione.
HSBC, numeri sotto le attese
Al di là del rallentamento in Cina, mercato principale per il colosso bancario del UK, i profitti sono stati influenzati anche da un “aggiustamento di valutazione” di 3 miliardi di dollari derivante dalla sua partecipazione del 19% nella Banca cinese delle comunicazioni. La svalutazione è stata tra le voci che hanno fatto crollare l’utile ante imposte della banca del quarto trimestre dell’80%, arrivando a 1 miliardo di dollari, rispetto all’anno precedente. Ricordiamo che HSBC realizza la maggior parte del proprio fatturato in Asia, soprattutto in Cina e Hong Kong.
Tornando ai numeri, l’utile ante imposte è salito di circa il 78% a 30,3 miliardi di dollari nel 2023 rispetto all’anno precedente, ma sotto le stime degli analisti di 34,06 miliardi di dollari.
Il ceo, Noel Quinn ha annunciato un ulteriore riacquisto di azioni proprie (buyback) da 2 miliardi di dollari da completare prima della fine del trimestre attuale. La banca ha anche confermato un dividendo speciale di 21 centesimi per azione nella prima metà del 2024 dopo aver completato la vendita delle attività in Canada.
“La nostra performance record di profitti nel 2023 ci ha permesso di premiare i nostri azionisti con il dividendo annuale più alto dal 2008”. Ha dichiarato Noel Quinn in una nota.
“Hanno avuto un aumento considerevole in quello che chiamiamo margine di interesse netto, ovvero la differenza tra l’importo addebitato ai mutuatari e l’importo pagato ai depositanti”, ha commentato Frances Coppola, analista bancario. “Questo è stato davvero il principale motore dell’aumento sia dei ricavi che dei profitti”, ha aggiunto. “Ma dobbiamo notare che il contesto di tassi di interesse elevati sta volgendo al termine.”
Il peso della Cina
Al di là del peso sui conti di HSBC della Bank of Communications, gli investitori hanno inoltre monitorato attentamente l’esposizione al settore immobiliare cinese, in crisi dal 2020. Vista la complessità della crisi del settore immobiliare, in un tentativo di risollevare il settore, la Banca Popolare Cinese (PBOC), ha tagliato i tassi di riferimento dei mutui in Cina, ovvero dei tassi LPR a cinque anni di 25 punti base. Portandoli così al 3,95% dal 4,3%.
Al di là della crisi immobiliare, la seconda economia del mondo si trova in un momento di deflazione, ovvero un calo generalizzato dei prezzi, l’esatto opposto della ben più nota e demonizzata inflazione. In altre parole in una fase economica molto diversa rispetto a quella del resto del mondo, che combatte ancora prezzi superiori al target delle banche centrali principalmente al 2%.
L’inflazione a gennaio si è calata allo -0,8% su base annuale dallo -0,3% del mese precedente. Il che di solito riflette anche un calo dell’attività economica del paese.
Tornando al settore immobiliare, il mese scorso, un tribunale di Hong Kong ha ordinato la liquidazione del gigante Evergrande, la società più indebitata del mondo.
“L’economia cinese non riesce proprio a rimettersi in moto”, ha commentato Harry Murphy Cruise, Economista di Moody’s. “Gli investitori chiedono a gran voce che vengano implementati supporti economici più ampi.”