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Francia: ansia debito anche qui. Parigi tratta con S&P

1 Giugno 2023 14:52

Francia, sale ansia debito. Macron & Co. temono downgrade rating S&P

Per la Francia di Emmanuel Macron, deve essere strano far parte di quel club a cui appartengono l’Italia e la Spagna, paesi con un rapporto debito-Pil ben superarione alla soglia del 100%.

Ebbene sì, anche la Francia ha un problema chiamato debito pubblico, di cui si sta parlando in questi giorni sempre di più, in attesa dell’annuncio sul rating che arriverà domani, venerdì 2 giugno, dall’agenzia Standard&Poor’s (S&P Global Ratings).

“I debiti di tutte queste economie, che sono le più grandi dopo quella tedesca, sono saliti tutti ben oltre il 100% del Pil, e l’anno prossimo scenderanno a mala pena, stando alle stime dell’Unione europea”, fa notare Bloomberg nell’articolo Macron’s Debt Cut Plans Look Ambitious Amid Downgrade Threat, in cui viene agitato chiaramente lo spettro di un downgrade del rating francese.

Francia, alert downgrade: ministro Le Maire tratta con S&P

Il punto è che il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire sta facendo di tutto per convincere S&P a non annunciare, nella giornata di domani, una bocciatura del rating made in France.

Proprio ieri Le Maire ha parlato della minaccia di un downgrade imminente ai microfoni della televisione France Inter, facendo notare che Parigi “ha valide argomentazioni” che l’agenzia dovrebbe prendere in considerazione.

Disponiamo di una strategia credibile volta ad accelerare il percorso di riduzione del debito della Francia”, ha detto Le Maire, che si è già impegnato a far scendere il rapporto debito-Pil francese al 108,3% entro il 2027.

Ma il piano taglia debito è credibile anche agli occhi di S&P?

L’altra sorella del rating Fitch ha goà bocciato alla fine di aprile il rating francese, portandolo da “AA-” a “AA”, motivando il downgrade con un piano di riduzione del debito non soddisfacente e con le forti tensioni che sono esplose in Francia, a seguito della riforma sulle pensioni varata dal presidente Macron.

Al momento il rating di S&P sul debito francese è pari ad “AA-“ e un downgrade viene considerato probabile.

D’altronde, il rapporto debito-Pil della Francia si è attestato al 111,6% nel 2022, a fronte di un deficit-Pil di poco inferiore al 5%.

Anche l’altra agenzia di rating Scope Ratings ha manifestato il proprio pessimismo nei confronti delle finanze pubbliche francesi, mettendo il rating sotto osservazione con implicazioni negative, la scorsa settimana.

Come scrive Bloomberg, segnali di cautela nei confronti della Francia stanno arrivando anche dagli investitori.

Viene fatto notare infatti che lo spread Francia-Germania si è allargato di 15 punti base dal mese di gennaio, a fronte di uno spread BTP-Bund, dunque Italia-Germania che, nello stesso arco temporale, è rimasto praticamente stabile.

“E’ da un po’ di tempo che, insieme alle agenzie di rating, stiamo mettendo in evidenza la debolezza dei conti pubblici della Francia“, ha commentato a Bloomberg Adam Kurpiel, strategist della divisione dei tassi presso la banca francese Société Générale, secondo cui il rischio di un downgrade da parte di S&P “potrebbe dare una scossa ai mercati”.

Detto questo, è lo stesso articolo di Bloomberg a sottolineare che la Francia è ben lontana dalla minaccia di un rating junk, con cui, aggiungiamo noi, è invece alle prese l’Italia.

Nel caso dei diretti interessati, ovvero dei BTP italiani, il rischio junk è legato a un possibile downgrade a spazzatura da parte di Moody’s, che per ora l’Italia di Giorgia Meloni è riuscita a schivare semplicemente perchè l’agenzia ha deciso di non aggiornare la sua valutazione sul debito pubblico made in Italy.

Qualche settimana prima del nulla di fatto, la stessa Moody’s aveva ricordato che “l’Italia è al momento l’unico paese con un debito sovrano valutato Baa3 a presentare un outlook negativo” e che “una crescita debole e costi di finanziamento più elevati potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale” del paese, ovvero i suoi conti pubblici.

Francia, premier Borne: Le Maire tratta con agenzia rating S&P

Sta di fatto che il timore di un downgrade ha portato negli ultimi giorni il ministro delle Finanze Bruno Le Maire a contattare la stessa S&P:

si parla di fitti negoziati con cui Le Maire ha offerto “spiegazioni dettagliate a Standard and Poor’s su tutto ciò che stiamo facendo per tenere sotto controllo le nostre finanze pubbliche”, ha detto la stessa premier francese Elisabeth Borne, nella giornata di domenica, in un intervento all’emittente Radio J.

Abbiamo fartto riforme, abbiamo di recente annunciato l’outlook sulle finanze pubbliche fino al 2027, volto a ridurre il nostro deficit al 2,7% del Pil”, ha ricordato la premier Borne.

Ma, a fronte di Le Maire, che punta a tagliare il debito-Pil della Francia al 108% entro i prossimi cinque anni, lo scorso mese, nel motivare il suo downgrade, Fitch ha detto di prevedere che il rapporto potrebbe salire nello stesso arco temporale fin oltre il 114%.

“Ci stiamo muovendo per sostenere le nostre imprese e la nostra crescita economica – ha detto ancora Borne a Radio J – Non siamo semplici spettatori che aspettano di vedere l’evolversi delle condizioni economiche”.

Spread triplicato da inizi 2021

Dal canto suo l’economista della divisione francese di ING, Charlotte de Montpellier, si è così espressa:

“Una eventuale revisione del rating non sarebbe chissà quale grande evento, ma dimostrerebbe che l’outlook sull’economia della Francia si sta deteriorando e che la situazione in cui versano i conti pubblici non è positiva”. Il punto, ha aggiunto inoltre de Montpellier, è che “i rischi che esistevano prima ora sono un po’ più visibili”.

Tra l’altro, gli strategist di Natixis hanno ricordato che, nel 2023, le emissioni di nuovi titoli di stato francesi per rifinanziare il debito a scadenza e finanziare le nuove spese sono destinate a toccare valori record; gli stessi hanno menzionato anche l’altro elemento che da parecchio sta angustiando i BTP, ovvero il lancio del QT-Quantitative Tightening da parte della Bce di Christine Lagarde che peraltro, con i suoi continui rialzi dei tassi, sta facendo lievitare le spese per interessi, e non solo dell’Italia.

Non per niente lo spread Francia-Germania ha praticamente triplicato il suo valore, sottolinea Bloomberg, rispetto al minimo di appena 20 punti base testato all’inizio del 2021.