Cina annuncia taglio storico tassi LPR. Il bazooka pro-mutui e mercato immobiliare
Taglio storico dei tassi di riferimento dei mutui in Cina, ovvero dei tassi LPR a cinque anni, nell’intento di risollevare il disastrato settore immobiliare made in China:
oggi, martedì 20 febbraio 2024, la People’s Bank of China, banca centrale cinese, ha annunciato di aver sforbiciato i tassi LPR (loan prime rate) a 5 anni di 25 punti base, dal 4,2% al 3,95%, mantenendo contestualmente invariati i tassi LPR a 1 anno, al 3,45%.
People’s Bank of China annuncia taglio record a tassi LPR a 5 anni
Il taglio dei tassi LPR a 5 anni è stato il primo dal giugno del 2023 e il più significativo da quando la Cina ha ridefinito i tassi LPR nel 2019.
Nell’agosto di quell’anno, la People’s Bank of China annunciò che i tassi LPR sarebbero diventati i nuovi tassi di riferimento per i prestiti erogati dalle banche cinesi.
Ma come si differenziano i tassi LPR della Cina? E soprattutto, la sforbiciata storica annunciata oggi riuscirà a dare una spinta sostenibile al mercato immobiliare cinese?
Vale la pena sottolineare che, mentre i tassi LPR (loan prime rate) a 1 anno sono i tassi di riferimento per la determinazione dei tassi sui prestiti che le banche commerciali erogano a favore di famiglie e imprese che rientrano nella cosiddetta categoria di clientela migliore, i tassi LPR a 5 anni sono i tassi di riferimento per la determinazione delle rate sui mutui.
La mossa per sostenere il mercato immobiliare. Ma ora le banche rischiano
Così come ha messo in evidenza Lynn Song, responsabile economista della divisione dedicata alla Cina di ING Economics, i mercati sono rimasti sorpresi da un lato dal taglio record dei tassi LPR a 5 anni e dall’altro dal fatto che i tassi LPR a 1 anno siano stati lasciati invariati al 3,45%.
Il consensus degli economisti aveva previsto infatti un taglio dei tassi LPR a 1 anno – che avrebbe apportato beneficio alle imprese, abbassando i loro costi di finanziamento – pari a -15 punti base.
Con una mossa a sorpresa, ha spiegato l’economista di ING Economics, la People’s Bank of China ha tagliato invece i tassi LPR a 5 anni di 25 punti base, al 3,95%.
Ora, è vero che “in passato tagli soltanto a uno dei due tassi LPR erano avvenuti”, ha ricordato Song.
Detto questo, “erano stati sempre i tassi LPR a 1 anno a essere tagliati, a fronte di tassi a 5 anni che erano stati invece confermati”.
Il motivo?
“La principale giustificazione che veniva data in passato (quando venivano tagliati i tassi a 1 anno) era quella di preservare i margini netti di interesse (NII) delle banche, visto che i tassi LPR a 5 anni sono i tassi di riferimento per i mutui”, ha spiegato ancora l’esperto di ING Economics.
Il fatto che stavolta sia stato fatto esattamente il contrario si spiega con la decisione delle autorità cinesi di agire per blindare la ripresa del mercato immobiliare, dunque per migliorare la propensione agli acquisti di immobili, con una manovra che si ridurrà in un calo delle rate sui mutui.
Il problema, tuttavia, ha avvertito Song, è che “le banche erano già alle prese con margini netti di interesse bassi a livelli record, stando ai dati del terzo trimestre del 2023 , a causa anche dell’estensione dei prestiti accordata a diversi sviluppatori immobiliari in difficoltà”.
Di conseguenza, “il taglio dei tassi LPR a 5 anni potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione i margini delle banche”.
Non stupisce dunque che la notizia della riduzione dei tassi non sia stata accolta con entusiasmo dalle borse di Shanghai e di Hong Kong.
Ma il bazooka per far abbassare tassi mutui funzionerà davvero?
Diversi analisti hanno manifestato dubbi sulla capacità del taglio storico dei tassi LPR da parte della Cina di risollevare le sorti del mercato immobiliare.
“Un taglio più importante potrebbe sostenere la fiducia nel settore immobiliare nel breve termine, ma è improbabile che getti le basi di una svolta per il mercato”, ha commentato Alex Loo, macro strategist di TD Securities in Singapore, in una intervista rilasciata a Bloomberg .
Loo ha spiegato la mossa della People’s Bank of China con “l’urgenza” del governo di Pechino di incentivare i potenziali acquirenti di case ad acquistare immobili nel paese, dopo la notizia del tonfo delle vendite di immobili nelle principali città cinesi, durante la settimana dei festeggiamenti per il Capodanno lunare.
D’altronde, marzo rappresenta di solito il picco della stagione per le vendite di case.
L’articolo di Bloomberg ricorda tuttavia che, nel mese di dicembre, il tasso medio applicato sui nuovi mutui era già sceso al minimo record del 3,97%, in un contesto in cui città come Pechino, Shanghai e Guangzhou avevano già iniziato ad allentare le restrizioni imposte in precedenza alle operazioni di acquisti di immobili.
Nonostante questo, a causa della debolezza del mercato del lavoro cinese, le famiglie si erano mostrate ancora riluttanti ad accendere un mutuo.
Mette in evidenza lo scarso impatto che la mossa della People’s Bank of China ha avuto nel risollevare il sentiment dei mercati anche lo strategy team di Mps, la cui nota odierna conferma che “il taglio, deciso al fine di sostenere il mercato immobiliare, non è però visto dagli operatori come una soluzione alla crisi del settore, dove evidentemente sono necessari interventi governativi più incisivi”.
In una nota con cui hanno commentato la riduzione dei tassi LPR, gli analisti di Capital Economics hanno infine scritto che “il taglio di 25 punti base è chiaramente volto a sostenere il mercato immobiliare”.
“Da solo, tuttavia, non riuscirà a garantire la ripresa delle vendite di nuove case – hanno avvertito gli esperti – Unito invece a sforzi tesi a dare ulteriori crediti agli sviluppatori immobiliari, la sforbiciata di oggi dovrebbe in qualche modo ridurre la pressione presente sul mercato immobiliare” cinese.