Notizie Notizie Mondo Gas, price cap Ue. Octopus Energy: ‘tetto non regge con tempesta’

Gas, price cap Ue. Octopus Energy: ‘tetto non regge con tempesta’

20 Dicembre 2022 12:52

Arriva l’accordo nell’Ue sul price cap al gas a 180€/MWh, che impedisce di comprare gas a un prezzo maggiore di 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (GNL).

Il meccanismo di correzione del mercato sarà monitorato dall’Acer – Agenzia Ue per la cooperazione degli enti regolatori dell’energia – e in caso di emergenza nella sicurezza dell’approvvigionamento il cap può essere disattivato immediatamente.

Ma se il governo Meloni brinda, rivendicando il risultato raggiunto, alcuni tra strategist e manager non vedono la definizione del price cap sul gas come una grande vittoria. Tutt’altro.

“L’accordo raggiunto in Europa sul price cap è purtroppo un compromesso deludente, che a poco servirà se nei prossimi mesi la situazione sui mercati del gas dovesse precipitare” ha dichiarato Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy per l’Italia.

Giorgio Tomassetti, amministratore delegato di Octopus Energy per l’Italia, illustra la sua view:

Già questa soglia di tolleranza appare fin troppo ampia, senza contare che il tetto non si applicherà alle transazioni over-the-counter, per cui sarà possibile ‘aggirarlo’’ accordandosi con singoli fornitori fuori mercato. Inoltre, il meccanismo partirà a metà febbraio, quando si staranno contrattando – come minimo – i prezzi di marzo: per gran parte dell’inverno non avremo alcun price cap“-

Infine, continua, si prevede che il price cap salga insieme al prezzo del GNL, mantenendo lo spread di 35 euro al MWh tra i due prezzi. Questo significa non c’è un vero limite al prezzo”.

Gas, price cap Ue: alert Octopus Energy in caso di tempesta

Praticamente, è un tetto che non ci proteggerà se sui mercati del gas dovesse scatenarsi una nuova tempesta”.

Giorgio Tomassetti spiega il suo scetticismo:

Pur essendo riusciti a riempire gli stoccaggi, non possiamo sapere se basteranno. Molto dipenderà da quanto lunga e fredda sarà la stagione invernale, un fattore fuori dal nostro controllo. E qualora gli stoccaggi non fossero sufficienti, dovremmo tornare ad acquistare grandi quantitativi di gas, andando a competere per il GNL con giganti come la Cina: non potendo rimanere senza energia, dobbiamo assicurarci di poter offrire un prezzo competitivo”.

Questo evidenzia quanto, in merito alla crisi energetica, stiamo vivendo una contraddizione: la percezione comune è che il peggio sia passato, mentre in realtà la fase più critica potrebbe essere proprio di fronte a noi. Senza allarmismi, dobbiamo essere coscienti che tra un paio di mesi potremmo trovarci in una situazione complicata, con opzioni limitate. E che dobbiamo assolutamente evitare di rivivere la stessa situazione negli anni a venire

Da ultimo, il numero uno di Octopus Energy afferma che “in questo senso, la crisi attuale deve essere un’occasione per cominciare a pensare in maniera diversa alla questione energetica”.

Ovvero:

L’aumento della quota di rinnovabili, fondamentale per la decarbonizzazione e l’autonomia, unito alla crescente elettrificazione, comporterà una maggior frequenza di potenziali squilibri, che non potremo risolvere bruciando più carbone. Il futuro dell’energia sarà caratterizzato dunque da una parola chiave: flessibilità, conclude Tomassetti.

Octopus Energy è una multinazionale britannica che punta sulle energie rinnovabili e che si conferma il quarto maggiore fornitore di energia del Regno Unito.

Così, dal sito Internet di Octopus Energy per l’Italia.

Il mercato energetico italiano è controllato da un piccolo gruppo di gestori (noi li chiamiamo ‘dinosauri’) che vendono energia proveniente da fonti non rinnovabili a tariffe ingannevoli, con un servizio clienti spesso scadente.
Nel 2016 siamo entrati nel mercato del Regno Unito puntando sulla tecnologia e sulle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di stravolgere le regole di un settore in cui il cliente era considerato solo un numero. Oggi forniamo energia pulita a oltre 3 milioni di persone nel Regno Unito, Germania, Spagna, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Giappone”.

“Nel 2022 – si legge ancorasiamo arrivati anche in Italia per portare innovazione nel settore energetico e favorire la transizione ecologica.”