Gas: prezzi a livelli pre-guerra Ucraina. I motivi
I prezzi del gas naturale in Europa sono scesi ai livelli registrati prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio. Nel dettaglio, il future olandese sul gas TTF per il prossimo mese, il contratto europeo di riferimento, è sceso fino a -7,4% nella giornata di ieri a 76,78 euro per megawattora – il livello più basso degli ultimi 10 mesi, secondo i dati di Refinitiv.
Questo prezzo è stato registrato per l’ultima volta poco prima che la Russia lanciasse il suo attacco all’Ucraina.
Nella sessione di ieri, il prezzo ha recuperato terreno, riducendo la flessione a -2,8% nella giornata, a 80,55 euro.
Oggi prezzi in rimonta, con il contratto sul gas con scadenza a gennaio 2023 che balza alle 10.30 circa ora italiana di oltre il 5%, a 86 euro al megawattora.
Si tratta di prezzi comunque in forte ribasso rispetto a quelli registrati durante l’estate, quando si è arrivati a quotazioni superiori a 300 euro/MWh.
Nel tentativo di arginare l’aumento dei prezzi, l’UE ha attuato una serie di misure, tra cui lo stoccaggio obbligatorio del gas e obiettivi di riduzione dei consumi.
L’ultimo calo arriva dopo le temperature più calde del solito nell’Europa nord-occidentale, che si prevede si protrarranno anche nel nuovo anno.
Con il caldo che riduce la domanda di riscaldamento, l’Europa ha potuto ricostituire le scorte di gas dopo averle esaurite a partire dalla metà di novembre, anche durante le ondate di freddo delle prime settimane di dicembre.
Dalla vigilia di Natale l’Europa ha inviato più gas negli impianti di stoccaggio di quanti ne abbia prelevati, con un aumento dei livelli di stoccaggio dello 0,28% fino a lunedì.
La capacità si è attestata all’83,2% al 26 dicembre, in calo rispetto al massimo di metà novembre (95,6%), secondo l’ente di settore Gas Infrastructure Europe come riporta il Financial Times.
Il livello attuale è tuttavia superiore del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando l’Europa aveva livelli di stoccaggio insolitamente bassi, e di circa il 10% rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
Anche la riduzione della domanda di gas ha aiutato le scorte: a novembre l’UE ha ridotto il suo fabbisogno di circa un quarto rispetto alla media quinquennale, dopo un calo analogo a ottobre.
Gli analisti avvertono che l’Europa si troverà in una posizione difficile quando cercherà di ricostituire le scorte di gas l’anno prossimo, quando il volume di gas fornito dai gasdotti russi sarà considerevolmente inferiore e il mercato del gas naturale liquefatto, da cui la regione è dipesa quest’anno, rimarrà caratterizzato da una scarsità dell’offerta-
“Per costituire le scorte di gas per il prossimo inverno, l’Europa dovrà ancora considerare cosa fare con la sua domanda, con le minori importazioni di gas dai gasdotti russi e con una maggiore concorrenza per il GNL, dato che l’economia cinese sta uscendo dalla pandemia [di coronavirus]”, ha dichiarato Glen Kurokawa, responsabile del settore energetico presso la società di consulenza CRU.
“Se il prezzo del gas TTF continuerà ad essere più basso, potrebbe esserci una revisione al rialzo nell’uso del gas industriale europeo“, come ad esempio per la produzione di ammoniaca. “Tuttavia, qualsiasi aumento potrebbe essere limitato, perché i costi di produzione industriale rimarranno molto elevati… La domanda europea di gas rimarrà probabilmente sotto pressione su base annua all’inizio del 2023”.
I Paesi europei hanno lavorato a un pacchetto di misure per evitare che i prezzi dell’energia aumentino come in estate. Prima di Natale i ministri dell’UE hanno raggiunto un accordo per limitare i prezzi del gas nel blocco quando raggiungono i 180 euro/MWh per tre giorni e si attestano a 35 euro/MWh o più al di sopra dei prezzi globali del GNL. Ma occhio all’avvertimento.