Goldman Sachs vende unità consulenza PFM. (Ri)punta sugli ultra ricchi
Goldman Sachs vende unità consulenza finanziaria PFM a Creative Planning. Il dietrofront del ceo David Solomon, che vuole tornare a servire soprattutto i super ricchi.
Goldman Sachs, il colosso di Wall Street guidato dal ceo David Solomon, ha annunciato la vendita della sua divisione di consulenza finanziaria Personal Financial Management (PFM) a Creative Planning, confermando con la mossa la decisione di tornare a focalizzarsi soprattutto sul business core dei servizi dedicati ai clienti super ricchi e, dunque, la scelta di ritirarsi dal mercato di massa su cui, negli ultimi anni, aveva puntato.
Creative – si legge nel comunicato di Goldman Sachs – è tra i principali Registered Investment Advisor (RIA, ovvero consulenti per gli investimenti registrati) degli Stati Uniti.
Si tratta di una società di consulenza di investimenti con sede in Kansas, che dispone di una forza lavoro superiore a 2.100 dipendenti e di $245 miliardi di asset in gestione.
Per Registered investment advisors (RIAs), si intendono, va ricordato, quelle società finanziarie che gestiscono gli asset di investitori retail e istituzionali.
Il completamento dell’accordo di vendita di PFM, si legge nel comunicato di Goldman Sachs, dovrebbe avvenire nel quarto trimestre del 2023, “risultando in una plusvalenza”.
“Questa transazione – ha commentato Marc Nachmann, responsabile della divisione di Asset & Wealth Management del gigante americano – è un passo in avanti nella realizzazione degli obiettivi e dei target che abbiamo presentato nel nostro Investor Day di febbraio”.
La cessione, ha continuato Nachmann, consentirà a Goldman Sachs di “concentrarsi sull’esecuzione del nostro wealth management dedicato alla clientela con patrimoni netti ultra elevati” e, al contempo, di continuare a “sostenere gli investitori (HNW-high net worth) attraverso i consulenti finanziari RIA, così come altri clienti di gestione patrimoniale, come Creative Planning”.
La nota della banca ha precisato infatti che i team di wealth managament di Creative “continueranno ad avere accesso alle soluzioni di investimento e ai servizi di Goldman Sachs Asset Management“.
E’ stato ricordato che nel luglio di quest’anno Creative ha siglato un accordo strategistico di custodia con Goldman Sachs Advisor Solutions (GSAS)”.
Goldman Sachs non ha dato tuttavia alcuna indicazione sul prezzo con cui l’unità sarà venduta a Creative Planning.
Goldman Sachs: il dietrofront di Solomon. Il focus torna sui super ricchi
In un momento in cui il gruppo sta facendo dietrofront dal consumer banking, la vendita della divisione di consulenza finanziaria PFM conferma ulteriormente l’intenzione del ceo Solomon di tornare a servire soprattutto i Paperon de’ Paperoni del pianeta.
Con Personal Financial Management (PFM), Goldman Sachs si è lanciata infatti anche nel mercato dei servizi di consulenza finanziaria dedicati al pubblico degli investitori non ultra ricchi, ma comunque ricchi, definiti high-net worth (HNW) che, come spiega Investopedia, sono quegli investitori disposti a investire una somma compresa tra $1 milione e $10 milioni.
Cifre sempre molto alte, ma comunque contenute se si considera che la base storica della clientela di Goldman, quella degli investitori individuali ultra-ricchi (ultra-high net worth) di solito è disposta a investire almeno $30 milioni.
Proprio per conquistare questi potenziali clienti molto ricchi ma non super ricchi, Goldman Sachs aveva acquistato PFM nel 2019, per un valore di 750 milioni di dollari.
Ma il tentativo di espandersi in un mercato costituito da quelli che vengono considerati ‘solo’ ricchi (HNW market) ha pagato poco, visto che, a fronte dell’8% della quota di mercato dei super ricchi detenuta, Goldman è riuscita in questo caso a conquistare una fetta di appena l’1% .
Con la vendita di Personal Financial Management (PFM) a Creative Planning, Goldman Sachs ha così praticamente confermato la sua intenzione di tornare a servire soprattutto gli ultra-ricchi, che vengono definiti quei clienti che, oltre a disporre di almeno $30 milioni da investire, di norma detengono qualcosa come $60 milioni nei suoi forzieri. E’ questo, d’altronde, il mercato di punta di Goldman.
Strategia pro mercato di massa fa flop. I casi Marcus e GreenSky
Va ricordato che, fin dal suo arrivo nel 2018, l’amministratore delegato David Solomon ha cercato di conquistare il mercato di massa: praticamente, oltre a Wall Street, anche Main Street.
Obiettivo: fare di Goldman Sachs una banca rivolta alle elite del mondo della finanza, ma, allo stesso tempo, anche un istituto di credito dedicato al pubblico.
La scelta non ha però pagato, tanto che la banca è stata costretta ad annunciare di aver sofferto una perdita di ben 3 miliardi di dollari nella sua divisione di consumer banking, a partire dal 2020, e ad ammettere di aver effettuato accantonamenti soprattutto al fine di coprire eventuali perdite legate alla sua divisione di crediti al consumo, da cui sta, di conseguenza, progressivamente uscendo.
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Goldman Sachs, crolla l’utile nel secondo trimestre
Il mese scorso l’agenzia di stampa Reuters ha riportato la notizia relativa alla decisione di Goldman Sachs di vendere $1 miliardo di prestiti personali detenuti dalla sua divisione di consumer banking Marcus alla società di investimenti alternativi Varde Partners.
Si tratterebbe del secondo smobilizzo di prestiti non garantiti, dopo la cessione di $1 miliardo di $4,5 miliardi del portafoglio prestiti di Marcus, avvenuta nel primo trimestre del 2023.
Dai risultati relativi al primo trimestre del 2023, era emersa infatti una perdita di $470 milioni legata alla vendita di alcuni prestiti di Marcus: perdita che ha pesato sugli utili complessivi del gigante americano.
Il dietrofront di Solomon dall’iniziale ambizione di espandersi nel consumer banking è stato confermato anche dalle trattative lanciate da Goldman Sachs per vendere l’altra sua divisione di consumer banking GreenSky a gruppi che includono Apollo Global Management, Pagaya Technologies e Sixth Street.
Il tutto, per tornare alle origini, e rafforzare le divisioni di wealth management e asset management. Dicendo praticamente addio a Main Street nella speranza di tornare a brillare a Wall Street.
Il titolo Goldman Sachs ha perso più del 5% dall’inizio dell’anno, facendo peggio del settore. Il sottoindice di riferimento S&P 500 Financial Sector ha riportato infatti nello stesso arco temporale una performance piatta.