Notizie Notizie Mondo La Cina dimezza la ‘tassa di Borsa’. E c’è anche novità Ipo

La Cina dimezza la ‘tassa di Borsa’. E c’è anche novità Ipo

28 Agosto 2023 10:53

La Cina dimezza la tassa di trading sulle azioni nella speranza di ripristinare la fiducia degli investitori. E’ la prima riduzione dell’imposta di bolla dalla crisi del 2008.

La Cina taglia la ‘tassa’ di Borsa e le borse cinesi salgono: a partire dalla giornata di oggi, e per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, il governo di Pechino ha dimezzato quella che è per la precisione l’imposta di bollo sulle operazioni di trading sulle azioni.

L’annuncio della misura è arrivato nella giornata di ieri, diramato dal ministero delle Finanze e dall’Amministrazione statale del fisco: la tassa, fino a oggi pari allo 0,1%, è stata dimezzata e portata allo 0,05%, con effetto a partire dalla sessione di oggi, lunedì 28 agosto.

Le borse cinesi hanno accolto la misura riportando forti rialzi: in particolare, l’indice di Borsa CSI 300 è scattato all’inizio delle contrattazioni fino a +5,5%, incassando il rally più sostenuto degli ultimi tre anni, sostenuto dai buy che si sono riversati, in particolare, sulle società di trading.

Riguardo agli altri indici, l’Hang Seng China Enterprises Index è balzato del 3,8%, mentre l’Hang Seng Index della borsa di Hong Kong è scattato fino a oltre il 3%, per ridurre poi i rialzi.

Il ministero delle finanze della Cina ha spiegato la decisione di dimezzare la tassa di Borsa con l’obiettivo di “rafforzare il mercato dei capitali e aumentare la fiducia degli investitori”, ammaccata da diversi fattori, tra cui la delusione per la ripresa dell’economia cinese, successiva al reopening dal lungo periodo dei lockdown imposti da Pechino nell’ambito della Zero Covid policy: una ripresa che, in termini di rimonta del Pil, è stata decisamente deludente.

In Cina si è aperto inoltre anche un nuovo capitolo della crisi immobiliare, che gli ultimi nuovi capitoli della saga del colosso del mattone Evergrande hanno ben riassunto.

Da Pechino carrellata di misure per ripristinare fiducia investitori

Il governo di Pechino ha fatto di tutto per rassicurare la comunità degli investitori sulla solidità dell’economia made in China.

Fino a oggi, tuttavia, i mercati hanno reagito con un evidente scetticismo agli sforzi del governo tesi a riaccendere i buy di Borsa.

L’ultimo esempio risale a venerdì scorso, quando l’annuncio di alcune misure volte a sostenere il mercato immobiliare ha scatenato una carrellata iniziale di acquisti sulle azioni, che si è tuttavia sfiammata nel finale, riportando l’indice benchmark CSI 300 Index  – che era riuscito, dopo un avvio negativo, ad agguantare il segno più – a chiudere la sessione in perdita dello 0,4%.

Ancora prima, sempre in questo mese di agosto, le autorità di Pechino avevano lanciato un appello ai fondi pensione, alle grandi banche e istituzioni finanziarie cinesi affinché aumentassero i loro investimenti in azioni, al fine di supportare l’azionario.

Le autorità hanno tagliato, anche, le commissioni di gestione relative al trading di azioni, incitando i gestori dei fondi ad aumentare gli acquisti dei loro stessi fondi azionari e incoraggiando le società a puntare in modo più significativo sui buyback.

Queste misure, tuttavia, non sono riuscite a sollevare le quotazioni delle borse, al punto che l’indice Shanghai Composite, come ricorda un articolo di Bloomberg , si è avvicinato anche a livelli di ipervenduto.

Tassa Borsa: imposta bollo tagliata dalla Cina per prima volta da 2008

Di conseguenza, Pechino ha ritenuto opportuno intervenire in modo più importante, annunciando ieri il taglio dell’imposta di bollo sulle operazioni di trading azionario, per la prima volta dall’aprile del 2008.

In quell’anno, noto per la crisi finanziaria globale che sconvolse i mercati e l’economia di tutto il mondo, l’imposta di bollo venne tagliata allo 0,1% dallo 0,3%, livello a cui era stata alzata l’anno precedente, nel maggio del 2007, al fine di smorzare un rally che aveva visto riversarsi sulle borse cinesi più di 300.000 nuovi investitori al giorno.

All’indomani del taglio dell’imposta avvenuto nel 2008, l’indice Shanghai Composite segnò un rally del 9,3%.

Va detto che, tra le novità che riguardano le borse cinesi, c’è anche quella, annunciata dalla China Securities Regulatory Commission, di rallentare il ritmo delle Ipo cinesi, a causa delle “recenti condizioni di mercato”. La Commissione non ha spiegato però le ragioni alla base di questa mossa.

Le autorità hanno deciso, anche, di limitare le vendite di azioni da parte degli azionisti di maggioranza di quelle società i cui prezzi, in Borsa, sono scesi al di sotto dei livelli di Ipo.

Ancora, è stato deciso che, a seguito della chiusura della giornata di trading del prossimo 8 settembre, i margini richiesti agli investitori per l’acquisto di strumenti finanziari scenderà dal 100% all’80%.

Pechino spera che tutte queste misure possano restituire lustro all’azionario cinese.

I commenti di eToro e di Evercore ISI

Così ha commentato le misure annunciate dal governo cinese Gabriel Debach, market analyst di eToro, riassumendo il contenuto delle misure:

“Dopo una settimana che ha visto i principali indici americani invertire finalmente la tendenza al ribasso, questa settimana si apre con la Cina nuovamente protagonista. Pechino ha infatti deciso, tra le varie riforme, di dimezzare l’imposta di bollo sulle negoziazioni azionarie, rallentare il ritmo delle IPO, abbassare il coefficiente di margine per le negoziazioni a leva e frenare le vendite di azioni nel tentativo di sollevare il sentiment del mercato”.

“Le misure erano state in parte previste – ha ricordato Debach – ma la loro portata è stata più ampia delle attese innescando quel desiderato effetto positivo, con le azioni blue chip cinesi (CSI300) che hanno registrato un rialzo fino al 5,5% per poi ridurre di oltre la metà i guadagni. Se i rialzi risulteranno duraturi molto dipenderà dalle altre misure politiche che la Cina adotterà nel prossimo futuro per risollevare l’economia e ridurre i rischi finanziari”.

La domanda degli analisti è, di fatto, la seguente: i rialzi delle borse cinesi, oggi sostenuti dall’annuncio dei provvedimenti, dureranno abbastanza per inaugurare una nuova fase di rally sostenibile?

“Per questa settimana ci aspettiamo un rally – ha commentato a Bloomberg Neo Wang, dirigente della divisione di ricerca sulla Cina di Evercore ISI – forse in misura minore rispetto a quello che si manifestò quando la Cina tagliò l’imposta di bollo” sul trading delle azioni “nel 2008”.

Wang non ha fatto mistero del suo scetticismo, aggiungendo che, a suo avviso, una vera e propria svolta del mercato delle azioni cinesi di classe A non si verificherà fino a quanto Pechino non lancerà altri “bazooka”, simili a quello lanciato nel 2008, del valore di 4 trilioni di yuan.

Insomma, l’ultima trovata pro-Borsa della Cina potrebbe non essere sufficiente.