Notizie Notizie Italia Ftse Star schizza ai massimi storici, rilancio dei PIR fa pregustare un 2020 d’oro

Ftse Star schizza ai massimi storici, rilancio dei PIR fa pregustare un 2020 d’oro

27 Novembre 2019 15:10

Torna sotto i riflettori l’indice Ftse Italia Star, l’indice di Piazza Affari dedicato alle mid e small cap che capitalizzano sotto il miliardo di euro. L’indice delle eccellenze italiane negli ultimi anni ha mostrato la capacità di performare meglio rispetto al più blasonato Ftse Mib grazie anche alla minore dipendenza dalle banche. Quest’anno il Ftse Italia Star stava invece faticando a tenere il ritmo del Ftse Mib complice anche il minor appetito per le mid e small cap dettato dalle restrizioni introdotte agli investimenti sui PIR. Nelle ultime settimane la musica è cambiata radicalmente in scia alla crescente attesa per un ritorno al passato sul fronte PIR. E ieri è arrivata la conferma con la Commissione Finanze della Camera che ha approvato all’unanimità un emendamento che modifica la disciplina dei Piani Individuali di Risparmio a lungo termine. Si introduce in particolare, per i PIR costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020, l’obbligo di investire il 5% del 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid Cap della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

Effetto Pir potrebbe portare a replicare l’anno d’oro 2017

Novità che hanno fatto scattare gli acquisti sulle stra di Piazza Affari con l’indice salito del 2,3% ieri e anche oggi segna un balzo di oltre l’1% in area 39.700 punti. Nell’intraday è stato toccato un picco a 39.763 punti, a un soffio dai 39.773 punti del massimo storico toccato a gennaio 2018, quando l’indice era reduce dal rally portentoso di circa +35% del 2017, l’anno di entrata in vigore dei PIR. Gli investitori tornano quindi a guardare con forte ottimismo alla prospettiva del ritorno di ingenti capitali che andranno a confluire sui titoli dello Star sotto l’onda dell’effetto PIR.
Da inizio anno alcune eccellenze del Ftse Italia Star quali Eurotech e Digital Bros sono arrivate a registrare +200% Ytd. 

Ftse Star surclassa il Ftse Mib nel confronto a 5 anni

La netta sovraperformance dell’ultimo periodo ha permesso al Ftse Star di recuperare il gap 2019 contro il Ftse Mib e adesso entrambi segnano +28% circa da inizio anno. Considerando gli ultimi 5 anni il confronto è decisamente impari con +115% dello Star vs +19,8% dell’indice principale milanese (vedi grafico in basso).

 

Nel dettaglio l’emendamento approvato ieri prevede che  almeno il 70% dell’investimento complessivo nei PIR debba essere effettuato in strumenti finanziari emessi da imprese italiane oppure aziende europee (purché abbiano una stabile organizzazione in Italia). Inoltre la predetta quota del 70% deve essere investita per almeno il 25% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati e per almeno il 5% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB e FTSE Mid cap o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. Inoltre l’emendamento prevede altresì che casse previdenziali e fondi di investimento possano detenere più di un PIR nel limite del 10% del patrimonio e non prevede obblighi di investimento in quote o azioni di fondi per il venture capital o di fondi di fondi per il venture capital.

 

Le modifiche si sono rese necessarie dopo che da più parti si erano mosse forti critiche alla revisione posta in precedenza con l’introduzione di un vincolo del 3,5% delle somme destinate all’investimento su PMI quotate all’AIM e un altro 3,5% in venture capital nell’ottica di dare maggiore impulso allo sviluppo delle imprese di piccole dimensioni o di recente costituzione. Modifiche che hanno danneggiato – a detta degli operatori del settore – l’appeal del formato dei PIR, sia per i gestori dei fondi che per gli investitori. I dati ufficiali di Assogestioni per il terzo trimestre confermano l’emorragia dai fondi PIR con i deflussi sono stati 354 milioni di euro portando a -717 milioni il totale da inizio anno.

Nell’ ottavo PIR Monitor, Equita plaude alle modifiche appena introdotte. “Crediamo che l’emendamento sia molto positivo per il rilancio dei prodotti PIR e consentirebbe una ripartenza della raccolta” è il commento di Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita.  “Il limite del 5% (ex FTSE MIB e FTSE Mid cap)  – continua De Bellis – ha il vantaggio di generare maggior flussi e migliorare la liquidità soprattutto con riferimento alle piccole imprese”. I PIR  prevedono l’esenzione ai fini d’imposta per le somme investite soggette ai vincoli di destinazione.